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Economia
Recovery Fund: meno soldi ma pochi controlli. Conte accetta il compromesso

Recovery Fund: meno soldi ma pochi controlli. Conte accetta il compromesso

Terzo giorno di negoziato a Bruxelles sul Recovery Fund. Il piano di aiuti per i Paesi più in difficoltà economica in seguito alla pandemia Coronavirus non è stato ancora definito nei dettagli, ma come ogni negoziato c'è da cedere su un fronte per avere vantaggio su un altro e la strategia di Conte e dell'Italia è stata fin da subito: "Meglio meno soldi ma spendibili, che prestiti poco spendibili e controllati". In base all’ultima versione del piano di aiuti europei, 360 miliardi in sovvenzioni e altri 360 in prestiti (prima erano 500 e 250).

Il meccanismo di calcolo - si legge sul Corriere della Sera - è complesso, ci sono programmi più vantaggiosi e altri meno ma la nostra quota totale dovrebbe salire da 170 a circa 190 miliardi di euro. Per la parte delle sovvenzioni, cioè prestiti a fondo perduto che non vanno rimborsati, l'Italia perderà tra i 7 e i 10 miliardi di euro su 80. Ma crescerebbe invece di circa 30 miliardi l’ammontare dei prestiti. Il premier è preoccupato dall’ipotesi di tornare a casa senza un accordo. Non solo per la tenuta della maggioranza. Ma per la reazione che ci potrebbe essere oggi sui mercati, con le Borse che riaprono. "Bisogna chiudere", dice il premier. Ma non può certo mollare su tutto. E soprattutto non può cedere su quel diritto di veto, bandiera dell’Olanda, visto che ha definito più volte quel punto come la nostra "linea rossa".

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