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Economia
Le supercar di Silk Faw pronte a lasciare l'Italia senza preavviso

Silk Faw dà l'addio all'Emilia Romagna

Sembrava la classica favola a lieto fine: una joint venture sino-americana, Silk Faw, pronta a investire oltre 1,3 miliardi di euro in Emilia Romagna, nella cosiddetta Motor Valley, per progettare e realizzare auto di lusso elettriche. Una “campagna acquisti” faraonica, con la collaborazione del guru del design Walter De Silva e la promessa di oltre 1.500 assunzioni. La “benedizione” di Romano Prodi e della Regione Emilia Romagna con il governatore Stefano Bonaccini, che aveva garantito al progetto 4,5 milioni di finanziamenti pubblici (più altrettanti da parte del comune di Reggio Emilia come mancati oneri di urbanizzazione). Poi qualcosa si è rotto e la crescente convinzione che le cose non stiano andando come avrebbero dovuto. Il sogno si trasforma in incubo, la proprietà si dà alla macchia, su LinkedIn vengono cancellati i post, come ha potuto verificare Affaritaliani.it. E la preoccupazione cresce. Tanto che c’è una data precisa: il 25 luglio, lunedì prossimo, è in programma una riunione per definire che fine farà il progetto

Ma che cosa è successo? In realtà è difficile comprendere come si sia passati da annunci trionfali di ottobre 2021 allo stallo attuale. All’epoca Silk Faw, joint venture composta dall’americana Silk EV e dalla cinese Faw – che tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 provò a comprare Iveco senza successo – aveva annunciato un investimento complessivo da 1,3 miliardi di euro per la realizzazione di uno stabilimento a Gavassa (provincia di Reggio Emilia) che avrebbe dovuto dare lavoro ad almeno 1.500 persone. In quest’area da oltre 320.000 metri quadri si sarebbero dovute progettare sei auto alto di gamma full-electric e una hyper-car, la S9, che sarebbe dovuta andare sul mercato tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Attenzione però alle - è il caso di dirlo - scatole cinesi. La Silk-Faw Automotive Group Italia SRL è una società di diritto italiano con un capitale sociale interamente versato ad oggi di circa 26,6 milioni. La SRL è detenuta interamente da una società di diritto irlandese, che a sua volta è detenuta interamente da una società di diritto cinese, che a sua volta è detenuta interamente da una società di diritto delle Isole Cayman, che a sua volta è detenuta interamente da una società di diritto americano. La neonata Silk Sport Car Company, detenuta all’85% da un’azienda di diritto americano e al 15% dalla Holding della FAW, era divenuta la capogruppo della Silk-Faw Automotive Group Italia SRL.

La supercar S9, disegnata dall’icona dell’automotive Walter De Silva, doveva essere un bolide con motore V8, 4 litri di cilindrata, con una potenza complessiva di oltre 1.400 cavalli. A guidare la nuova azienda sarà Katia Bassi, che ha già annunciato come il lavoro di ricerca e sviluppo per l’azienda assorbirà il 38% dell’investimento complessivo. A Gavassa verranno prodotte le 350 hyper-car S9 e le circa 6-7.000 S7 full electric (per un valore di circa 350mila euro l’una). Le altre vetture della gamma, invece, verranno progettate nella Motor Valley, ma verranno poi realizzate in Cina, dove la produzione è più avanzata e dove sarà possibile dare vita alle circa 150mila auto full-electric all’anno per un costo compreso tra i 100 e i 150mila euro.

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