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Economia
Google condannato negli Usa: "Ha violato le leggi antitrust per le ricerche online"

Google condannato, ora cambiano le regole del web: tremano le Big Tech

Dagli Stati Uniti arriva una sentenza storica destinata a fare parecchio rumore: Google è stato condannato. Il colosso del web, per i giudici della Corte distrettuale degli Usa, ha "agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online". Questa sentenza rappresenta anche un primo indizio di un possibile limite del potere delle Big Tech ed è probabile che influenzi altre cause antitrust del governo contro Apple, Amazon e Meta. L'ultima sentenza antitrust significativa contro un'azienda tecnologica prese di mira Microsoft più di vent'anni fa. Il Dipartimento di Giustizia e alcuni Stati avevano fatto causa a Google, accusando l'azienda di aver consolidato illegalmente il suo predominio, in parte, pagando ad altre aziende, come Apple e Samsung, miliardi di dollari all'anno per far sì che Google gestisse automaticamente le query di ricerca sui loro smartphone e browser web.

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"Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio", ha affermato il giudice Mehta nella sua sentenza che è un duro verdetto per le grandi aziende tecnologiche che hanno utilizzato la loro pervasività in Internet per influenzare il modo in cui facciamo acquisti, consumiamo informazioni e cerchiamo online. "Questa decisione storica rende Google responsabile", ha detto Jonathan Kanter, il principale funzionario antitrust del Dipartimento di Giustizia, al New York Times. "Apre la strada all'innovazione per le generazioni future e protegge l'accesso alle informazioni per tutti gli americani".

Kent Walker, presidente degli affari globali di Google, ha annunciato che la società farà ricorso contro la sentenza. "Questa decisione riconosce che Google offre il miglior motore di ricerca, ma conclude che non dovremmo essere autorizzati a renderlo facilmente disponibile", ha affermato. Durante il processo, l'amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, ha testimoniato di essere preoccupato che il predominio del suo concorrente avesse creato un "Google web" e che il suo rapporto con Apple fosse "oligopolistico".






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