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Fondazione ANIA costruisce il valore della consapevolezza stradale

Fondazione ANIA, il valore della consapevolezza costruito in sinergia con cittadini e Istituzioni attraverso percorsi educativi

Nel marzo 2022 la Commissione europea ha pubblicato i dati relativi alle vittime della strada del 2021, stimando che 19.800 persone abbiano perso la vita in incidenti stradali. L’aumento registrato è del +5% rispetto al 2020, ma rappresenta comunque il -13% rispetto al periodo pre-pandemico del 2019. Nello specifico, nel nostro Paese i recenti dati pubblicati dall’Istat confermano la discrepanza tra i numeri di incidenti stradali registrati pre e post Covid-19. Questi riportano infatti che nel 2021 sono stati 2.875 i morti in incidenti stradali in Italia (+20,0%), 204.728 i feriti (+28,6%) e 151.875 gli incidenti stradali (+28,4%): tutti valori in crescita rispetto al 2020.

Ogni giorno, si ha a che fare con notiziari costellati di incidenti stradali di varia natura, nelle strade più trafficate, in città, che coinvolgono ogni tipo di mezzo di trasporto, compresi i mezzi elettrici come monopattini o e-bike. Questo quadro, chiama a sé la necessità di interventi radicali e a tal proposito l’Unione Europea si è posta l’obiettivo di dimezzare il numero di decessi entro il 2030.

L’elemento chiave per un cambiamento di scenario ruota attorno alla sicurezza e nello specifico alla consapevolezza su strada. Quest’ultima, si muove tra informazione, attività divulgativa e formazione e prende il via dal primo approccio che l’individuo ha con i mezzi di mobilità e con la strada, vale a dire l’educazione stradale rivolta ai più giovani.

D’altra parte, negli ultimi decenni l’approccio alla sicurezza stradale si è modificato radicalmente e continua nella sua evoluzione: basti pensare all’obbligo delle cinture di sicurezza, che ha evitato un gran numero di incidenti mortali. Se la dotazione su vettura è stata resa obbligatoria nel 1976, solo nel 1988 si assiste all’introduzione dell’obbligo di indossarla, perlomeno nei sedili anteriori (dal 2003 l’obbligo si estende anche a i sedili posteriori). Seguono, allo stesso modo, il divieto di utilizzare il telefono cellulare alla guida, di fumare, di possedere un alto tasso alcolemico, per citare solo quelle che sono tra le maggiori cause di distrazione alla guida.

In questo contesto, le attività a supporto dell’educazione sulla sicurezza stradale sono notevoli e a occuparsene con progetti ad hoc è la Fondazione ANIA, che sin dal 2004 persegue lo scopo di divulgazione della consapevolezza su strada mettendo in campo progetti e iniziative di vario genere, collaborando con le Istituzioni e con gli stessi cittadini e raggiungendo importanti risultati che ne rafforzano l’impegno nelle attività educative. Il percorso della Fondazione negli ultimi vent’anni, passa dalla formazione completa rivolta ai cittadini (grazie anche all’ausilio degli attori delle Istituzioni nazionali e locali) ad azioni concrete che hanno visto la sottoscrizione di Protocolli d’Intesa con i Ministeri dell’Interno, delle Infrastrutture e Trasporti, della Pubblica Istruzione, delle Politiche Giovanili.

L’obiettivo, è quello di diffondere e ampliare la cultura sul rischio stradale e fornire gli strumenti necessari per una guida responsabile e sicura. In questo contesto, il settore assicurativo risponde prontamente accogliendo la maggiore richiesta di sicurezza: le compagnie di assicurazione infatti, attraverso la Fondazione ANIA, hanno investito in sicurezza stradale ben 100milioni di euro in meno di 15 anni di attività.

Sicurezza stradale: le operazioni sinergiche con l’Arma dei Carabinieri e la Polizia Stradale

La progettualità messa in campo da Fondazione ANIA, si basa sul principio sinergico che attraverso la collaborazione di tutte le forze in campo, dal cittadino alle Istituzioni, sia possibile accrescere la conoscenza e la consapevolezza sui comportamenti da mantenere nonché le azioni da intraprendere per ridurre così il numero di morti sulle strade. Fra le attività più incisive e durature, emerge quella svolta tra la Fondazione, la Polizia Stradale e l’Arma dei Carabinieri.

Da dieci anni, infatti, la cooperazione sinergica tra queste realtà è parte fondante delle azioni rivolte all’accrescimento della consapevolezza sulle tematiche stradali. Nel dettaglio, con il progetto Adotta una Strada, in affiancamento all’Arma dei Carabinieri, Fondazione ANIA mira a ridurre numero e gravità degli incidenti su strade statali e provinciali su cui, statisticamente, si registrano il maggior numero di incidenti. Attraverso attività di informazione rivolta ai ragazzi e alle ragazze e attività divulgativa e informativa, si ha l’opportunità di raggiungere e dialogare con gli utenti della strada che, in seno al progetto, una volta fermati per i controlli, vengono dotati dagli agenti di un etilometro monouso e un opuscolo informativo sul corretto trasporto dei minori in automobile.

Al fine di raggiungere il più alto numero di utenti possibile, il progetto si sviluppa in particolare sui periodi di traffico più intensi, nella cosiddetta “fase degli esodi”, ovvero nel periodo estivo e in quello invernale: il tutto, preceduto da una mirata attività informativa sull’iniziativa in atto. Questa scelta, ha reso possibile il controllo di 150.000 veicoli, 35.000 conducenti e la distribuzione di ben 250.000 etilometri e 100.000 opuscoli. Accanto al progetto su strada, è attiva anche la “fase in aula”, che prende il nome di Caserme Aperte, stavolta direttamente dedicata ai ragazzi delle scuole superiori, con i quali vengono affrontati i temi della sicurezza stradale correlati ai comportamenti responsabili. Non manca una fase pratica, nella quale i ragazzi che si accingono al raggiungimento dell’agognata patente, hanno l’opportunità di cimentarsi in prove al simulatore di guida, mentre per i giovanissimi si offre la possibilità di sperimentare la propria abilità sulle due ruote. Il progetto ha coinvolto circa 6mila studenti di varie regioni italiane.

La decennale collaborazione con la Polizia Stradale, invece, ha visto la messa in atto di una speciale campagna di sensibilizzazione ideata e diffusa per i giovani, ai quali è di vitale importanza rivolgersi Infatti, con “Guido e brindo con prudenza (chi beve non guida, chi guida non beve)”, l’intento è proprio quello aprire un dialogo sui rischi della guida sotto l'effetto di alcol o di sostanze stupefacenti e diffondere la figura del “guidatore designato” del gruppo che, durante le serate in discoteca, sceglie di non bere per riportare sé stesso e i suoi amici a casa in sicurezza.

Una cultura della responsabilità che è importante radicare a partire dal coinvolgimento di un alto numero di giovani: anche in questo caso, infatti, si è scelto come periodo più adeguato quello estivo nelle principali località balneari ad elevata concentrazione di giovani e locali, e quello invernale nelle principali località turistiche del Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. L’elemento chiave del progetto è la scelta di essere presenti nei momenti di maggiore criticità decisionale, per essere invece chiamati ad assumersi la piena responsabilità dell’andamento di una serata di svago, che, sovente, può avere conseguenze inaspettate se coinvolto il mezzo di guida. Nelle passate edizioni, che manterranno la loro continuità in futuro, hostess e steward della Fondazione ANIA, presenti nei locali aderenti all’iniziativa, invitavano i gruppi a nominare al loro interno il "guidatore designato". In molti Paesi del nord Europa questa è una pratica già diffusa e tale figura viene chiamata “Bob”. Durante le serate, inoltre, sono stati distribuiti etilometri monouso, così da verificare liberamente il proprio stato di ebbrezza per poi fare la scelta giusta. Al contempo, la Polizia Stradale intensificava i controlli su quelle strade.

Giovani e scuole: partire dalla rieducazione per generare responsabilità

È ben evidente come l’opportunità di orientare le attività comunicative e informative ai più giovani, abbia il potere di creare importanti risultati futuri che si riverseranno sulle nostre strade. Generare infatti una nuova cultura del rispetto delle regole della strada e fornire al contempo gli strumenti necessari per una guida corretta e consapevole, è un ulteriore elemento su cui Fondazione ANIA orienta i propri sforzi. Ciò avviene anche grazie al supporto da parte delle Istituzioni, attraverso progetti come ICARO (progetto è promosso dalla Polizia Stradale insieme ai Ministeri delle Infrastrutture e dell'Istruzione, a cui la Fondazione ANIA partecipa fin dal 2005, con l'obiettivo di migliorare la sensibilizzazione dei giovani studenti verso i rischi della strada), o EDUSTRADA, piattaforma didattica partner della Direzione Generale dello Studente che riunisce le attività di educazione stradale dei partner istituzionali del Ministero dell’Istruzione consentendo l’accesso a docenti e studenti.

Relativamente ad attività sul campo, le iniziative si concentrano a partire dai ragazzi e dalle ragazze che si apprestano ad avviare, o hanno appena avviato, il percorso di acquisizione della patente, muovendosi su tre direttrici: i tour nelle scuole, propongono corsi di formazione teorica ed esercitazioni pratiche lungo tutto il periodo scolastico: grazie a questa formula, nel corso di oltre 10 anni sono state raggiunte circa un centinaio di scuole, per un totale di circa 150.000 studenti incontrati;  il corso di guida sicura, che prepara ad affrontare situazioni complesse che potrebbero presentarsi in strada attraverso lezioni online e simulazioni virtuali, e che ha coinvolto 10.000 ragazzi e ragazze di varie scuole (affiancati da piloti e istruttori professionisti);  i webinar, introdotti al fine di mantenere una certa continuità venuta meno nei due anni di pandemia.

Occorre anche ricordare che, al di là della patente B, rilasciata a partire dai 18 anni d’età, vi è il patentino per le due ruote che viene rilasciato alle fasce d’età più giovani, comprese tra i 14 e i 16 anni. Anche in questo caso sono state proposte delle iniziative ad hoc: nella fattispecie, le attività rivolte ai giovanissimi si svolgono nei mesi di marzo ed aprile in spazi all’aperto delle città selezionate, seguendo un criterio di alternanza di regioni centro-nord–sud. Questa fase segue quella più teorica che si svolge all’interno delle stesse scuole selezionate, supportata dalla specifica piattaforma https://training.fondazioneania.it/patentino-online. In seguito, i campus realizzati prevedono l’affiancamento a piloti e istruttori professionisti per i primi approcci ai ciclomotori e scooter, senza mai tralasciare le nozioni sulle corrette tecniche di guida e sull'importanza delle protezioni come il casco, il paraschiena o i guanti. Sono stati 15.000 nel corso del tempo gli studenti che hanno potuto partecipare ai training di guida sicura sulle 2 ruote.

Monopattini ed e-bike: perché l’educazione stradale diventa fondamentale

Le numerose novità introdotte nei vari decenni, non riguardano solo l’automobile, ma anche i nuovi prodotti votati alla sostenibilità come l’e-bike o il monopattino. Nelle città in particolare, si è registrato un boom di questi mezzi di trasporto, specie negli ultimi anni e, come spesso accade, le incessanti notizie di incidenti riportate dai media e i dati delle statistiche hanno messo sotto la lente di ingrandimento la pressante necessità sia di una regolamentazione (su cui si sta cercando di intervenire), sia di un’educazione al loro utilizzo corretto e consapevole.

Basti pensare che i recenti dati Istat sugli incidenti stradali in Italia per l’anno 2021, registrano il numero di 229 vittime (+30,1% rispetto al 2020 e –9,5% rispetto al 2019) per biciclette e monopattini elettrici. In particolare, per questi ultimi, gli incidenti stradali che li vedono coinvolti, registrati in tutte le province italiane, passano da 564 del 2020 a 2.101, i feriti da 518 a 1.980.

Intercettata questa esigenza, la Fondazione ANIA ha elaborato un progetto dedicato alle scuole secondarie di primo grado, con contenuti sviluppati sul tema del monopattino, all’e-bike ed alla bicicletta. Proponendo nozioni relative agli aspetti tecnici dei mezzi, alle regole di utilizzo e alle tecniche di guida, accompagnate da brevi video-tutorial esplicativi, la proposta educativa ha riscontrato un notevole interesse da parte degli istituti scolastici (si contano 313 scuole coinvolte per un totale di 12.988 studenti).

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