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Economia
Guerra Ucraina, riapre la Borsa di Mosca: ok alla contrattazione di 33 titoli

Guerra Russia Ucraina, dopo un mese riapre il mercato azionario alla Borsa di Mosca. Per Moody's il rischio default resta elevato 

A distanza di un mese il mercato azionario alla Borsa di Mosca riparte (parzialmente): giovedì 24 marzo, annuncia la Banca centrale russa, 33 azioni incluse nell’indice Moex torneranno a contrattare dalle 9.50 alle 14 ora locale. Saranno vietate le vendite allo scoperto su questi titoli. Il 24 febbraio, giorno in cui il presidente russo Putin ha dato il via all’invasione dell’Ucraina, il principale indice azionario russo è crollato del 33%, per poi rimbalzare il giorno successivo del 20%, ultimo giorno di negoziazione per le azioni alla Borsa di Mosca.

Intanto, anche oggi la Banca di Russia ha deciso di negoziare prestiti federali alla Borsa di Mosca, ma ha tenuto chiuso il mercato azionario. La banca ha però consentito ai future per le obbligazioni di prestito federale (Ofz) e all'indice Rgbi di riprendere le negoziazioni. Ieri il Moex ha vietato le vendite allo scoperto in alcune delle più grandi società russe a partire, una mossa che potrebbe indicare che ci si sta preparando per la riapertura del mercato.

Gli investitori non potranno vendere allo scoperto in circa 30 società russe tra cui Gazprom Pjsc, Lukoil Pjsc, Sberbank Pjsc, MMC Norilsk Pjsc e Rosneft Oil Co. e alcuni Eurobond. La Russia ha anche assicurato di sostenere il mercato azionario con una cifra fino a 10 miliardi di dollari quando riaprirà. Dall'ultima apertura, quasi quattro settimane fa, le azioni russe e i relativi Etf quotati alle borse di Londra e New York sono crollati prima della sospensione delle negoziazioni, mentre i fornitori di indici globali hanno rimosso le azioni russe da quelli più importanti.

Resta ancora in sospeso l'ombra del default russo. Nonostante il recente pagamento delle cedole su due eurobond il rischio di default e di perdite sulle obbligazioni sovrane russe resta "molto alto" alla luce "del marcato deterioramento che abbiamo visto nelle ultime settimane nella capacita' e nell'intenzione del governo di rispettare gli obblighi legati al debito". Lo scrive l'agenzia di rating Moody's in un report dedicato alla Russia. Tra le criticita' Moody's indica anche il fatto che il 25 maggio scadrà la deroga concessa dal governo americano alle controparti statunitensi a ricevere pagamenti dalla Banca centrale, dal ministero delle Finanze e dal fondo sovrano russi

"La scadenza della deroga concessa dall'Ofac (Office of Foreign Assets Control, ndr) il 25 maggio e' probabile che comprometta la capacitàdegli investitori di ricevere pagamenti di debito in valuta estera", sottolinea Moody's. Senza contare che il decreto presidenziale emesso da Vladimir Putin lo scorso 5 marzo "consente di ripagare in rubli le obbligazioni denominate in valuta estera a investitori non residenti", evento "che noi probabilmente tratteremmo come un default per i bond che non consentono una tale ridenominazione nei termini contrattuali".

"Monitoreremo da vicino, ci saranno ritardi nell'esecuzione dei pagamenti in scadenza degli eurobond e in particolare il pagamento del coupon da 100 milioni di dollari in scadenza il 27 maggio dopo che la licenza generale concessa dall'Ofac scadrà".

"Dopo quella data, prosegue Moody's, i residenti statunitensi avranno bisogno di una licenza specifica per continuare a ricevere i loro pagamenti sul debito". Le sanzioni hanno "significativamente compromesso" la capacita' della Russia di fare pagamenti transnazionali e di accedere alle riserve in valuta estera mentre permangono "significative preoccupazioni" sulla volontà di Mosca di onorare il suo debito.

"Una serie di segnali negativi sulla disponibilità della Russia di pagare, in assenza di chiarimenti da parte delle autorita', riflettono l'accresciuta imprevedibilità delle azioni del governo e l'assenza di controllo e bilanciamenti attorno all'esecutive", sottolinea Moody's, secondo cui "l'incertezza" sui rimborsi si è accentuata con i controlli sui capitali e con il decreto di Putin del 5 marzo che consente di pagare in rubli gli investitori esteri titolari di obbligazioni denominate in altra valuta. 

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