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Economia
Creval, Maioli all'attacco di Bofa-Mediobanca. Stoccata a Sondrio sui bonus

Mentre, come prevedibile, non scatta la corsa degli investitori al secondo giorno di Opa a consegnare le azioni (solo 764, corrispondenti allo 0,00112 del capitale), il Credit Agricole Italia va all'attacco e critica Mediobanca e Bank of America, advisor del Creval sull’operazione di acquisizione, e l’intero Cda della banca valtellinese guidato da Luigi Lovaglio per non aver atteso la conclusione dell’offerta nel convocare l’assemblea chiamata, oltre che a rinnovare il board, anche a esprimersi sulle modifiche alla politica di remunerazione dei vertici in carica. 

Il motivo? I cambiamenti introdurrebbero in Zona Cesarini bonus e benefit certi anche in caso di cessazione anticipata del rapporto (golden parachute). Situazione che si verificherebbe immediatamente in caso di successo dell’Opa della banque verte che piazzerebbe un board di propria espressione, licenziando i consiglieri appena rinnovati.

Luigi Lovaglio amministratore delegato gruppo Creval

L'amministratore delegato del Creval Luigi Lovaglio


 

Commentando la decisione del consiglio del Creval di definire il prezzo offerto (10,5 euro) "non congruo”, i francesi replicano immediatamente a Mediobanca e Bofa bollando le loro analisi come “fuorvianti”. Per gli advisor, come anche la Borsa sta dimostrando, il prezzo giusto per mettere le mani sul 100% del Creval è compreso in un range fra un minimo di 12,95 e un massimo 22,7 euro per azione. Ma per l’Agricole, "gli intervalli di valutazione inclusi nel comunicato dell'emittente sono significativamente ampi e mancano di illustrare con chiarezza le assunzioni sottostanti a tali valutazioni, risultando pertanto potenzialmente fuorvianti e non fornendo una valutazione obiettiva e attendibile dell'offerta agli azionisti di Creval".

Oltretutto per indicare gli intervalli di valore, stigmatizzano i francesi capitanati in Italia da Giampiero Maioli, sono stati impiegate da Piazzetta Cuccia&C tre metodologie differenti. E, in aggiunta, nonostante il Credito Valtellinese sia una società quotata, il board del gruppo valtellinese non ha considerato tra le metologie valutative l'utilizzo dei prezzi di Borsa, non evidenziando in maniera chiara i premi impliciti riconosciuti sulle quotazioni di mercato delle azioni dell'istituto di Sondrio. 

LP 9906315
 

"Il Cda - si legge infatti nella nota dell’Agricole Italia- non ha confrontato il premio riconosciuto con quanto pagato mediamente in altre operazioni di mercato similari. Il prezzo delle azioni di Creval, come evidenziato nel comunicato dell'emittente, ha registrato una performance di +19,9% dall'inizio del 2020 fino al 20 novembre 2020 (ossia l'ultimo giorno di Borsa aperta precedente la data di annuncio dell'offerta), significativamente superiore alla performance dell'indice Ftse Italy Banks (-22,1%), già riflettendo un significativo M&A upside (ad esempio, un incremento superiore al 15% dall'intervista dell'amministratore delegato di Creval e dalle speculazioni di stampa relative a M&A pubblicate a fine settembre fino al 20 novembre 2020). Questo elemento dovrebbe essere tenuto in considerazione nella valutazione del premio riconosciuto dall’offerta”.

Contrariamente all’”ottimo profilo di rischio“ e “al percorso di crescita” su cui Lovaglio ha dichiarato di aver messo la banca di Sondrio, l’Agricole sottolinea poi come invece il Creval abbia una limitata redditività ricorrente e come il costo del credito riportato dall'istituto valtellinese nel 2020 sia significativamente inferiore a quello delle altre principali banche italiane ritenute comparabili.

Credito Valtellinese
 

Inoltre, il “surplus di capitale di Creval” di cui a detta di Lovaglio, potrebbero beneficiare i francesi e “non adeguatamente valorizzato”, per l’Agricole non riflette nè il “potenziale deterioramento della posizione di asset quality nell'attuale contesto Covid-19” nè “i futuri headwind e limiti regolamentari”.

Apprezzando infine le dichiarazioni di Lovaglio in merito “al razionale strategico dell’offerta” e dicendosi fiducioso sull'esito dell'operazione, il gruppo di Maioli chiede di rinviare "alla prima data utile successiva alla chiusura" dell'Opa del 21 aprile (salvo proroghe) l’assemblea in calendario il 19 aprile per evitare “ricadute negative e inutili aggravi di tempi e costi che deriverebbero” dal “duplice rinnovo dell'organo amministrativo in un arco temporale ristretto”.

@andreadeugeni

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