Economia
Gattei (Eni): "Extra-profitti? In Italia persi 11 miliardi, non ci sono magie"

Il cfo del cane a sei zampe: "Gran parte di quel risultato Eni l'ha fatto vendendo all'estero petrolio e gas come produttore"
Gattei (Eni): "In Italia abbiamo perso 11 miliardi in sette anni. Non paghiamo il gas con tariffe magiche"
"Un'addizionale sul profitto è ragionevole, ma è necessaria una base imponibile trasparente, chiara e facilmente rappresentabile verso l'esterno". A sottolinearlo sul 'Sole 24 Ore' è il cfo di Eni Francesco Gattei, nel giorno in cui il gruppo ha aggiornato l'ammontare del prelievo deciso dal governo Draghi. Non più 550 milioni, ma 1,4 miliardi. Perché questo riconteggio? "Eni ha pagato l'acconto del 40% il 30 giugno in linea con il dettato della legge e a valle della circolare del 23 giugno dell'Agenzia delle Entrate che prevedeva come esclusione, rispetto al saldo Iva, le operazioni attive extra-territoriali. L'11 luglio, però, con una nuova circolare, l'Agenzia ha precisato che l'esclusione poteva essere effettuata solo in presenza di una perfetta corrispondenza con operazioni passive fuori campo Iva" spiega. "A quel punto abbiamo fatto un interpello per capire come applicare questo criterio a transazioni macro non puntuali, ma la risposta restrittiva lascia al contribuente l'onere di dimostrare l'afferenza tra attivo e passivo in modo analitico" precisa il cfo.
Da qui l'integrazione fatta ieri sull'acconto: 340 milioni in più dei 220 milioni versati. Avete pagato anche una penale? "Assolutamente no, perché abbiamo operato secondo i dettami di legge. E la circolare dell'11 luglio consentiva di integrare il dovuto entro il 31 agosto senza sanzioni" sottolinea Gattei. Gli 836 milioni frutti del ricalcolo, quindi, cosa sono? "Sono figli di operazioni Iva in cui non possiamo collegare analiticamente agli attivi i passivi derivanti dall'acquisto di gas. E non sono necessariamente operazioni fatte in Italia".
Molte aziende hanno criticato questo prelievo. Lei che ne pensa? "Forse dovrebbe intercettare meglio i profitti e includere gli effetti delle operazioni di copertura con derivati tipiche di chi vende gas. Inoltre si confrontano due periodi diversi come dinamica economica. C'era di mezzo il lockdown e il grosso della seconda ondata del Covid". Il semestre si è chiuso con un boom di utili (+700%). Come spiega quel balzo allora? "Gran parte di quel risultato Eni l'ha fatto vendendo all'estero petrolio e gas come produttore. Poi, certo, vendiamo gas anche in Italia e in Europa, ma la fetta maggiore di quel gas l'acquistiamo a prezzi indicizzati in gran parte al Ttf. Non abbiamo contratti magici a prezzi fissi e bassi siglati anni fa". Dal 2014 al 2021, "a livello operativo, Eni ha perso in Italia 11 miliardi perché la raffinazione era in perdita, come la chimica, la produzione gas e la società di bonifica. Poi, se aggiungiamo anche gli oneri finanziari e le svalutazioni, le perdite salgono a 20 miliardi" sottolinea il cfo.