Economia
Dai BTP al mattone, il risparmio degli italiani cambia pelle. Ma la prudenza nell'investire batte ancora il rendimento
L’aumento dei tassi, l’inflazione e la diffusione delle piattaforme fintech stanno spingendo gli italiani verso una maggiore consapevolezza finanziaria

Dai BTP agli ETF: il risparmio degli italiani cambia pelle
Nonostante le continue turbolenze dei mercati e l’incertezza economica, gli italiani restano tra i popoli più risparmiatori d’Europa. Ma come investono davvero i loro soldi? E perché continuano a privilegiare la sicurezza rispetto al rendimento? Secondo le ultime indagini di Banca d’Italia e Consob, il patrimonio finanziario delle famiglie italiane supera i 5.000 mld di euro. Una cifra enorme, ma distribuita in modo molto conservativo.
La quota più rilevante, circa 1/3 del totale, è parcheggiata in conti correnti e depositi bancari, strumenti liquidi ma poco redditizi. Un comportamento dettato da un mix di prudenza, scarsa fiducia nei mercati e una storica preferenza per il “mattone”. Dopo anni di tassi vicini allo zero, i BTP E BOT sono tornati protagonisti. Le ultime emissioni del BTP Valore e del BTP Italia hanno registrato adesioni record da parte dei piccoli risparmiatori, attratti da rendimenti superiori al 3,5%.
Oltre al ritorno del guadagno reale, molti italiani vedono nei Titoli di Stato una forma di “patriottismo finanziario”: un modo per sostenere il Paese senza rinunciare alla sicurezza. L’amore per la casa di proprietà resta intatto. Più del 75% delle famiglie italiane possiede almeno un immobile, e per molti il mattone continua a rappresentare un rifugio contro l’inflazione e le incertezze dei mercati.
Tuttavia, la redditività degli investimenti immobiliari è in calo, e i costi di manutenzione e tassazione ne riducono l’attrattiva. Nonostante ciò, la casa resta il simbolo della stabilità economica e familiare. Negli ultimi anni si è aperta una breccia: cresce la diffusione di fondi comuni, ETF e piattaforme di investimento online. I giovani under 40, più digitali e informati, mostrano un interesse crescente per gli ETF a basso costo, gli investimenti sostenibili (ESG) e le soluzioni di risparmio gestito.
Anche l’educazione finanziaria seppur ancora bassa sta migliorando grazie a social media, fintech e influencer del settore. Un piccolo ma significativo segmento di risparmiatori ha iniziato a esplorare criptovalute, oro digitale e crowdfunding immobiliare.
Tuttavia, la quota resta marginale (meno del 3% del patrimonio totale), segno che il fascino del rischio rimane confinato a una minoranza. Le scelte d’investimento degli italiani si spiegano anche con fattori culturali: a) memoria della crisi: dagli anni ’90 al 2011, molti hanno vissuto fallimenti bancari e crolli di Borsa. b) scarsa educazione finanziaria: oltre il 60% degli italiani non conosce bene i principi base di diversificazione e rischio/rendimento. c) centralità della famiglia: si tende a pensare in ottica di protezione, più che di crescita del capitale. d) sfida generazionale: mentre gli anziani privilegiano la stabilità, i giovani iniziano a sperimentare con strumenti moderni e digitali.
Il panorama sta cambiando. L’aumento dei tassi, l’inflazione e la diffusione delle piattaforme fintech stanno spingendo gli italiani verso una maggiore consapevolezza finanziaria. Le nuove generazioni potrebbero essere le prime a rompere il tabù del rischio, abbracciando un approccio più globale e diversificato. In sintesi: l'Italia resta un Paese prudente ma più aperto al cambiamento. Dal mattone agli ETF, il risparmio sta evolvendo, lentamente ma inesorabilmente.
