Pil, l'economista: "Ma quale ripresa economica, siamo solo tornati al livello di partenza" - Affaritaliani.it

Economia

Pil, l'economista: "Ma quale ripresa economica, siamo solo tornati al livello di partenza"

mario seminerio ape
 

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Mentre il governo Renzi saluta con toni trionfalisti il dato sul Pil italiano del primo trimestre, l'economista Mario Seminerio (nella foto a sinistra), uno  dei più noti blogger della Rete intervistato da Affaritaliani.it, spiega che "non si tratta di una vera e propria ripresa economica", ma è soltanto "ciclica che per sua natura, quindi, è fragile:  se un Paese, come l'Italia in questo contesto cresce meno degli altri a causa dei propri colli di bottiglia, le sue problematiche strutturali cioè, vuol dire che è soltanto tornato al proprio punto di partenza". E per il secondo trimestre...


L'INTERVISTA

Il dato sul Pil del primo trimestre è stato accolto con troni trionfalistici dal governo Renzi. Finalmente un segno più davanti al Pil...
"E' un dato in linea con la tradizione di debolezza del Paese, nel senso che cresciamo lievemente meno della media. Peggio, poi, di altri Paesi che erano messi male rispetto a noi come il Portogallo che ha fatto ad esempio +0,4%. Ha fatto maluccio anche l'Austria per suoi problemi specifici, come la Finlandia che registrato una variazione negativa. Insomma, era un dato atteso, niente di particolarmente eclatante. Conseguito in condizioni veramente non ripetibili di eventi positivi. Si tratta di un dato che sicuramente interrompe una serie statistiva fortemente negativa, ma di suo non vuol dire alcunchè".

Quindi, non si tratta di vera ripresa...
"No, quella in atto è soltanto una ripresa ciclica che per sua natura quindi è fragile e, soprattutto, se un Paese, come l'Italia in questo contesto cresce meno degli altri a causa dei propri colli di bottiglia, le sue problematiche strutturali, vuol dire che è soltanto tornato al proprio punto di partenza".

E quindi?
"Vuol dire che l'Italia non sta incidendo sui problemi strutturali che la affliggono da anni. Purtroppo, invece, vedo che la malafede che rappresenta la cifra stilistica di comunicazione di questo governo spinge a vendere un dato positivo di natura prettamente ciclica come se fosse il frutto di un'azione riformistica profonda, che sta cambiando in profondità l'essenza dell'economia italiana. Un criterio di comunicazione ispirato da una profonda disonestà intellettuale".

A proposito di comunicazione, nella sua nota il Tesoro spiega che "il dato sul Pil è superiore alle proprie aspettative. È presto per cantare vittoria, ma è il segnale della svolta impressa dalle politiche del governo. Con il mix di riduzione di tasse, sostegno a consumi, stimolo a investimenti e riforme - prosegue - abbiamo creato le condizioni per cogliere la finestra di opportunità determinata dal Qe e dal calo del petrolio". Condivide quanto dice il Ministero di Pier Carlo Padoan?
"Padoan ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte. Ha riconosciuto cioè che l'espansione è ciclica, ma ha voluto attaccare dei meriti al governo. E, premesso che esitano, questi meriti non si vedono nell'arco di un trimestre. Diciamo che si tratta di un comunicato molto politico, che per certi versi salva la forma, evidenziando che  in Europa è in atto una ripresa ciclica a cui l'Italia è agganciata, portandosi dietro però le proprie condizioni di fragilità e debolezza strutturale".

E' più ottimista per il secondo trimestre?
"Con l'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato, il rafforzamento dell'euro, la crescita del prezzo in dollari del petrolio e gli altri rischi sulla crescita come l'andamento del Pil della Cina che rappresenta una spada di Damocle sulla congiuntura globale e una ripresa degli Stati Uniti che non è così vigorosa come negli altri trimestri a causa della forza degli ultimi mesi del dollaro, mi sembra difficile che ci possano essere nel secondo trimestre potenzialità di crescita in accelerazione. Stando a quello che vedo ora, alla metà del secondo trimestre, se vengono meno cioè certe condizioni di contesto, non credo che il prossimo dato possa essere migliore".