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Economia
Tabarelli, l’uomo degli idrocarburi "innamorato" dei fossili e del nucleare

Davide Tabarelli passa per un ambientalista invece non lo è affatto: ecco perchè

Avete presente Davide Tabarelli, quello che sta sempre in televisione ed è riuscito pure a scacciare Covid-star del calibro di Matteo Bassetti o Massimo Galli?

Si presenta in due versioni complementari, come lo Yin e lo Yang e cioè, più prosaicamente, con barba (sembra un orco) o senza barba.

Nato a Modena nel 1960, nel 2006 fonda Nomisma Energia dopo essere entrato nel 1986 in Nomisma, fondata a sua volta da Romano Prodi. Laurea in Economia, non capisce niente di fisica ma discetta di energia, snocciolando dati che si legge sul web.

È stato responsabile di circa 90 studi su questioni energetiche ed ambientali. È stato consulente del Ministero dell’Industria dal gennaio 1995 al maggio 1996. È stato responsabile dell’attività di assistenza al ministero dell’Ambiente in tema di cambiamenti climatici con l’ex ministro Corrado Clini. È stato membro di Commissioni Ministeriali per la politica energetica nel 2003 e nel 2005. E da sempre bazzica i ministeri per consulenze, lavoro o “consigli”.

Grazie alla guerra in Ucraina ce lo troviamo tutti i giorni tra i piedi che pontifica su gas ed affini.

È considerato –per le sue previsioni (che fortunatamente quasi mai si avverano) - un gufo ed è visto con terrore dai premier e organizzazioni ambientaliste: “La bolletta del gas la paghiamo circa 1.3 e 1.4 euro per metro cubo, prezzo determinato con un valore sul mercato da 90 euro per megawattora che c’era prima di giugno poi la Russia ha cominciato a tagliare e attualmente il prezzo è a 200. Se l’autorità dovesse applicare i vecchi meccanismi ci sarà un raddoppio delle bollette in autunno, ci sarebbe un’esplosione dell’inflazione. Il governo ha intenzione di bloccare questi prezzi ma non dimentichiamo che tutto ciò che viene pagato dal governo finisce sul debito”.

Passa per un ambientalista invece non lo è affatto. Anzi, da sempre è per il carbone: "Per il prossimo inverno abbiamo trovato delle alternative, anche con misure eccezionali come la riapertura delle centrali a carbone, solo per 15 dei 29 miliardi di metri cubi di gas che abbiamo importato dalla Russia l’anno scorso".

E poi ancora sul giacimento di petrolio in Basilicata, il più grande in Europa si mostra nella sua vera veste di trivellatore selvaggio: “Ha una produzione limitata che non arriva a 100mila barili al giorno. Abbiamo due giacimenti che potrebbero dare una produzione almeno tre volte superiore, ma non se ne parla perché in Italia tutti sono contro le trivelle". 

Nota la sua a avversione per le fonti rinnovabili e la sua passione per il nucleare (magari gli danno qualche altra consulenza): "Noi abbiamo bisogno di rimandare la chiusura delle centrali nucleari e aprire quelle al carbone. Poi, ben vengano le rinnovabili, ma questo inverno avremo grandi problemi perché, in caso di ulteriori ritorsioni russe, passeremo dei giorni un po’ più al freddo e con le luci un po’ più spente". 

Insomma, Davide Tabarelli è uno che se ne frega dei cambiamenti climatici e del futuro della Terra, temi al centro dell’agenda politica mondiale. Per lui c’è solo il carbone, gli idrocarburi e anche appunto il nucleare, di cui è un acceso fan. Desta meraviglia come i media e i ministri lo considerino ancora un ecologista. Ma siamo in Italia, il Paese del Gattopardo e questo spiega tutto.

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