Economia

Bezos spazio, la nuova corsa è innovazione o vezzo per ricchi?

di Simone Guzzardi

Bezos spazio costo, portare passeggeri paganti a fare un giretto per la modica cifra di qualche centinaio di migliaia di dollari

Si sprecano i titoloni trionfalistici dei giornali per celebrare la nuova corsa allo spazio che vede in competizione due titani del capitalismo occidentale. Da una parte abbiamo Virgin Galactic dall’altra Blue Origin. Da una parte Richard Branson, fondatore di Virgin Group con patrimonio personale di 4.3 miliardi di dollari, dall’altra Jeff Bezos, fondatore di Amazon con un patrimonio personale di oltre 200 miliardi di dollari.

Questi i due avversari per la nuova corsa allo spazio. Corsa vinta per un pugno di giorni dal primo, in orbita

l’11 luglio, 9 giorni prima dell’analoga impresa di Bezos. Ma non tutto si fa per la gloria, soprattutto quando sono coinvolti grandi business man. E qual è, in questo, caso il business? Il turismo spaziale. Portare passeggeri paganti a fare un giretto nello spazio per la modica cifra di qualche centinaio di migliaia di dollari.

Ma facciamo decisamente molti passi indietro nella storia: era il 1961, sessanta anni fa, quando Jury Gagarin fu il primo uomo andò in orbita nello spazio. Da notare che arrivò a un’altitudine massima di 300 km. All’incirca il triplo dell’altitudine dei voli spaziali organizzati dai due paperoni, usciti di poco dall’atmosfera terrestre. Ricapitolando: 60 anni prima, il triplo dell’altitudine. Nonostante quello che scrivono molti giornali, non si può certo affamare che le imprese di questi giorni siano innovative.

L’innovazione è aprire la pista a (mini)voli spaziali a pagamento per ricchi senza nessuna utilità per il resto del genere umano? In tempi in cui si parla - e straparla - di sostenibilità e combustibili fossili sono visti come il male, o nel migliore dei casi come il passato, possiamo chiedere sommessamente qual è la carbon foot print di ognuno di questi voli? Vogliamo immaginarci l’inquinamento e lo spreco di risorse quando si passerà dalla fase sperimentale a quella commerciale? Lo dico da liberista convinto, il vero progresso è altro, è innovazione, è utilità, e responsabilità e qui vedo solo spreco di preziose risorse per un business chiuso in un circolo di pochi paperoni.