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Economia
Il mercato degli pneumatici e la crisi causata dal Coronavirus

La crisi del Coronavirus è stata un brutto colpo per la maggior parte dei settori industriali italiani.
Il settore automobilistico è stato uno dei primi a pagarne le conseguenze, anche a causa della presenza di numerosi centri produttivi o di fornitori di componenti essenziali in Cina, Paese in cui l’epidemia è iniziata, e in cui il settore (il più grande del mondo) ha subito, nella prima metà di febbraio, un crollo del 92%.

In Europa (e soprattutto in Italia) la situazione è rapidamente evoluta in modo simile, come dimostra l’allarme lanciato dall’ETRMA (European Tires and Rubber manufacturers association, ovvero Associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma), che non ha esitato a richiedere l’instaurazione di un dispositivo di aiuto in favore di un settore in agonia, da parte dell’Unione Europea e dei governi nazionali.

L’Italia è, tra tutti gli Stati europei, quello che ha subito maggiormente e prima di tutti la crisi legata alla terribile pandemia: concessionarie semi chiuse, produzione temporaneamente bloccata, vendita auto in stand-by, e infine congelamento delle reti commerciali e di trasporto, che ha avuto un impatto diretto sul mercato degli pneumatici e dell’automobile in generale, in quanto pilastro dell’economia mondiale e del transito di merci e di beni di consumo.

Quello degli pneumatici OEM e di ricambio era un settore già indebolito alla fine del 2019, prima ancora della crisi sanitaria, e che registrava già da qualche tempo un calo delle vendite di gomme per automobili, veicoli commerciali e mezzi agricoli. L’effetto del Coronavirus è stato decisivo, causando un crollo ancora più grave delle vendite (con un calo del 41 % già a marzo, all’inizio della crisi, e 477.000 pneumatici venduti in meno in Europa). Il 7 aprile, l’ETRMA sosteneva che l’89% della capacità produttiva di gomme fosse in stand-by, insieme all’84% della forza lavoro, dichiarando che questa crisi rappresenta senza dubbio “la più grande sfida che la nostra industria abbia mai affrontato”. Sono parole di Fazilet Cinaralp, segretario generale dell’associazione, che riassume la situazione affermando che “sia la sospensione delle attività operative sia il forte calo della domanda avranno un impatto duraturo sulle prestazioni della nostra industria”.

Fortunatamente, grazie alla fine del lockdown, in Italia sono ormai presenti alcuni segnali di ripresa, in particolare su internet. I siti di e-commerce di gomme registrano una ripresa generale delle visite e delle vendite, grazie anche al cambio stagionale che impone la sostituzione delle gomme invernali.

Con la riapertura dei concessionari e delle vie commerciali c’è da sperare che il settore possa riprendersi al più presto, ma sicuramente sarà necessario mettere a punto strategie nuove e puntare più che mai sui canali di vendita online, da incentivare al massimo in quanto potrebbero rivestire un ruolo fondamentale per invertire la tendenza attuale del mercato.

Il segretario generale dell’ETRMA non nasconde di essere profondamente preoccupato, affermano che “non è ancora chiaro se l’industria europea dello pneumatico sarà in grado di riprendere l’attività e se la supply chain internazionale potrà riattivarsi”, ma i segnali di ripresa, anche se ancora timidi, non mancano.

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