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Economia
Salario minimo, arriva l'ok dall'Ue. I sindacati scaldano la piazza post voto
Foto Leader Sindacali

Salario minimo, in Europa passa ufficialmente la direttiva

 

Stipendi, pensioni, salario minimo, lotta alla precarietà, tetto alle bollette e vera riforma del fisco. Mentre l'Europa corre verso un lavoro "più degno", annunciando il via libera definitivo dell'Ecofin alla direttiva che promuoverà l'adeguatezza dei salari minimi legali sotto i quali non potrà scendere la retribuzione, in Italia le parti sociali "scaldano" le piazze in vista di sabato 8 ottobre con l'obiettivo di rilanciare, in occasione dell'evento Italia, Europa, ascoltate il lavoro in programma a Roma, le "dieci  proposte" per il governo che verrà. Tra queste la garanzia di un lavoro degno e un potere contrattuale rinnovato. L'Italia è infatti tra i sei Paesi su 27 aderenti all'Ue a non aver adottato (ancora) una direttiva sul salario minimo. 

E se da un lato si può parlare di "tiepida" mobilitazione, dall'altro Bruxelles accelera con il via libera definitivo alla direttiva che  promuove e garantisce condizioni di vita (e lavoro) dignitose per tutti. Ora gli Stati in cui sono  previste le contrattazioni minime dovranno definire un quadro procedurale chiaro. Dopodichè ogni due anni, massimo quattro, le cifre salariali verranno modificate e aggiornate, anche sulla base del caro vita. Tuttavia, i  Paesi restano comunque liberi di scegliere un livello di salario minimo opportuno. 

Come si legge  nel comunicato diramato da Bruxelles, "la direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, mentre gli Stati membri hanno due anni per recepire la direttiva nel diritto nazionale". Tra gli obiettivi c'è quello di "aumentare il numero di lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari, promuovendo la capacità delle parti sociali di partecipare alla contrattazione collettiva". 

Salario minimo, in Italia il Cdx assicura "collaborazione" con le  parti sociali 

Ma l'Italia, come detto in precedenza, non rientra tra quei Paesi che prevedono un salario minimo. Da questo punto di vista però, durante il governo tecnico presieduto da Mario Draghi, alcuni passi avanti sono stati fatti. Tra gli ultimi l'annuncio di adottare una nuova legge sul salario minimo con la regolamentazione che resterà comunque quella attuale, ovvero affidata alla contrattazione collettiva. L'idea portata avanti dall'esecutivo, e ribadita anche nell'ultimo decreto Aiuti bis, è stata quella di basarsi sul Tec, il trattamento economico complessivo. L'introduzione di un possibile salario deve tenere in considerazione i contratti più diffusi o firmati delle organizzazioni maggiormente rappresentative, estendendosi eventualmente a tutti i lavoratori che non hanno una contrattazione di riferimento.

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