La morte di Giuseppe, "Cercò un impiego in una bottega di Torino..." - Affaritaliani.it

Culture

La morte di Giuseppe, "Cercò un impiego in una bottega di Torino..."

La poesia per la Festa del Primo Maggio

Di Lucrezia Lerro

 

9.

Non so recitare, né imbrogliare

né lavorare, né pregare.

Sono una che ha deciso di scappare.

 

Giuseppe e il fumatore da bambini

si intrecciavano tra i salici

ridendo delle nude al sole.

Qualcuno un giorno li sorprese

ginocchioni sulle genziane.

 

 

10.

Ripenso al paese, alla mia libertà...

D' inverno scannano i maiali.

Assicurano un anno di avanzi.

Un giorno di bruciature e lamenti.

 

Corrono le bestioline

sulle pareti di carta.

Sulle travi di legno marcio

cercano un buco. Adesso

non sentono che l'eco

della voce animale.

 

 

11.

Stringo tra i denti la mollica.

Mastico l’aria con fatica.

Poi resto a letto tutto il giorno

e penso a tutte le cose.

 

 

 

12.

Sola per il corso

mordo un biscotto

tra gli innamorati di Roma.

Frugano nei cassonetti

i gatti e gli ultimi arrivati.

 

Sul palo del telegrafo c’è un topo

o che mostro è?

 

 

 

13.

Mangio una briciola

bevo un goccio di marsala.

Una bestiolina esce dalla tana

si avvicina ma resta senza compenso.

 

 

14.

C'é una tagliola sotto la panca

nei giardini di Piazza dell'Indipendenza.

Ho paura di una sciagura o temo qualcosa?

 

 

15.

Ho viaggiato da sola senza mappe.

Con le mie teorie e senza fermarmi mai.

Sono arrivata in città. Mi appoggio

in una casa nuova ma solo per poco.

 

 

 

16.

Questa stanza è di dieci metri

moltiplicata per diecimila passi.

Qui la vita è cara,

Roma non è il paese

costa imbrogli e sacrifici.

 

 

 

17.

La mia ferita si riapre

e all’improvviso brucia.

 

Sola, nella città d'aghi e pungiglioni

vivo giorni da leone.

Non ho profitto ma non rinuncio

ai consumi di questa città.

 

 

18.

Non ho fame e non ho pane

non mastico e non parlo.

Accendo la luce, scuoto le lenzuola,

mi sento inadeguata al prossimo giorno.

 

 

 

19.

Mangio pezzi di carbone,

del pane bruciato rimasto sul fondo,

e cioccolata. Resto nella stanza

tra polvere e illusioni.

 

 

 

20.

Cerco un mestiere, un giorno nuovo,

l’antidoto e l'avvenire.

Le mie gambe lunghe e svelte

nei giardini della città, non le ricordo.

 

 

21.

Ho una valigia con poche cose.

Da fare e disfare presto.

Un giorno ripartirò

per la provincia senza paura.

Porterò un sacco di petali e di foglie.

Durano quanto le stelle?

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