Economia
Il Don Perignon va di traverso ad Arnault, tagli al personale e perdite: ecco che cosa succede al gioiello di Lvmh
Moet Hennessy è stata per anni una fonte di guadagno per LVMH, ma nel primo trimestre 2025, le vendite sono scese del 9%, molto più del calo del 3% registrato dal settore

Moët Hennessy perde 1,5 miliardi e taglia il personale: la crisi del gioiello di Lvmh
Moët Hennessy, il colosso del vino e dei liquori sotto l’ombrello di LVMH, sta affrontando una pesante crisi. Da un fatturato da 1 miliardo nel 2019 a una perdita da 1,5 miliardi nel 2024, il tonfo è epocale. Il Financial Times punta il dito su due colpevoli principali: aumenti dei prezzi troppo aggressivi e acquisizioni fatte male, questo ha portato al taglio di circa 1.200 posti di lavoro.
Come riporta anche l'Agi, il problema non è solo la caduta generale delle vendite di alcolici nel mondo, ma probabilmente la gestione sbagliata sotto la guida dell’ex Ceo Philippe Schaus. Nonostante il boom della pandemia, appena la domanda ha rallentato, Il gruppo che porta in dote nomi altisonanti come Dom Pérignon e Hennessy non ha saputo cambiare passo, anzi ha continuato a puntare su prezzi alle stelle, perdendo clienti e volume.
Moet Hennessy è stata per anni una fonte di guadagno per LVMH. Nel primo trimestre 2025, le vendite sono scese del 9%, molto più del calo del 3% registrato dal settore. Gli utili sono calati del 36%, attestandosi a 1,35 miliardi. È dal 2022 che il ramo alcolici di LVMH è quello con le performance peggiori. E così a febbrai del 2025, Jean-Jacques Guiony, ex direttore finanziario di LVMH, è stato nominato amministratore delegato al posto di Philippe Schaus. Il suo vice è Alexandre Arnault, figlio del numero uno di LVMH, Bernard Arnault.
Tutte le attività in affanno, compresa la vendita diretta al consumatore, ora dipendono direttamente da Alexandre Arnault. Guiony ha ammesso che i prezzi erano saliti "piuttosto in alto" e che per molti erano "difficili da digerire". Anche le acquisizioni fatte sotto Schaus non hanno aiutato. Tra queste: il 50% dello champagne di Jay-Z (Armand de Brignac), e nuovi lanci come la tequila Volcan e il rum cubano Eminente.
Tutti investimenti pensati per diversificare, ma che hanno aumentato i costi senza risultati. Schaus aveva libertà di manovra su molte decisioni operative e orra Guiony sta rivedendo tutto: i nuovi marchi resteranno, ma si ridurranno i piani di crescita e si taglieranno i costi. L’obiettivo è semplice: rimettere i conti in ordine.