Economia
Mutuo solutorio legittimo: la sentenza della Cassazione rassicura debitori e banche. Ecco perché conviene
La Cassazione ha chiarito che non serve che il denaro venga materialmente consegnato: basta che il debitore ne abbia la disponibilità giuridica. Intervista

Mutuo solutorio, cosa si nasconde dietro a questa descrizione? Intervista all’avvocato Nicola Ferraro
La recente sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 5841/2025 ha segnato una svolta importante nella disciplina del mutuo solutorio. Per approfondire le implicazioni di questa novità, Affaritaliani ha intervistato l’avvocato Nicola Ferraro, Founder Partner di de Tilla Studio Legale.
Avvocato Ferraro, cosa si intende per “mutuo solutorio”?
Chiariamo subito che il mutuo solutorio non è un particolare contratto di mutuo. Non è una figura contrattuale atipica e non si distingue dal contratto di mutuo che tutti abbiamo imparato a conoscere, ossia quell’accordo che si sostanzia nella messa a disposizione di una somma di denaro a favore di un soggetto, che ne fa richiesta, con obbligo di questo ultimo di restituirlo e chi l’ha pestata a una scadenza data. Con l’uso del termine solutorio si intende descrivere l’utilizzo particolare delle somme prestate. Queste vengono impiegate per estinguere una pregressa esposizione debitoria del mutuatario verso il mutuante, anziché per soddisfare esigenze future del mutuatario.
Qual è la differenza con il mutuo ordinario?
La differenza sta proprio nella finalità pratica dell’impiego delle somme prese in prestito: il mutuo ordinario nasce per fornire nuove risorse finanziarie, destinate a futuri investimenti o acquisti; con il mutuo solutorio le somme vengono impiegate direttamente da chi le concede per estinguere obbligazioni pregresse che il mutuatario ha in essere nei confronti dello stesso mutuante.
Perché la recente pronuncia delle Sezioni Unite è così rilevante?
C’è un indirizzo minoritario della giurisprudenza che mette in discussione la validità del mutuo solutorio poiché, si sostiene, che con esso non si realizzerebbe quella consegna effettiva delle somme date in prestito che è richiamata testualmente nella norma. In sostanza, poiché le somme erogate vengono impiegate dal mutuante, direttamente e immediatamente, per saldare debiti pregressi del mutuatario, e questo avviene, appunto, mediante operazioni di giroconto poste in essere dallo stesso mutuante, si ritiene che le somme erogate non entrerebbero mai nel patrimonio del mutuatario.
Da qui spiegato il motivo per cui il mutuo solutorio si porrebbe in contrasto con la norma che regolamenta la figura tipica del mutuo che presuppone, invece, la consegna al mutuatario delle somme date in prestito. Con la sentenza n. 5841/2025 le Sezioni Unite la Cassazione hanno, invece, chiarito che, ai fini della validità del mutuo, non occorre che le somme vegano consegnate materialmente a chi le richiede in prestito. E’ sufficiente che entrino nella sua disponibilità giuridica; e questo avviene con il mutuo solutorio poiché l’impiego fattone è quello di purgare il patrimonio del mutuatario di una posta negativa. Significa quindi che il mutuatario ne ha potuto disporre. Del resto, l’utilizzo delle somme per estinguere passività pregresse costituisce uno dei possibili impieghi del mutuo.
Quale è il vantaggio per le banche?
Il mutuo solutorio costituisce valido titolo esecutivo se soddisfa i requisiti di forma dell’atto pubblico o della scrittura privata autenticata. Per chi concede le somme in prestito significa, qualora l’obbligazione restitutoria non venga soddisfatta spontaneamente dal debitore alla scadenza, poter contare su uno strumento giuridico efficace in sede esecutiva.
Quale è il rischio per colui che chiede i soldi in prestito per estinguere una esposizione debitoria pregressa?
Partiamo prima dal vantaggio. Che è quello di prendere i soldi per regolarizzare la propria posizione debitoria. Però, una volta sottoscritto il contratto, e se questo è stato stipulato con scrittura privata autenticata o in forma notarile, deve essere chiaro che, in caso di inadempienza, il debitore è esposto all’azione esecutiva del creditore, senza che questo ultimo sia costretto a rivolgersi prima a un giudice per farsi accertare l’esistenza del credito.
Secondo Lei, quali sono gli aspetti su cui porre maggiore attenzione nella stipula di un mutuo solutorio?
Il debitore deve prestare attenzione alla definizione delle clausole contrattuali e avere chiaro che, il mutuo solutorio consente di avviare immediatamente una procedura esecutiva in caso di mancato pagamento. Una analisi preventiva delle proprie capacità finanziarie e una consulenza legale del contenuto contrattuale sono strumenti indispensabili per conoscere in anticipo il perimetro e i rischi dell’operazione di finanziamento.
Avvocato Ferraro la ringraziamo per aver condiviso con noi le sue considerazioni sulla Sentenza n. 5841/2025 delle Sezioni unite della Cassazione.
Grazie ad Affaritaliani per avermi dato l’opportunità di spiegare con parole semplici un tema attuale e molto radicato nell’attività commerciale.
