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Economia
Pensioni governo riapre la partita del post quota 100-102. Riforma news
(Lapresse)

Pensioni, il Governo convoca i sindacati prima di Natale per la riforma

Incontro tra governo e sindacati il 20 dicembre per discutere i temi caldi dell'economia, in primis la riforma pensioni. Manca poco alla presentazione del documento di economia e finanza di aprile, data entro cui bisognerà trovare una soluzione plausibile e sostenibile per revisionare le legge Fornero. Come noto, a fine anno scade quota 100 pensioni, nel 2022 arriverà quota 102, insieme alla proroga di opzione donna e dell'Ape sociale con l’aumento delle mansioni gravose che ne beneficeranno e l’ampliamento dei contratti di espansione. Poi bisognerà trovare la quadra per una riforma pensioni a più ampio raggio a partire del 2023. Le parti sociali puntano su una flessibilità in uscita 62 anni o a quota 41 per tutti (ossia tutti in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica): appare comunque chiaro che la sostenibilità dell’anticipo ricadrebbe sulle spalle del lavoratore che godrebbe di un assegno pensionistico penalizzato (ricalcolo contributivo per chi anticipa).

Pensioni, Bombardieri: era tempo che si aprisse un tavolo di confronto sulle pensioni e sulla riforma Fornero

La convocazione del governo per il 20 dicembre sulle pensioni «è frutto della mobilitazione, era tempo che si aprisse un tavolo di confronto sulle pensioni e sulla riforma Fornero». Lo sottolinea il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, in un'intervista a La Repubblica. Interpellato sulla diversa versione trapelata da fonti della maggioranza, e cioè che il tavolo si dovesse aprire comunque, e che lo sciopero lo abbia un po' ritardato, «se ne era parlato, è vero, ma era stato sempre rinviato. È invece un primo risultato positivo, la conferma della scelta che abbiamo fatto. L'altro risultato importante è quello di aver costretto il Paese a discutere, c'era troppo unanimismo», dice Bombardieri che conferma la protesta di dopodomani. E questo "anche se ci hanno lanciato accuse di ogni tipo, chiamandoci rivoluzionari, incoscienti, irresponsabili. C'è stata un'aggressione verbale, in qualche caso quasi squadrista, all'istituto democratico dello sciopero, ci hanno trattati come se avessimo dichiarato la Terza Guerra Mondiale. A me sembra invece che le nostre siano proposte di buon senso, i nostri iscritti sono contenti della scelta che abbiamo fatto», dice il leader della Uil.

«Nell'ultimo mese - riferisce - abbiamo percorso tutto il Paese per parlare della manovra. Mi sono rimasti nel cuore due anziani che ho incontrato in Sicilia e uno a Napoli che mi hanno raccontato delle loro difficoltà. Ho incontrato due cassintegrati che stanno per finire la Cig e hanno paura di non poter pagare le rate dell'Università per i figli. Mi sembra che questo pezzo di società sia stata dimenticata, c'è la tendenza a negare queste realtà, o a ridimensionarle pensando che basti il Reddito di cittadinanza. Da questo punto di vista la nostra battaglia è già vinta, perché abbiamo costretto la politica ad ammettere che c'è bisogno di una visione diversa». «Noi- ribadisce Bombardieri - continuiamo a dire che la priorità sarebbe stata quella di tagliare il cuneo fiscale ai lavoratori e ai pensionati, lo dicevamo già nella piattaforma unitaria, per aumentare i salari e far crescere il potere d'acquisto. In attesa di definire la riforma fiscale e pubblicare i decreti, si sarebbero dovuti concentrare gli interventi su quei redditi. E poi nella manovra non ci sono misure per combattere l'evasione fiscale, eppure se ne discute da 20 anni. Si fa troppo poco per i lavori usuranti, le morti sul lavoro, e le pensioni di donne e giovani. In questo Paese se si chiede a un giovane quando pensa che andrà in pensione risponde "mai", ma le sembra normale?»

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