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Economia
5G, Colao annuncia nuove gare: con digitalizzazione Pil su di 393 miliardi

Digitalizzazione, il ministro Colao annuncia al B20 nuove gare per la realizzazione di infrastrutture 5G e fibra

“Siamo in una fase molto avanzata di definizione delle gare che porteranno all'Italia più infrastrutture in fibra ma anche 5G e soprattutto tutte le applicazioni che con il 5G dovranno andare”. Parole di Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, pronunciate oggi durante il B20

Si tratta di concetti importanti per diversi motivi. Prima di tutto perché la velocità di connessione in Italia, nonostante sia raddoppiata tra il 2018 e il 2020, rimane ancora tra le più basse d’Europa. E questo significa non soltanto avere difficoltà a vedere un film online soprattutto in certe zone d’Italia, ma soprattutto togliere una possibilità alla manifattura o ai servizi che, beneficiando di reti più veloci, potrebbero offrire esperienze migliori alla clientela.

Un altro motivo è che secondo i calcoli effettuati dall’ufficio studi di Tim, il 5G farà aumentare il Pil italiano di 393 miliardi complessivi nel periodo compreso tra il 2021 e il 2040. Si tratta di una cifra enorme, significa 10 miliardi di extra-ricchezza ogni anno. Non è un caso che il Pnrr abbia destinato circa 40 miliardi alla digitalizzazione del Paese. 

Insieme a tante buone notizie – non ultima, che senza una copertura sufficientemente capillare della rete l’Italia si sarebbe completamente fermata durante la pandemia e il lockdown più “duro” – ce ne sono altre che lo sono un po’ meno. Intanto perché il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, ha annunciato che per cablare l’Italia servirà attendere fino al 2026.

Cinque anni ancora in cui le cosiddette zone bianche, cioè quelle a fallimento di mercato, continueranno a scontare un crescente gap strutturale con le aree nere in cui molti operatori privati sono pronti a investire. E proprio Colao, nei mesi scorsi, aveva parlato di neutralità tecnologica per convincere le aziende del settore che non è con una sola tipologia di connessione (nello specifico la fibra) che si potrà migliorare la situazione. Acceleratore premuto quindi su 5G e Fwa che consentono una connessione veloce (ma meno stabile) rispetto alla rete in fibra ottica.

E qui si torna al 5G: le sue antenne di dimensioni contenute e la sua capillarità permettono a questa tecnologia di essere molto diffusa. Ma servono interventi strutturali per potenziare il segnale. Colao, sempre dal B20, ha dichiarato che “stiamo lavorando bene e ci saranno annunci e novità a breve sulla parte di servizi digitali. Tra l'altro qui vorrei dire che è anche un’area dove possiamo, come italiani, per una volta, non sentirci indietro. Per tanti anni io ho vissuto a metà tra due Paesi e quando faccio i confronti su come da cittadino faccio certe cose in Italia o nell'altro Paese dove vivevo, devo dire che l'Italia non esce male anche se non siamo perfetti ovviamente”.

Il riferimento è alla pubblica amministrazione. Già oggi lo Spid consente di svolgere diverse funzioni che ci mettono in relazione con le istituzioni. Ma servirebbe un’accelerata perché – secondo il Censis – il 48,7% degli italiani ha già attivato l’identità digitale, ma con nette differenze tra nord e sud e soprattutto con gli anziani: solo il 32,1% di questa categoria ha attivato lo Spid

Infine, ed è il messaggio conclusivo di Colao, serve usare la digitalizzazione per snellire le procedure burocratiche. Già oggi ci sono tecnologie – dagli algoritmi di intelligenza artificiale fino alla blockchain – che permetterebbero di ridurre di molto i tempi. Serve un po’ di coraggio, i tempi sono ormai decisamente maturi. 

“Si possono fare cose con il digitale in maniera completamente diversa da come si facevano anche solo cinque anni fa e questo richiederà cambiare norme, regole, processi autorizzativi, cambiare anche a volte il concetto stesso di localizzazione di beni, la fornitura di beni e servizi” ha infatti concluso Colao. Sarebbe ora.

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