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Economia
Bruxelles taglia le stime sul Pil Ue, l'Italia tra i paesi più colpiti: -1,7%

L'inflazione complessiva nell'area dell'euro è salita al 7,5% ad aprile, "il tasso più alto nella storia dell'unione monetaria" 

La crescita c'è, ma non come ci si aspettava. Tra guerra in Ucraina, inflazione, questione energetica e rischio stagflazione, la commissione europea, rispetto alle previsioni di febbraio, ha tagliato ulteriormente le stime di crescita del Pil per l'area euro, che cresce del 2,7% e del 2,3% rispettivamente contro la precedente previsione di 4% e 2,7%.

Ma non solo. Anche il tasso di inflazione nell'area euro aumenterà quest'anno al 6,1% rispetto al 2,6% nel 2021 (stima di febbraio 3,5%); nel 2023 calerà al 2,7% (stima di febbraio 1,7%). Il tasso di disoccupazione si attesterà sul 7,3% in calo rispetto al 7,7% nel 2021 per portarsi al 7% l'anno prossimo. In partciolare, nella Ue il tasso di inflazione sarà uest'anno al 6,8%, l'anno prossimo al 3,2%. La disoccupazione al 6,7% e al 6,5% rispettivamente. 

Entrando nel dettaglio, la Commissione prevede che in Germania il Pil crescerà dell'1,6% quest'anno e del 2,4% l'anno prossimo, la Spagna del 4% e del 3,4%, la Francia del 3,1% e dell'1,8%. Mentre per l'Italia il Pil dovrebbe scendere al 2,4% nel 2022 e rallentare all'1,9% nel 2023, rispetto al 4,1% e al 2,3% previsti a febbraio. Nelle previsioni di primavera Bruxelles segnala che "la maggior parte della crescita dell'Italia" per il 2022 è "attribuibile a un effetto di trascinamento" legato alla "rapida ripresa" registrata nel 2021. A causa dell'attuale contesto geopolitico "le prospettive restano soggette a pronunciati rischi al ribasso. 

In questo contesto, l'inflazione ha preso slancio dall'inizio del 2021. Dal 4,6% su base annua nell'ultimo trimestre del 2021 è salita al 6,1% nel primo trimestre del 2022. Nell'area dell'euro è salita al 7,5% ad aprile, "il tasso più alto nella storia dell'unione monetaria". Dovrebbe raggiungere il picco del 6,9% nel secondo trimestre di quest'anno e diminuire gradualmente in seguito.

Nel 2021 nell'economia Ue sono stati creati oltre 5,2 milioni di posti di lavoro, che hanno attirato quasi 3,5 milioni di persone in piu' nel mercato del lavoro. Inoltre, il numero dei disoccupati e' diminuito di quasi 1,8 milioni di persone. I tassi di disoccupazione alla fine del 2021 sono scesi al di sotto dei precedenti minimi storici.

Le condizioni del mercato del lavoro secondo Bruxelles "dovrebbero migliorare ulteriormente". Si prevede che l'occupazione nella Ue aumenterà dell'1,2% quest'anno, sebbene questo tasso di crescita annuale sia stimolato dal forte slancio nella seconda meta' dello scorso anno. Le persone in fuga dalla guerra in Ucraina verso la Ue dovrebbero entrare nel mercato del lavoro solo gradualmente, con effetti tangibili che diventeranno visibili solo dal prossimo anno, 

Il deficit/pil nell'area euro passerà quest'anno dal 5,1% del 2021 al 3,7% e l'anno prossimo al 2,5% (Ue dal 4,7% al 3,6% e al 2,5%). Il debito/pil passera' dal 97,4% l'anno scorso al 94,7% quest'anno e al 92,7% l'anno prossimo. Nella Ue dall'89;7% l'anno scorso all'87,1% quest'anno e all'85,2% l'anno prossimo. Complessivamente il rapporto di previsione di primavera indica che i disavanzi pubblici continuano a diminuire, ma aumentano i costi legati alla guerra.

Nonostante i costi delle misure per mitigare l'impatto dei prezzi elevati dell'energia e per sostenere le persone che fuggono dall'Ucraina, il disavanzo pubblico aggregato nella e' destinato a diminuire ulteriormente nel 2022 e nel 2023 poiche' le misure temporanee di sostegno per il Covid 19 continuano a essere ritirate. Dopo essere sceso nel 2021 a circa il 90% (97% nella zona euro) dal picco storico di quasi il 92% del pil nel 2020 (quasi il 100% nella zona euro), il rapporto debito/pil aggregato Ue dovrebbe continuare la discesa rimanendo al di sopra del livello pre-Covid

Gentiloni: “In Italia c'è spazio fiscale per altre misure se con prudenza, no allo scostamento di bilancio”

“L'incertezza sulle prospettive è chiaramente aumentata e i rischi” legati “al ribasso” della crescita Ue “sono prevalentemente legati alla durata della guerra”, ha dichiarato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche di primavera della Commissione europea.

“Data la natura e l'entità senza precedenti degli shock che colpiscono l'economia dell'Ue, la nostra previsione di base è supportata da diverse ipotesi tecniche”, ha precisato Gentiloni. La Commissione ha ipotizzato che "le tensioni geopolitiche estremamente elevate non dovrebbero normalizzarsi prima della fine dell'orizzonte di previsione”, ovvero della fine del 2023. “Nell'orizzonte di previsione, è la seconda ipotesi, non si verificano interruzioni significative della fornitura di materie prime energetiche all'economia dell’Ue”, ha sottolineato il commissario.                

Bankitalia: nuovo record del debito pubblico italiano a marzo, oltre quota 2.755 miliardi

In questo quadro di crisi, il debito pubblico italiano aggiorna il suo massimo storico ad aprile. Il mese scorso, segnala la Banca d'Italia, il debito delle Amministrazioni pubbliche è cresciuto di 18,9 miliardi rispetto a marzo, attestandosi a 2.755,4 miliardi. L’aumento, spiega l'istituto centrale, è dovuto al fabbisogno (22,8 miliardi), che ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (6,4 miliardi, a 95,6); l’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha incrementato il debito per 2,4 miliardi.

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 18,9 miliardi; quello delle Amministrazioni locali e quello degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. Alla fine di marzo la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 25,5 per cento (invariata rispetto al mese precedente); la vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,6 anni.   A marzo le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 33,2 miliardi, in aumento del 10,2 per cento (3,1 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2021. Nel primo trimestre dell’anno le entrate tributarie sono state pari a 108,9 miliardi, in crescita del 13,5 per cento (13,0 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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