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CDP, presentato il report sulla sostenibilità nei sistemi agroalimentari

CDP al Finance in Common Summit 2021: presentato il report sulla sostenibilità dei sistemi agroalimentari 

La popolazione mondiale aumenterà di circa il 25% nei prossimi 30 anni, raggiungendo un totale intorno ai 10 miliardi di persone, ma l’attuale sistema agroalimentare non è in grado di rispondere con adeguati livelli di output. È il dato preoccupante che emerge dal report “Moving towards sustainable agri-food systems: analysis and strategic scenarios”, studio sulla sostenibilità nei sistemi agroalimentari supportato da Cassa Depositi e Prestiti e presentato la scorsa settimana in occasione del Finance in Common Summit 2021, evento realizzato in collaborazione con l’International fund for agricultural development, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite per l’incremento delle attività agricole nei Paesi arretrati,  il World federation of development finance institutions, l’International development finance club e l’Agence Française de Développement.

Il rapporto raccoglie una prefazione di Cassa Depositi e Prestiti e tre paper redatti da Martin Kenney della UC Davis California, Rob Vos dell’International Food Policy Research Institute e Laura Viganò dell’Università di Bergamo. Ricercatori di rilievo impegnati nell’imminente sfida del sistema agricolo, che necessita di un’immediata riconversione in termini di sostenibilità. Gli attuali sistemi alimentari, infatti, contribuiscono in modo sostanziale alle emissioni nocive, rappresentando circa un terzo della produzione mondiale di gas climalteranti.

Dal report emerge che la crescente digitalizzazione e l’utilizzo delle piattaforme digitali abbiano la capacità di fornire non solo strumenti, ma anche risorse e opportunità per generare innovazione. Innovazione con impatti positivi in termini ambientali, come la riduzione dell’utilizzo di sostanze chimiche dannose e minore erosione del suolo, e sociali, come ad esempio l’aumento del reddito dei coltivatori. Per comprendere la portata e la complessità delle tecnologie digitali che influenzeranno l'agricoltura si deve considerare la loro onnipresenza. Si pensi che se un'automobile moderna contiene più di 3.000 semiconduttori, è probabile che un trattore moderno ne abbia un numero pari o maggiore. Allo stesso modo, nel 2020 è stato stimato che il 40% del valore di un'auto moderna fosse nella sua elettronica, comprese parti e software e questo è certamente il caso delle macchine agricole.

Esemplare è il caso delle piattaforme di raccolta dati, che gli attori privati del sistema agricolo stanno implementando per efficientare i prodotti e, soprattutto, i processi dei sistemi agroalimentari. In questo contesto, anche i giganti delle piattaforme globali come Amazon, Google e Microsoft stanno esplorando come entrare nel sistema agroalimentare.  Per cogliere tali opportunità ed evitare distorsioni però, il settore pubblico e le BPS devono assicurare infrastrutture adeguate e una gestione equa dei dati per garantire che il valore creato non sia completamente monopolizzato dagli attori più potenti nella catena di produzione.

Le nuove tecnologie e innovazioni che possono contribuire alla riduzione degli impatti ambientali negativi del sistema agricolo non bastano però da sole come soluzione. Fattori abilitanti risultano infatti il maggiore investimento in ricerca e sviluppo, gli incentivi per permettere agli attori privati di adattarsi,  l’adozione dei progressi tecnologici e, non meno importante, il cambiamento nelle attuali abitudini nutrizionali dei consumatori.

Un importante passo in avanti verso un sistema agricolo più sostenibile potrebbe passare attraverso una riallocazione dell'attuale sostegno delle politiche agricole pubbliche, che – contando per oltre 700 miliardi di dollari l'anno in tutto il mondo – offre un’ottima opportunità come fonte di finanziamento pubblico per le innovazioni del sistema agroalimentare e per gli incentivi verso produttori e consumatori. In questo contesto, emerge chiaramente la necessità di coordinamento internazionale, se non altro perché il cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale sono priorità globali che trascendono i confini e perché le politiche nazionali hanno forti effetti "spillover" a livello internazionale.

Le Banche Pubbliche di Sviluppo, che insieme alle Develpment Finace Insitution detengono un totale attivo di 11,5 mila miliardi di dollari, svolgono un importante ruolo come catalizzatori di risorse e promotori di strumenti finanziari innovativi. Tuttavia, risultano ancora necessari miglioramenti nei processi, nella gestione del rischio e nei meccanismi contabili e di responsabilità.

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