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Economia
Conte-Di Maio, la nuova battaglia è sul tfr. L’ex-ministro: “Li donerò”

Conte rivuole indietro il Tfr degli ex-5 Stelle. Di Maio: "Li donerò"

A lanciare la bomba è Repubblica: il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte starebbe avviando richiesta formale di restituzione di una quota del tfr destinata a quei membri dei 5 Stelle che oggi, una volta usciti dal Parlamento, hanno scelto di non rimanere tra i Pentastellati. Il nome più "celebre" è quello di Luigi Di Maio il quale, poco prima della caduta del governo Draghi, aveva lasciato i 5 Stelle per dare vita insieme a Bruno Tabacci a Impegno Civico, creatura che ha ricevuto un risultato modesto alle elezioni tanto da far finire l'ex ministro degli Esteri fuori dal Parlamento. Di più: Conte vorrebbe proprio cambiare le regole di restituzione dei soldi al partito. Il motivo? Le versioni divergono, le malelingue sostengono che sia un modo per rendere più "attraente" il Movimento.

Fonti vicine a Luigi Di Maio fanno sapere ad Affaritaliani.it che, ad oggi, l’ex capo politico dei 5 Stelle non ha ricevuto alcuna somma relativa al suo tfr, e che quando avverrà comunicherà le modalità con cui aiuterà la collettività. Da notare, infatti, che a quanto risulta ad affaritaliani.it il nuovo regolamento di Giuseppe Conte prevede uno sconto sulle restituzioni: solo 8mila euro a legislatura da restituire a fronte dei 45mila a legislatura che incasserà ogni ex parlamentare. Una cifra molto lontana da quella prevista nei regolamenti approvati da Di Maio nel 2018, e confermati nel 2021, che prevedevano la restituzione di circa i due terzi dell'assegno, ovvero 30mila euro.

Dunque la questione è tutt'altro che banale: mentre a chi è rimasto nei 5 Stelle e a chi in futuro riceverà il trattamento di fine rapporto verrà chiesto una quota di circa il 16% dell'assegno, ai transfughi verrà chiesto di ridare il 66%. Inoltre, come riporta Repubblica, le nuove disposizioni che sta sistemando Conte prevedono una detrazione di 2.500 euro al mese, come in passato, ma con una dotazione raddoppiata per il partito (2.000 contro i 1.000 in passato) e solo 500 per le associazioni no-profit o da devolvere alla collettività. 

Insomma, che tra Di Maio e i 5 Stelle le cose fossero finite male lo si era già intuito, ma ora che c'è da mettere mano al portafoglio la vicenda si complica ulteriormente. E l'ex ministro, che se dovesse venire confermato come Rappresentante speciale dell'Ue per il gas nel Golfo Persico percepirebbe 12mila euro al mese, sa che è questa - e non la politica - la partita da vincere a tutti i costi. 

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