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Culture
In una Napoli tinta di giallo il thriller di un giornalista squattrinato

Arturo Vargas trova sull’uscio di casa una busta contenente cinquemila euro. Il telefono squilla. Una donna con voce sensuale e un nome che suona falso (Paola di Littanic) gli chiede aiuto: crede che qualcuno voglia ucciderla e sostiene di avere una lista di dieci indiziati da cui partire. I singoli nomi gli verranno rivelati di volta in volta, i pagamenti effettuati sempre in contanti infilati sotto la porta di casa. Vargas, titubante, accetta. La sua carriera di giornalista si è arenata, e ormai tira avanti a stento grazie a racconti fantasy pubblicati sotto pseudonimo. In una Napoli bellissima e indolente, l’improvvisato detective condurrà indagini superficiali che porteranno alla luce una borghesia decadente, tenuta insieme da interessi criminali. I sospettati della lista spariscono, però, misteriosamente uno ad uno, dopo aver incontrato il giornalista, come descritto in una stramba filastrocca inviata alla polizia nella quale si annunciano le circostanze della scomparsa di “dieci piccoli napoletani”. Come in “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie. Arturo è caduto in una trappola e, senza accorgersene, si è tuffato nel passato, alla ricerca di un’identità perduta.

Come in “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, uno dei capolavori gialli della scrittrice e drammaturga britannica, gli eventi annunciati dalla filastrocca si verificano, in maniera inspiegabile. Con il procedere della storia, Arturo si accorge di essere caduto in una trappola e, senza accorgersene, si è tuffato nel passato, alla ricerca di un’identità perduta. Per venirne fuori, dovrà andare fino in fondo, con l’aiuto di vecchi amici, di uno strampalato enigmista e di un capriccioso coniglio nano.
Con uno stile asciutto e incalzante, condito da divagazioni quasi fumettistiche, Vastarelli mette in scena un racconto che procede a ritmi serrati verso un finale a sorpresa. Un incastro che funziona come pretesto per ragionare anche sulla responsabilità individuale e, in particolare, sul ruolo dei giornalisti, spesso pigri e poco attenti alle dinamiche che si nascondono dietro alla realtà che ci circonda.

Biografia dell’autore
Antonio Vastarelli nasce a Napoli nel 1969. Laureato in Giurisprudenza è giornalista professionista fino a diventare redattore del quotidiano Il Mattino e collaboratore de Il Sole 24 Ore. Responsabile dell’ufficio stampa della Fondazione Banco di Napoli, nel 1998  riceve il Premio Vulcano Metropolitano come critico musicale, in qualità di direttore responsabile del periodico Fuoribattuta. “Dieci piccoli napoletani” è il suo romanzo d’esordio nel catalogo Nero Italiano della collana TimeCrime di Fanucci Editore.

 

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