Apple lancia nuovi iPhone e AirPods, ma non alza i prezzi: che fine hanno fatto i famigerati dazi di Trump? L'analisi - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 14:24

Apple lancia nuovi iPhone e AirPods, ma non alza i prezzi: che fine hanno fatto i famigerati dazi di Trump? L'analisi

La mossa sembra aver fatto storcere il naso agli investitori: il titolo Apple ha perso l’1,6% subito dopo l’annuncio, segnale che Wall Street teme un’erosione dei margini

di Elisa Mancini

Apple lancia i nuovi iPhone e AirPods ma i prezzi restano invariati: ecco che fine hanno fatto i dazi di Trump

Apple ha appena svelato i nuovi iPhone e, sorpresa, i prezzi sono rimasti invariati. Tutti si aspettavano rincari a causa dei dazi minacciati da Trump, soprattutto dopo che Cupertino aveva anticipato nei mesi scorsi che l’assemblaggio di tutti gli iPhone venduti negli Stati Uniti potrebbe spostarsi dalla Cina all’India, spinta dalla crescente tensione commerciale tra Washington e Pechino e dalle tariffe imposte dal tycoon. E invece i nuovi modelli sembrano completamente immuni dai dazi.

Il pezzo forte del lancio? L’iPhone Air: sottile e leggero come un battito d’ali, con soli 5,6 millimetri di spessore, batteria ad alta densità e processore nuovissimo, in vendita da 999 dollari. Considerando i dazi che stavano facendo tremare Wall Street, molti si aspettavano un raddoppio dei costi o stratagemmi sui modelli più capienti. E invece niente rincari: l’iPhone Air si piazza perfettamente tra gli altri modelli, proprio come avevano previsto gli analisti.

E non è tutto. Arrivano anche iPhone 17 e 17 Pro, AirPods Pro di nuova generazione e un Apple Watch capace di monitorare la pressione. Il nuovo iPhone 17 parte da 799 dollari per 256 GB (il doppio dello spazio del modello precedente) e il Pro da 1.099 dollari, invariati rispetto all’anno scorso. Apple non ha nemmeno mosso un centesimo su AirPods e Apple Watch. In pratica, la strategia di Tim Cook sembra essere abbastanza chiara: assorbire il costo dei dazi per restare competitivi contro Samsung, Google e i brand cinesi, anche se nel trimestre in corso i dazi costeranno all’azienda oltre un miliardo di dollari.

La mossa, però, sembra aver fatto storcere il naso agli investitori: il titolo Apple ha perso l’1,6% subito dopo l’annuncio, segnale che Wall Street teme un’erosione dei margini se questa politica di prezzi diventasse stabile. Ma sul fronte consumatori, Apple gioca d’astuzia: offrire più memoria senza aumentare il prezzo è un colpo diretto alla fedeltà degli utenti e un modo elegante per dire ai competitor Android "noi siamo ancora qui".

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