Economia
"La mossa di Axa su Prima Assicurazioni? Segnale che il mercato italiano attrae i colossi internazionali. Ma dalla politica serve più protezione verso il settore"
Le grandi aziende europee stanno riorganizzando il settore assicurativo per competere a livello globale. L'intervista a Matteo Cerretti, Responsabile del Settore Assicurativo per l’Italia presso DWF

Axa e Prima Assicurazioni: una strategia europea che rilancia l’Italia, ma pone la sfida di un’attenzione politica più concreta al settore
In un mercato sempre più competitivo e globalizzato, il colosso francese Axa ha appena messo a segno un colpo più che strategico: l'acquisizione del 51% di Prima Assicurazioni, la scale-up italiana regina dell’assicurazione auto diretta. Un’operazione da 500 milioni di euro che, oltre a rafforzare la presenza del gruppo in Italia, riaccende il dibattito sul destino delle eccellenze italiane e sul loro crescente appeal per i grandi player internazionali. Semplice espansione industriale o ennesimo segnale della difficoltà del nostro Paese a trattenere i suoi campioni? Affaritaliani ne ha parlato con Matteo Cerretti, Direttore Commerciale Assicurazioni per l'area EMEA e Responsabile del Settore Assicurativo per l’Italia presso DWF.
"La circostanza che, dopo Nobis, AXA abbia acquisito Prima è prima di tutto un segnale di come si possa crescere e fare bene anche in mercati già considerati molto saturi e consolidati quale è quello della RC AUTO", commenta l’esperto. Ma guardando oltre i confini italiani, questa mossa dice molto anche dell’interesse estero verso il nostro Paese. "In un’ottica, potremmo dire, 'macro', l’operazione è poi sicuramente espressiva di come i grandi gruppi internazionali guardino al mercato italiano con attenzione, come un mercato vivo, espressivo di capacità imprenditoriali e, dunque, come contenitore di modelli di successo esportabili e replicabili a livello europeo."
Ma non è tutto. L’operazione, oltre a rafforzare AXA in Italia, secondo l’esperto riflette una tendenza già nota al settore del credito. "Se l’operazione ha come effetto immediato il consolidamento del posizionamento di un gruppo come AXA, storicamente presente in Italia nei rami danni, indirettamente può essere espressivo di una tendenza, già vista nel settore bancario, che spinge verso processi aggregativi nel mercato che vedranno i grandi gruppi europei cercare – non solo in Italia - di aumentare i propri volumi anche mediante operazioni straordinarie."
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E aggiunge: "Questo anche a fronte della pressione che i player dell’Unione Europea ricevono dall’ingresso nel mercato di compagnie non europee dotate di volumi e capacità estremamente elevate se rapportate a quelle espresse dai gruppi europei." E da qui arriva anche un monito rivolto al mondo politico: "In questo contesto è chiaro che il settore assicurativo è strategico e, forse più che nel settore bancario, dovrebbe sempre considerarsi l’importanza che le compagnie assumono nell’economia nazionale reinvestendo il proprio patrimonio o anche solo gestendolo in Italia. Da quanto precede discendendo sicuramente l’esigenza che anche la politica, a prescindere dal governo in carica, aumenti il focus su di una tematica che, se è già sensibile a livello bancario, lo è ancor di più per le sue ricadute indirette proprio a livello di mercato assicurativo."