Economia
Ora legale tutto l’anno, bollette più leggere? Sì, ma il vero risparmio arriva da manovre molto più serie
Dal risparmio energetico alle ricadute sociali: tre voci esperte del settore spiegano cosa cambierebbe davvero con un’ora legale permanente

Ora legale tutto l’anno: un vantaggio c’è, ma è minimo. Le soluzioni davvero efficaci sono altre
L’ora legale è tornata a far discutere e stavolta non come il solito rito stagionale che ci fa spostare le lancette e brontolare al mattino. La domanda ora è se ha ancora senso mantenerla a intermittenza o conviene tenerla fissa per tutto l’anno. Simulazioni e studi di SIMA e Consumerismo dicono che un’ora legale permanente porterebbe un risparmio economico corposo, tanto per le famiglie quanto per le imprese. Ma è davvero un vantaggio a livello energetico ed economico? E soprattutto: è questa la scelta più utile o esistono soluzioni più incisive?
Per capirne di più, Affaritaliani ha interpellato tre voci del settore energetico: Moreno Scarchini, CEO di EnergRed; Giorgio Tomassetti, CEO di Octopus Energy Italia, e Giovanni Ferasin, avvocato esperto di diritto amministrativo ed energia.
"Nella nostra esperienza di società che si occupa di portare soluzioni basate sulle rinnovabili distribuite in grado di stimolare e premiare comportamenti energeticamente virtuosi nelle imprese, non possiamo che essere contenti di una misura che va nella direzione della riduzione dei consumi e della spesa correlata nel nostro Paese. Non dobbiamo però dimenticare che, rispetto alla situazione attuale, si tratta di generare una contrazione ulteriore dello 0,1-0,2% rispetto a quanta elettricità consumiamo ogni anno, corrispondente a 90 milioni di euro all’anno", spiega Scarchini.
E aggiunge: "Ma lo stesso beneficio netto si otterrebbe dall’installazione di soli 800-900MWp di fotovoltaico per auto-consumo (circa il 2% dell’attuale capacità nazionale), e se ci dessimo l’obiettivo di arrivare ad almeno 1 kWp di picco fotovoltaico per abitante (oggi siamo a 0,68 kWp/procapite), tali benefici salirebbero a circa 2 miliardi di euro ogni anno, sempre al netto di tutta la componente di valore che verrebbe redistribuita alla filiera ed agli operatori di settore".
Poi conclude: "In sintesi, non è una scelta così rilevante dal punto di vista economico, perché ben altre “manovre" di natura tanto espansiva quanto sostenibile possono con più consistenza premiare comportamenti adattativi al nuovo modo di produrre energia e consumarla".
Ma Scarchini inquadra l’ora legale come un’opzione marginale rispetto a interventi più strutturali, Tomassetti porta il discorso su un altro piano: quello culturale e infrastrutturale. "L’ora solare aveva senso in un mondo agricolo, in cui ci si alzava presto e si viveva seguendo la luce naturale. Oggi, però, la società è cambiata: lavoriamo, studiamo e viviamo anche e soprattutto nel pomeriggio e di sera. In questo contesto, mantenere l’ora solare non è più razionale né conveniente", spiega l'esperto.
"Rendere l’ora legale permanente è una mossa intelligente: non solo per i risparmi energetici ed economici — secondo i dati Terna, nel 2025, durante i mesi dell’anno regolati secondo quest’ultima, il sistema elettrico italiano ha risparmiato circa 310 milioni di kilowattora (kWh), un quantitativo pari al fabbisogno energetico annuo medio di circa 120mila famiglie, per un risparmio di oltre 90 milioni di euro*- ma perché dimostra la capacità di rimettere in discussione le abitudini con la testa, quando il mondo cambia".
E aggiunge: "Qualunque orologio decidiamo di seguire, la vera sfida da affrontare resta un’altra: gestire meglio la rete elettrica. Oggi, infatti, molte reti europee sono sottoutilizzate: in media, solo tra il 2% e il 21% della capacità a bassa tensione viene effettivamente usata. Sono infrastrutture progettate per i picchi di consumo, che durano poco, mentre per il resto del tempo gran parte della capacità rimane inutilizzata.
La vera innovazione è sfruttare meglio ciò che già abbiamo - rendendo la rete più intelligente, flessibile e partecipativa. Anche perché", conclude Tomassetti, "paradossalmente, ancora oggi la flessibilità crescente dei consumatori, come quella di chi è disposto a ridurre o spostare i propri consumi in cambio di un incentivo in bolletta, non viene utilizzata da chi gestisce il sistema".
L'avvocato Ferasin completa invece il quadro toccando un aspetto spesso sottovalutato, quello degli effetti sull’organizzazione sociale, sulla salute pubblica e sulla qualità della vita. "E’ oramai scientificamente assodato che rendere permanente l’ora legale rappresenta un’importante opportunità per ridurre l’inquinamento ambientale e migliorare l’efficienza energetica complessiva, anche per le aziende. Il risparmio è significativo, specialmente in considerazione del vantaggio ottenibile dall’eliminazione dei cambi stagionali, che, unita all’uso di tecnologie moderne e strategie più sostenibili, permetterebbe di ottimizzare il consumo energetico in modo stabile e duraturo".
Ma aggiunge anche: "Eliminare il cambio d’orario ridurrebbe i disturbi sul ritmo circadiano delle persone, migliorando la salute pubblica e la qualità della vita. La maggiore stabilità negli orari di lavoro e nei servizi semplificherebbe l’organizzazione quotidiana, riducendo disagi e potenziali errori. Per questi motivi, ritengo che l’abolizione dell’ora legale sia una scelta vantaggiosa sotto il profilo ambientale, energetico e sociale".
