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Economia
Perché la letteratura sembra ostile al mondo produttivo?
Antonio Calabrò, direttore di Fondazione Pirelli e presidente di Museimpresa

Tra pandemia e climate change

Gli eventi drammatici che stiamo vivendo (le conseguenze del Climate change, la pandemia da Covid 19 e la recessione, adesso la guerra in Ucraina e la crisi dei tradizionali meccanismi di potere e di scambio) accelerano la spinta verso un cambio di paradigma delle relazioni politiche e dello sviluppo economico e sociale. Serve una rilettura critica del catalogo delle idee che hanno guidato le recenti stagioni della globalizzazione e dell’economia digitale e la progettazione di una “ri-globalizzazione selettiva” con processi di reshoring che accorcino le supply chain e le localizzino nel cuore dell’Europa industriale, senza cedere a tentazioni protezioniste ma riqualificando e rilanciando tutto il sistema degli scambi internazionali in una condizione da fair trade.

Riscrivere nuove mappe della conoscenza

E’ necessaria dunque la scrittura di nuove mappe della conoscenza, della produzione e dei consumi, per riconsiderare scelte politiche, economiche e culturali sul “progresso” e sugli equilibri geografici, sociali, di genere e di generazione. La chiave da usare è quella della sostenibilità, ambientale e sociale. Con una profonda convinzione riformatrice: non si tratta di mettere in campo operazioni da green washing né aggiustamenti assistenziali. Ma di pensare a un nuovo corso politico ed economico, secondo i criteri di una “economia giusta”, circolare, civile (per riprendere la lezione del Papa, della migliore letteratura economica internazionale ma anche dei più sensibili protagonisti della finanza e dell’impresa).

Le imprese italiane hanno in sé risorse essenziali: la forza innovativa d’un dinamico capitale sociale e la profondità d’una cultura plasmata dall’umanesimo industriale che ha contraddistinto la storia economica del Paese. Una cultura in grado di riunire la consapevolezza storica d’una identità aperta e molteplice e il futuro dei nostri assetti sociali e civili e, dunque, di definire gli orizzonti dell’“avvenire della memoria”.
La letteratura, purtroppo, sembra spesso estranea o perfino ostile al mondo produttivo. Ma la nostra cultura d’impresa politecnica (in grado cioè di costruire sintesi originali tra saperi umanistici e conoscenze scientifiche) ha trovato originali spazi di espressione: dalle riviste aziendali alle iniziative multi-disciplinari (mostre, rassegne, libri, film, rapporti con le scuole), dal teatro alla musica, dalla promozione della ricerca di base all’utilizzo dei nuovi strumenti digitali.

Raccontare le trasformazioni

Parole, immagini e tecnologie fatte rivivere nelle pagine di questo libro - “L’avvenire della memoria – Raccontare l’impresa per stimolare l’innovazione” (Egea, 2022) - animano un percorso che pone una sfida al mondo della comunicazione: rilanciare un racconto attendibile delle trasformazioni positive in corso, alla ricerca delle radici di quella cura per la bellezza, per la qualità che si fa valore identitario, portatore di una grande forza economica: la forza delle imprese italiane di “fare, fare bene e fare del bene”. Nei musei e negli archivi d’impresa riuniti in Museimpresa ci sono testimonianze esemplari su cui fare leva, legando storia a innovazione, radici della sapienza manifatturiera e nuove frontiere delle attività data driven.

Che cosa vuol dire raccontare le imprese

Stanno proprio qui, infatti, le chiavi di una maggiore e migliore competitività della nostra economia nel contesto europeo. Aggiornando la cultura industriale. Ragionando di “governo dell’infosfera”, quello spazio connotato dai processi dell’Intelligenza Artificiale. E costruendo, con consapevole riformismo, il nuovo corso dello sviluppo sostenibile. Raccontare le imprese, in sintesi, significa dare spazio ai valori che fanno crescere economia e società: l’intraprendenza, l’innovazione, l’attenzione per le persone, il benessere diffuso, l’inclusione, la cura per la sostenibilità. Una cultura che lega competitività e solidarietà, radici storiche e cambiamenti. 

 

* direttore di Fondazione Pirelli e presidente di Museimpresa, autore de “L’avvenire della memoria – Raccontare l’impresa per stimolare l’innovazione” (Egea, 2022)

 

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