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Economia
Ocse, dalla pandemia un’Europa più forte e coesa

“Fino a quando la pandemia da Covid-19 sarà solo un ricordo il pericolo per l’ economia europea non sarà passato. Inoltre l’impatto diseguale della crisi e la distribuzione  degli aiuti fatta in maniera differente potrebbero creare "divergenze regionali" all'interno dell’Europa minacciando la coesione del blocco” è il preoccupato avvertimento dell’ Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

"Una debole ripresa aumenterebbe le disuguaglianze, alimentando a sua volta il malcontento e danneggiando la fiducia nell'UE", rileva l’ultima indagine dell’Organizzazione economica, focalizzata sull'impatto della pandemia.

Nell’analisi si legge che “la crisi potrebbe lasciare cicatrici e riaprire vecchie ferite.Inoltre l’impatto territoriale asimmetrico della pandemia potrebbe aggravare le divergenze nell'UE, ampliando il divario tra le grandi città e le aree rurali”.

Secondo le ultime stime OCSE è previsto che la crescita dell'UE nel 2021 possa raggiungere il 4,2%  e il 4,4% l'anno prossimo, dopo la flessione compresa tra -1 e -11% del PIL in tutto paesi membri nel 2020. Unica eccezione l'Irlanda. Ma ci sono ancora troppi fattori "di rischio" che potrebbero indebolire questa ripresa o renderla disomogenea.

"I leader europei hanno gestito molto bene lo shock economico causato dal Covid-19, avendo imparato dalla crisi del 2008 e approvando politiche coraggiose come il prestito comune", segnala Mathias Cormann, segretario generale dell'Agenzia.

Ma lo stesso Cormann chiede ai Governi di non accontentarsi perchè “adesso è il momento di affrontare le sfide strutturali, sia di lunga durata che di nuova generazione, in un modo che metta l'UE e la zona euro su rotaie più forti per il futuro".

Per questo l’Ocse sottolinea come “ sia fondamentale evitare gli errori del passato come togliere troppo presto gli aiuti fiscali e monetari. La politica fiscale dovrebbe continuare a sostenere i settori interessati fino a quando la ripresa non sarà stata stabilita saldamente, evitando consolidamenti prematuri".

Un’altra raccomandazione riguarda lo stimolo a migliorare quella che è l’architettura economica europea soprattutto per quanto riguarda le regole fiscali, adesso complicate e diverse da paese a paese.

Paesi che devono uscire dalla crisi insieme perchè nessuno deve rimanere indietro. L’Ocse chiede misure di convergenza che permettano così una “ripresa inclusiva” che eviti disparità nel blocco europeo.

Sarebbe prioritario infine con gli aiuti “promuovere l'innovazione industriale, la tecnologia digitale, le energie rinnovabili e le infrastrutture transfrontaliere. Reti elettriche interconnesse e colonnine di ricarica per veicoli elettrici  dovrebbero essere una priorità”.

Anche le regioni più povere dovrebbero essere aiutate a migliorare i loro sistemi produttivi, migliorando ad esempio il telelavoro o l'accesso a Internet nelle aree non urbane.

“Solo con queste ragionevoli riforme-conclude Cormann-l’Europa potrà uscire più forte dalla pandemia svolgendo e un ruolo importante nella costruzione di un'economia globale forte e duratura".

 

 

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