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Economia
Bce, il dopo-Draghi non sarà tedesco. Macron mette la mani sull'Eurotwer

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni


Il risultato delle elezioni tedesche, che entro Natale dovrebbe portare a un'alleanza di governo Cdu, Liberali e Verdi, la cosiddetta coalizione Giamaica, fa salire le quotazioni di una candidatura francese per la successione a Mario Draghi alla presidenza della Bce. E' una delle considerazioni che si fanno a Bruxelles, nei corridoi dei palazzi del potere comunitario, all'indomani del risultato del voto teutonico.

draghi merkel
 

Non è un segreto che, dopo due anni di tassi d'interesse a zero e iniziezioni poderose di liquidità con il quantitative easing al ritmo di 80-60 miliardi mensili nell'economia dell'Eurozona, la Germania, con il governatore della Bundesbank Jens Weidmann, voglia salire sulla tolda di comando dell'Eurotower, anche per rispondere alle esigenze del mondo finanziario tedesco che lamenta l'erosione prolungata della redditività delle banche teutoniche e un impoverimento progressivo della capacità dei risparmi di generare reddito. Processi che quel mondo capeggiato dalla Buba fa risalire al varo del programma Omt (acquisto di titoli di Stato) voluto in primis da Draghi.

Gli osservatori delle vicende Ue fanno notare che l'indebolimento di Angela Merkel, che ha perso ben otto punti percentuali rispetto alle precedenti consultazioni elettorali e che guiderà un governo meno coeso rispetto alla formula della Grosse Kalition con l'Spd, costringerà la Cancelliera a sacrificare la poltrona di Wolfgang Schaeuble all'influente Ministero delle Finanze per far posto a un esponente del partito liberale di Christian Lindner. Formazione politica oltranzista e rigorista più del falco della Csu bavarese che ha già fatto sapere di puntare a quell'incarico. Un'empasse da cui, molto probabilmente, la Merkel uscirà assegnando al compagno di partito un ruolo in Europa, salto a cui Schaeuble mira da tempo in alternativa a quello di plenipotenziario del Tesoro della Repubblica federale.

wolfgang Schaeuble ape
 

Schaeuble potrebbe puntare alla successione a Jean-Claude Juncker (che ha già detto che nel 2019 non si ricandiderà alla presidenza della Commissione Ue) o a quella di Jeroen Dijsselbloem, Mr Euro che dovrebbe lasciare la guida dell'Eurogruppo appena si sarà formato il nuovo governo olandese, verosimilmente entro fine anno. Se così sarà, la Germania (che già detiene la presidenza dell'Esm che deve trasformarsi nell'ottica di Berlino in una sorta di Fmi europeo) non potrà chiedere anche la guida della Bce quando Mario Draghi, ad ottobre 2019, passerà la mano.

Certo, spiegano ancora gli esperti, quando si tratta di muoversi in Europa Berlino si ricompatta e fa diligentemente squadra, ma difficilmente riuscirà a fare filotto nelle istituzioni europee contro un Emmanuel Macron motore della riforma dell'Ue e che, vantando un dialogo con gli Usa di Donald Trump e la Russia di Vladimir Putin, appare molto più forte del predecessore Francois Hollande nello scacchiere del potere nel Vecchio Continente.

Ecco che la candidatura francese all'Eurotower, che nei mesi scorsi ha iniziato a materializzarsi e a contrapporsi a quella teutonica, potrebbe avere la strada in discesa. I giochi si apriranno a metà del prossimo anno, 12 mesi prima della scadenza naturale di Draghi (sempre che il banchiere centrale italiano, ha ipotizzato qualche asset manager nei propri report finanziari, non finisca coinvolto nel rebus post-elettorale italiano).

merkel macron 2
 

E Christine Lagarde, numero uno del Fmi che a luglio scorso ha iniziato il secondo mandato a Washington, farebbe volentieri le valigie per mettere la bandierina francese a Francoforte. La ciliegina sulla torta di una prestigiosa carriera che oltretutto in Eurolandia potrebbe contare anche su appoggi trasversali che premono per una guida rosa dell'Eurotower. Opzione che avrebbe dalla sua anche il potenziale miglioramento dell'immagine della Bce presso l'elettorato europeo. 

La procedura per l'elezione del presidente della Bce è piuttosto complessa: si parte dalla presentazione delle candidature in sede di Eurogruppo, quindi la proposta viene girata al consiglio direttivo della Bce e da qui si passa all'esame dell'Europarlamento (prima da parte della Commissione affari monetari ed economici, quindi dell'assemblea plenaria).

Christine Lagarde
 

Infine, il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo procede alla nomina formale. Un processo che volutamente tocca tutte le istituzioni europee per garantire il massimo consenso possibile nella scelta del numero uno della Bce. Con l'esito del voto tedesco, al termine di un lungo effetto domino, la Merkel molto probabilmente dovrà quindi dire addio alla mire sulla presidenza della banca centrale.

Ad ogni modo, fanno notare da Berlino, prima di capire esattamente come si muoveranno sia la Cancelliera sia gli altri player della politca tedesca, bisognerà attendere le lezioni regionali del 15 ottobre nel Land della Bassa Sassonia. Regione dove governa l'Spd e che, elemento non secondario, ha una quota non rilevante della Volkswagen, punta di diamante di Corporate Germania che ha sempre avuto voce in capitolo nelle scelte politiche di Berlino.

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