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Economia
Banche top 500, Cina e Usa al timone: Intesa, Bper e Fineco in forte scalata

Unicredit e Banco Bpm perdono 12 posizioni. Crolla Mps a 397 milioni, scivolando al 334° posto 

Le banche cinesi e americane continuano a mantenere la leadership nella Brand Finance Banking 500 2022, collocandosi al timone della classifica. Più in generale con una crescita media del 9% anno su anno del valore del marchio, le 500 principali banche del mondo cambiano tendenza negativa iniziata un anno prima della comparsa della pandemia.

Secondo infatti l'ultimo rapporto di Brand Finance "il valore del marchio delle più grandi banche del mondo a gennaio 2020 si è ridotto del 2% e a gennaio 2021 di un ulteriore 4%. Inizialmente causata dall'incertezza economica e dai movimenti dei tassi di interesse, la situazione è stata esacerbata dalla pandemia, che ha visto i profitti e i tassi di interesse subire un duro colpo".

“Mentre le banche continuano a combattere le ricadute della pandemia di Covid-19, l'importanza di un’immagine & reputazione più solida è sempre più importante. Le banche tradizionali dovranno continuare a differenziarsi dai concorrenti, in particolare dalle fintech e dai brand globali non ancora attivi nel mondo finanziario ma che nel medio periodo potrebbero sconvolgere il mercato”, commenta Massimo Pizzo managing director Italia di Brand Finance

Le banche cinesi e americane dominano la classifica 

Le banche cinesi mantengono la leadership nella Brand Finance Banking 500 2022, rappresentando un terzo del valore totale dei brand in classifica e per un valore cumulativo di 454 miliardi di dollari. Mentre le loro controparti globali hanno registrato un calo del valore del marchio negli ultimi due anni, le banche cinesi sono rimaste in gran parte impermeabili a questi problemi.

Nell'ultimo anno, l'economia cinese ha continuato a riprendersi costantemente nonostante un contesto interno e internazionale complesso e in continua evoluzione. Nella sola prima metà del 2021, il PIL e i prezzi alla produzione della nazione sono aumentati rispettivamente del 13% e del 5% rispetto all’anno precedente.

Il valore del marchio di ICBC, la banca più grande del mondo,  è aumentato anno su anno del 3% raggiungendo così i 75,1 miliardi di dollari USA, confermandosi così il brand bancario di maggiore valore al mondo e l'8° marchio di maggiore valore nella classifica intersettoriale presente nella Brand Finance Global 500 2022.

Nell'ultimo anno, ICBC ha continuato ad avere buoni rapporti con i consumatori e a espandere il proprio portafoglio, aprendo filiali in mercati esteri come Messico, Argentina e Panama. ICBC continua a eclissare i suoi concorrenti China Construction Bank e Agricultural Bank of China, rispettivamente al 2° e 3° posto. Anche Bank of China e China Merchants Bank rimangono nella top 10 dei brand bancari di maggior valore, classificandosi al 4° e 10° posto per un altro anno.

“Le banche cinesi hanno registrato performance straordinariamente buone quest'anno, senza segni di rallentamento. Ciò è dovuto alla tempestiva risposta del Paese alla pandemia e all'investimento precoce nello sviluppo digitale, che ha consentito alle banche cinesi di continuare a interagire con i propri clienti anche nei momenti di maggiore difficoltà”, commenta Pizzo

Le banche statunitensi rappresentano quasi un quarto del valore complessivo dei marchi presenti nella classifica Brand Finance Banking 500 2022. Tra questi 76 brand, Bank of America, Citi, Chase, Wells Fargo e JP Morgan hanno mantenuto il loro posto nella top 10 di quest’anno.

Banche italiane in classifica

Nella Brand Finance Banking 500 2022 ci sono 16 banche italiane, una in più dello scorso anno. Quest’anno è uscito il marchio UBI e sono entrati i brand Iccrea, al 401° posto con un valore pari a 295 milioni di dollari, e Banca Ifis, al 488° posto con valore pari a 186 milioni di dollari grazie al notevolmente rafforzamento della propria immagine.

Tra i brand bancari con maggiore crescita in valore assoluto a livello globale c’è Intesa Sanpaolo. Il valore di questo marchio anno su anno è aumentato di oltre 2 miliardi anche grazie al completamento dell’acquisizione di UBI. Grazie ad un incremento del 32% il brand Intesa Sanpaolo vale oggi 9,7 miliardi di dollari raggiungendo così il 34° posto nella classifica generale di quest’anno e il 6° posto tra le banche del vecchio continente superando Rabobank, UBS e ING.

Unicredit e Banco BPM perdono entrambe 12 posizioni in seguito ad una perdita della prima pari al 8%, che la porta a valere 2 miliardi di dollari USA scendendo così al 130° posto, e della seconda ad una perdita del 6%, scendendo al 175° posto con un valore pari a 1,2 miliardi di dollari.

Bper scala 44 posizioni grazie a un incremento del 41% del valore che la porta a 241° posto con 684 milioni di dollari anche grazie all’acquisizione di parte del business di UBI. Avendo Bper un punteggio della forza del brand relativamente debole, classificato da Brand Finance A+ “forte” questa banca ha ancora forti margini di crescita.

Sembra inarrestabile l’incremento del valore del brand Fineco che quest’anno aumenta del 36% mentre lo scorso anno era aumentata del 66%. Quest’anno Fineco, con un valore pari a 620 milioni di dollari, scala 41 posizioni raggiungendo così il 225° posto. Il valore di questo brand è dovuto soprattutto al modello di business e all’indubbia capacità commerciale. La AA- del Brand Strength Index di Fineco suggerisce ancora buoni margini di crescita che si potranno concretizzare se la banca deciderà di rafforzare l’immagine & la reputazione in modo da rendere la crescita ancora più solida.

Monte dei Paschi in seguito a una perdita del 25% del valore del brand, scende a 397 milioni, perde 66 posizioni e raggiunge il 334° posto. Il costante rafforzamento dell’immagine & della reputazione e il conseguente incremento di valore aveva portato l’antica banca a risollevarsi dopo le crisi passate. L’incertezza dell’ultimo anno ha indebolito il marchio portandolo da “molto forte” AA- a “forte” A+. L’indebolimento del brand e la conseguente contrazione dei ricavi sia attuali sia prospettici, hanno contribuito alla perdita di oltre 100 milioni di dollari solo in termini di valore del trademark. Mediolanum, Mediobanca, Compass, Popolare di Sondrio e Sella quest’anno perdono valore, mentre i marchi BNL e Credito Emiliano crescono.

“Ad eccezione di Intesa e di Unicredit, le banche italiane sono generalmente ancora poco attente alla gestione dei fattori razionali ed emozionali che guidano le scelte dei clienti. Quando si parla di branding troppo spesso non si comprende che la buona qualità dei servizi è un fattore necessario ma non sufficienti per attrarre clienti; diversamente è necessario aggiungere uno scopo aziendale che contribuisca al miglioramento della collettività. Sicuramente la forte attenzione agli ESG è un buon punto di partenza", conclude Pizzo. 

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