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Economia
Blockchain, verso la rivoluzione del settore dell’intermediazione assicurativa

La Blockchain è una tecnologia che consente la creazione e l’aggiornamento di un database condiviso di informazioni, strutturato per blocchi in maniera tale che ciascuna operazione – contenuta all’interno dei blocchi stessi – potrà dirsi validamente compiuta solo se “approvata” da tutti gli altri già presenti. Pertanto, qualsiasi transazione compiuta verrà “censita” dal sistema, che le attribuisce una sorta di c.d. marcatura temporale. Va da sé, quindi, che la Blockchain è anche un valido strumento di certificazione, consentendo l’assoluta certezza delle operazioni tanto nell’ora, nelle parti, nell’oggetto, etc. È evidente che i vantaggi apportati da tale sistema sono molteplici, ragion per cui può ben sostenersi che tale strumento rivoluzionerà il sistema di vita attuale, importando – per prima cosa – una nuova visione dell’informatica, intesa quale ecosistema di informazioni condivise sulle quali ciascun partecipante è, al tempo stesso, parziale titolare e autore.

Volendo estremizzare la presente posizione, non sarebbe azzardato pronosticare la futura superfluità di alcune categorie di pubblici ufficiali. Infatti, a cosa servirebbe una certificazione di pubblica fede compiuta da un essere umano quando la stessa può essere parimenti fornita da un algoritmo matematico immodificabile? A voler portare l’argomento su di un terreno più pratico, in Italia è stato da tempo avviato un innovativo progetto tecnologico che coniuga il mondo assicurativo e la Blockchain. Sicuramente uno dei tanti – basti pensare all’uso che se n’è fatto nella catena di distribuzione dei prodotti alimentari – il quale, però, a differenza dei precedenti, ha in sé la potenziale attitudine a rivoluzionare il sistema attuale in misura decisamente più dirompente. Si tratta di una delle prime forme di sperimentazione ad ampio raggio a tema intermediazione, fondato sul binomio prodotti assicurativi-Blockchain, che permette, da un lato, “alle imprese di personalizzare la configurazione dei prodotti e di gestire il ciclo di vita della polizza end-to-end in maniera più efficiente e veloce”, e al cliente, dall’altro, di avere la “possibilità di acquistare, in pochi click, un prodotto completamente digitale e innovativo” (insuranceblockchainsandbox.com)

Insomma, un potenziale modello di business che potrebbe rivoluzionare completamente il settore dell’intermediazione assicurativa. Il progetto, nato grazie alla collaborazione dei suoi promotori, CeTIF, Reply, Ania e IVASS, si pone il duplice obiettivo di “realizzare un prototipo funzionante per toccare con mano le potenzialità della tecnologia” e di “analizzare gli impatti sui processi esistenti e i benefici attesi” (insuranceblock chainsandbox.com). A partecipare alla sperimentazione diverse realtà imprenditoriali, fra compagnie di assicurazione e istituiti bancari, che hanno tentato di creare – riuscendoci – polizze istantanee all’interno del c.d. Insurance Blockchain Sandbox, un “ecosistema” supervisionato e controllato che consente il test dei prodotti e dei servizi assicurativi in via di sperimentazione. In questo caso, si è trattato delle sole polizze di copertura del rischio maltempo, ritardo del volo aereo e smarrimento del bagaglio.

Non è di certo la prima volta che il Sandbox regala soddisfazioni. Infatti, è stato terreno di prova per un precedente progetto, partorito e condotto ancora una volta da Ania, il cui scopo era la creazione di una piattaforma digitale dedicata all’Alternative Dispute Resolution (ADR), un servizio funzionale alla risoluzione delle possibili controversie tra clienti e compagnie in materia di risarcimenti RC Auto, basato su un meccanismo c.d. ad asta cieca. In altre parole, le parti presentavano sulla piattaforma delle proposte economiche di risarcimento che il sistema tentava di contemperare fra loro. Sia in caso di esito positivo che negativo, lo stesso elaborava un modello contrattuale di accettazione o rifiuto, a seconda dei casi. Ebbene, anche con il recente esperimento su Blockchain i primi risultati non sono di certo mancati, e non potevano che essere positivi. Infatti, “grazie alla digitalizzazione, è stata migliorata la customer experience: il tempo minimo di sottoscrizione è risultato essere di soli 6 minuti, elemento che ha portato a un elevato livello di soddisfazione dei clienti nei confronti della piattaforma e dei prodotti offerti. Per le imprese di assicurazione, è stata stimata, inoltre, [nel] 60% la riduzione dei costi operativi nella fase di apertura sinistri e liquidazione rispetto a un prodotto assicurativo tradizionale simile” (reply.com).

Le sperimentazioni citate consentono di riflettere in maniera più approfondita sul “prodotto” Insurance-Blockchain. In particolare, sarebbe curioso – oltre che stimolante, per diversi aspetti – testare con mano progetti di più ampio respiro, condotti in prima persona dalle compagnie assicurative, in un ecosistema non protetto come quello del Sandbox. Sarebbe, in altre parole, il vero banco di prova della Blockchain, che potrebbe quindi incentivare altri operatori, non necessariamente attivi nella medesima area merceologica, a ricorrere a tale tecnologia per la gestione di gran parte degli aspetti professionali delle attività economiche condotte.

a.fiorelli@fclaw.eu

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