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Economia
Cina, Evergrande il gigante immobiliare rischia il fallimento come la Lehman

Evergrande, il secondo gruppo immobiliare della Cina, è vicinissimo al collasso. Ha comunicato che potrebbe non riuscire a pagare i suoi attuali 254 miliardi di euro di debiti. Un debito, quello del “Grande Rinoceronte Bianco”, come viene chiamata la gigantesca società, che rappresenta circa il 2% del PIL del Paese asiatico. Il settore immobiliare cinese, secondo gli analisti finanziari, vale quasi il 30% di tutto il suo Prodotto Interno Lordo.

E’ chiaro che un tracollo di queste dimensioni significherebbe non solo la scomparsa di milioni di posti di lavoro, ma una catastrofe economica molto simile a quella della Lehman Brothers. Anche perchè non sarebbe irrilevante l’effetto contagio che toccherebbe banche e investitori cinesi, principali creditori di Evergrande. Solo a questi due comparti la società è esposta per quasi 40 miliardi di dollari.

Xu Jiayin, valutato da Forbes il decimo miliardario cinese, aveva fondato il Gruppo nel 1996. 200.000 dipendenti diretti e circa 4 milioni di posti di lavoro indiretti.

Attualmente sta lavorando su 1.300 progetti in 280 città e ha venduto case a 12 milioni di proprietari, secondo il suo sito web.

Considerata da Forbes il 43esimo gruppo più grade al mondo Evergrande ha la sede centrale a Guangzhou, capitale del del Guangdou.

Oltre ad essere proprietaria della squadra di calcio locale, il Guangzhou FC., la società è quotata alla Borsa di Hong Kong.

Pur avendo il core business nell’immobiliare il gigante ha diversificato i suoi interessi  nel settore automobilistico, alimentare, audiovisivo, tecnologia, assicurativo e dell’intrattenimento.

I debiti di Evergrande erano conosciuti fin dal 2015 quando la società aveva cominciato ad emettere obbligazioni altamente redditizie per finanziarsi. All’epoca i debiti erano già di 57 miliardi di dollari facendola assurgere al non invidiabile ruolo di “immobiliare più indebitata al mondo”.

Nel 2020 il governo di Xi Jingping ha annunciato misure per controllare l'indebitamento delle società immobiliari. Da quel momento Evergrande ha provato a ridurre il suo enorme debito, vendendo immobili scontati al 30% ed alcuni rami d’azienda.

Ma le misure, operate in ritardo, non hanno avuto effetto. Il dating creditizio è continuato a scendere con le azioni crollate e le obbligazioni diventate carta straccia.

Anche S&P e Moody's hanno declassato il rating e sono cominciate ad arrivare querele e accuse di insolvenza.

Quest’anno l’utile netto della società è calato del 30% circa e le azioni sono scese dell’82%. A fronte di ciò

la società ha comunicato di non essere in grado di pagare gli interessi sui prestiti alla fine del mese. La stessa

Bloomberg ha dichiarato che entro la fine del 2021 Evergrande dovrebbe pagare ai suoi creditori circa 669 milioni di dollari in obbligazioni ed entro aprile 2022, altri 3,45 miliardi.

Il fallimento del gruppo trascinerebbe con sé milioni di persone sia all’interno che fuori dai confini cinesi.

Adesso la parola passa al Governo. Ancora non è chiaro se deciderà il salvataggio o il fallimento ma sta di fatto che la People's Bank of China è stata costretta a “pompare” sul mercato 14 miliardi per riportare la calma.

Liquidata, ristrutturata o salvata sono grandi punti di domanda che preoccupano, e non poco, la più grande economia del mondo.

 

 

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