Economia
Fmi: rischi da frenata delle economie emergenti

Nel primo semestre del 2015 la crescita globale "resta moderata" ed è calata rispetto al semestre precedente, a fronte di un "ulteriore rallentamento delle economie emergenti e una debole ripresa nelle economie avanzate". Lo si legge in un documento preparato dallo staff del Fondo Monetario Internazionale in vista dei lavori del G20 di Ankara. "In un contesto di crescente volatilita' dei mercati finanziari, flessione dei prezzi delle materie prime, indebolimento dei flussi di capitale in entrata e deprezzamento delle valute dei mercati emergenti, i rischi per le prospettive sono saliti, soprattutto per i mercati emergenti e le economie in via di sviluppo", spiega poi l'organismo guidato da Christine Lagarde.
Per quanto riguarda la Cina, la transizione del Paese verso tassi di crescita piu' bassi "sebbene in linea con le attese, sembra avere ripercussioni esterne più vaste di quanto previsto, come evidenziato dal calo dei prezzi delle materie prime e delle azioni". Secondo l'istituto di Washington, la frenata di Pechino ha avuto inoltre effetti negativi sui volumi del commercio globale, che "si sono contratti nel secondo trimestre, mettendo in luce l'incapacità degli investimenti di crescere come previsto". "In Cina, sulla scia di una dovuta correzione nel settore delle costruzioni, gli investimenti hanno rallentato rispetto all'anno scorso ma la crescita dei consumi e' rimasta stabile", prosegue la nota, "con la contrazione delle importazioni, le esportazioni nette hanno contribuito positivamente alla crescita nonostante dati piu' deboli del previsto".
Il recente tonfo dei mercati finanziari "non dovrebbe però scoraggiare le autorita' cinesi a portare avanti riforme che diano ai meccanismi di mercato un ruolo più decisivo nell'economia, eliminino le distorsioni e rafforzino le istituzioni", prosegue il documento preparato dallo staff del Fmi. "In Cina la priorità politica è il raggiungimento di una transizione morbida verso ritmi di crescita piu' sostenibili, contenendo allo stesso tempo le vulnerabilita'", si legge ancora nel paper, che definisce poi il nuovo meccanismo per determinare il tasso di cambio del renminbi "un positivo passo verso un sistema di tassi di cambio fluttuante ed efficace entro i prossimi due anni".
Infine, per quanto riguarda il nostro Paese, i dati preliminari relativi al secondo trimestre mostrano che nell'area euro "Italia, Irlanda e Spagna" sono cresciute piu' del previsto. "La moderata ripresa dell'area euro è previsto prosegua nel 2015 e nel 2016, sostenuta da prezzi del petrolio piu' bassi e dall'indebolimento dell'euro", aggiunge il documento, secondo cui "si stima che la crescita acceleri in Germania, Francia, Italia e, soprattutto, in Spagna".