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Economia
Coronavirus, Axpo: con smartworking servizio garantito. Rischio calo liquidità

Coronavirus, Axpo: smart working e alta tecnologia permettono la continuità del servizio. La domanda che i clienti fanno più spesso è sulla possibilità di non pagare le bollette. Il rischio maggiore per le imprese è un calo di liquidità. Ne abbiamo parlato con Simone Demarchi, Amministratore Delegato Axpo Italia.

Nel giorno in cui Axpo Italia tramite Pulsee, la sua energy company full digital, ha scelto di sostenere le famiglie italiane offrendo due mesi di energia elettrica e gas alle famiglie italiane, aderendo al progetto di solidarietà digitale del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Affari Italiani ha parlato con Simone Demarchi, Amministratore Delegato Axpo Italia, per fare il punto sulle misure messe in campo finora per fronteggiare l'emergenza del Corona virus e sugli scenari futuri che riguarderanno il sistema Paese.

Emergenza Covid-19: come si è organizzata l’azienda per garantire operatività e continuità del servizio offerto?

L’emergenza Covid-19 ha richiesto una ridefinizione delle nostre attività sia negli impianti di produzione, sia nelle sedi di Genova, Milano e Roma.  Fina da subito a Milano abbiamo ridotto al più possibile la presenza in ufficio, ma ci siamo mossi in anticipo anche nelle altre sedi. Per venire incontro alla necessità di continuare il nostro lavoro in sicurezza, garantendo i servizi ai nostri clienti, abbiamo attivato per tutta la popolazione aziendale la possibilità di accedere da remoto, anche tramite il proprio pc personale, ai server aziendali.

E Per quanto riguarda le centrali?

Le nostre centrali sono al sud, zona, al momento, meno toccata dall’emergenza. Essendo comunque un servizio di pubblica utilità ci siamo organizzati per garantire il funzionamento della rete elettrica mantenendo la massima sicurezza per i dipendenti.

Quali misure cautelari sono state adottate per scongiurare il rischio di diffusione interna del virus?

Oltre allo smart working nelle tre sedi Axpo, abbiamo messo in campo misure straordinarie, riducendo la presenza del personale al minimo indispensabile. Da dieci giorni a questa parte la presenza in ufficio è diminuita a meno del 10%. Abbiamo distribuito disinfettante per mani e chiesto di mantenere le distanze di sicurezza; non abbiamo mascherine ma in questo momento credo sia più giusto le abbiano le strutture sanitarie. Per garantirne la massima sicurezza con i colleghi di ASPI abbiamo definito misure eccezionali: un presidio sanitario all’ingresso dell’impianto, mascherine da indossare durante il turno, abbiamo aumentato i turni di pulizia di uffici, ambienti di lavoro separati così da ridurre al minimo i contatti tra i dipendenti. 

Avete istituito una persona di riferimento che coordini le questioni relative alla sicurezza?

Abbiamo istituito un “Comitato crisi” composto da colleghi che si riuniscono ogni due giorni per capire l’efficacia delle procedure in atto, per identificarne di nuove e fornire ai dipendenti informazioni generali. In questo momento una comunicazione chiara e tempestiva è fondamentale. Soprattutto è importante valutare le problematiche legate a che cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi. 

Quali sono le maggiori problematiche che vi aspettate?

Un calo di liquidità. È evidente che come Axpo avremo un risultato minore, ma sarà legato soprattutto al deterioramento dei crediti. Credo siano necessari interventi da parte dello Stato per garantire liquidità nel breve termine, altrimenti la situazione potrebbe diventare davvero molto complicata. 

Avete introdotto o aumentato, se già istituita in precedenza, la politica di smart working? State rilevando una maggior produttività dei dipendenti che hanno adottato tale pratica? 

Avevamo già attivo un piano di smart-working che era stato messo in campo nella sede di Genova in seguito alla caduta del ponte Morando; adesso, ovviamente, la politica dello smart working è stata decisamente aumentata. Anche se l’operazione può sembrare semplice, effettuarla in così poco tempo, garantendo la massima sicurezza informatica così come è stato fatto, ha comportato un’attività intensissima da parte di tutti i reparti IT coinvolti. L’investimento è stato importante ma necessario per garantire a tutti la possibilità di lavorare da remoto.  

Per far tutto questo, abbiamo interagito con diversi fornitori esterni per trovare rapidamente soluzioni innovative che ci consentissero di reindirizzare il traffico telefonico e web dell’assistenza clienti in modalità smart working, garantendo continuità di servizio a tutti i nostri clienti anche in questo momento particolarmente difficile. Il feedback è molto positivo e abbiamo potuto contare su tutto il personale che ha fatto da subito squadra.

Ad oggi è evidente che l’attività è rallentata. L’importante è andare avanti cercando di mantenere un livello di servizio accettabile per i nostri clienti, anche se in questo momento la domanda principale che ci viene posta è se si possono non pagare le bollette.

E voi che cosa rispondete?

Comprendiamo il momento di difficoltà per le famiglie (e per le imprese) ma al momento non è prevista la possibilità di non pagare le bollette, ad eccezione per gli undici comuni dell’iniziale zona rossa per i quali Arera sta studiando la formula migliore. Non è auspicabile in questi momenti di emergenza annunciare il blocco delle bollette quando questo non è possibile, alimentando confusione presso le aziende e i cittadini. In questo momento complicato penso che bisognerebbe parlare di meno, lasciare la parola agli esperti, e agire di più, ma con chiarezza e nel rispetto delle regole. 

Ad esempio voi oggi, tramite Pulsee, avete lanciato un’iniziativa importante: due mesi di energia elettrica e gas alle famiglie italiane, aderendo al progetto di solidarietà digitale del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione. 

Sì, a chi volesse sottoscrivere un nuovo contratto con Pulsee offriamo due mesi di energia elettrica e gas alle famiglie italiane. Per le attivazioni effettuate dal 12 marzo al 3 Aprile 2020, Pulsee sconterà interamente l’importo della prima bolletta, sia nel caso di forniture complete luce+gas, sia per singole offerte luce o gas. Penso sia uno dei modi con cui le aziende italiane possono aiutare le famiglie. 

Ad oggi, avete riscontrato un impatto economico del virus sul business dell’azienda?

È un dato che sarà più realistico alla fine di questo periodo. Per noi l’impatto principale sul business sarà un aumento delle svalutazioni del fondo crediti. Se rischiamo noi, che siamo una società grande e solida, di dover far fronte a necessità di cassa non indifferenti, immagino che per aziende meno consolidate della nostra la situazione possa essere ancora più grave. Sappiamo che molti nostri clienti, grandi e piccole e medie imprese, sono in situazioni di sofferenza. Per ora siamo concentrati a garantire la continuità dei servizi ai nostri clienti e la disponibilità di energia elettrica al Paese nella massima tutela. Da un punto di vista operativo noi non abbiamo grandissimi problemi. Il vero punto è quali saranno i tempi di recupero del tessuto industriale, produttivo, turistico del Paese.

Secondo lei?

Penso e spero che la situazione del nostro Paese sarà similare, nei tempi e nelle modalità di ripresa, a quella cinese. Metterei la firma per una ripartenza a inizio maggio. 

Quali sono le strategie che l'azienda intende adottare per affrontare le conseguenze del virus sulle attività a lungo termine?

In primis, essere sempre in contatto con i nostri clienti per trovare soluzioni e rispondere alle loro esigenze. Mantenere poi alta la soglia di attenzione, seguire misure di contenimento che verranno varate dal Governo. E valutare nuove opportunità che potranno nascere dal cambiamento in atto.  

 


 

 

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