Economia
Stm, il produttore di chip crolla in Borsa dopo i conti flop. E per ridurre i costi si prevede il taglio di 5 mila posti di lavoro
La perdita operativa comprende una svalutazione di 190 milioni di dollari, gli oneri di ristrutturazione e altri costi

Stm, il produttore di chip crolla in Borsa dopo i conti flop
Tracollo in Borsa (-17%) per STMicroelectronics dopo i conti del secondo trimestre che ha riportato la prima perdita in oltre un decennio a causa degli alti costi di ristrutturazione. Il produttore di chip franco-italiano, che produce chip per le auto Tesla e moduli eSim per gli iPhone di Apple, ha registrato una perdita di 133 milioni di dollari per il trimestre, mancando l'utile medio di 56,2 milioni di dollari previsto dagli analisti.
La perdita operativa comprende una svalutazione di 190 milioni di dollari, gli oneri di ristrutturazione e altri costi. Senza questi ultimi, ha puntualizzato la società in un comunicato, gli utili avrebbero raggiunto i 57 milioni di dollari. Il problema è nella forte dipendenza della STMicro dalla sua produzione interna, che rappresenta circa l'80% dei suoi chip. E, nel caso di un rallentamento della domanda, restano le fabbriche sottoutilizzate e il personale da pagare.
Mentre, secondo gli analisti concorrenti come Infineon e NXP che utilizzano maggiormente produzioni conto terzi non hanno questo problema. Tutti i produttori di chip per auto, industriali e di consumo, come STMicro, Texas Instruments, o NXP, hanno dovuto affrontare nei mesi scorsi un crollo delle vendite, a causa della frenata del mercato, scorte elevate e la difficile situazione geopolitica. STMicro ha già presentato un piano di riduzione dei costi per ristrutturare gli impianti di produzione e risparmiare centinaia di milioni di dollari entro il 2027.
Il piano, purtroppo, prevede anche il taglio di 5mila posti di lavoro in Francia e in Italia nei prossimi tre anni, e ha innescato lo scontro tra i governi francese e italiano per la governance. Entrambi i governi sono i maggiori azionisti della società con una quota del 27,5%. Il governo italiano ha cercato di rinnovare i vertici ma l'ad Jean-Marc Chery ha resistito difendendo il suo piano.
La società non ha fornito la guidance per l'anno 2025 ma ha detto di aver intravisto i primi segnali di un ciclo di crescita. E infatti i ricavi del secondo trimestre sono saliti a 2,76 miliardi di dollari superando le attese degli analisti. Per il terzo trimestre dovrebbero, secondo StM, raggiungere i 3,17 miliardi.