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Economia
Trussardi sull'orlo del fallimento? La crisi del Levriero parte dalla famiglia

Trussardi, dall'ingresso di Quattro R alla crisi del lusso, la storia dell'ascesa dell'azienda bergamasca

Trussardi, la nota azienda di lusso bergamasca, sta per "gettare la spugna" nelle mani del colosso piemontese Miroglio, già detentore di un arsenale di marchi di moda, tra cui Elena Mirò, Motivi, Oltre e Fiorella Rubino. Dal mese di novembre, si rincorrono voci insistenti su un possibile interesse di Miroglio, gruppo che vanta 36 società, 1.100 punti vendita distribuiti in 22 paesi, e ricavi per 550 milioni di euro nel 2023. Tuttavia, qualora si concretizzasse, un accordo del genere andrà per forza di cose per le lunghe.

Nel frattempo Trussardi annaspa nel mare di debiti che nel 2023 hanno toccato quota 51,5 milioni di euro. Un naufragio annunciato, dal quale il gruppo ha cercato di risollevarsi aggrappandandosi alla "zattera" della composizione negoziata della crisi di impresa, una manovra che sembra essere più una pia illusione che un piano di salvataggio concreto. Inizialmente pensata per durare solo sei mesi, la misura è stata poi prorogata, con la speranza di una ristrutturazione affidata alla società bergamasca 3X Capital. Ma chi può dire quanto sia efficace questo tentativo di resuscitazione?

D'altro canto, il "collasso" dell'azienda del Levriero ha radici ben più radicate. Nel 2019, Trussardi ha ceduto la maggior parte del controllo a QuattroR, un fondo italiano di ristrutturazione aziendale. Questo ha portato alla creazione di una newco, con QuattroR che stringe il 70% e Tomaso Trussardi, precedentemente proprietario dell'86% di Finos (la holding di famiglia che controllava Trussardi), con un un magro 30%. Da qui Tomaso, al timone come amministratore delegato dal 2015, è stato spodestato dalla presidenza nel 2021, sostituito dallo stesso AD di QuattroR, Francesco Conte. 

Nel tentativo di risollevare le sorti di Trussardi, QuattroR ha poi designato Sebastian Suhl come amministratore delegato. Forte di un bagaglio di esperienze con giganti della moda quali Marc Jacobs, Prada e Valentino, Suhl ha delegato la direzione creativa a Benjamin Huseby e Serhat Isik, mente del marchio berlinese GmbH. La loro prima collezione per Trussardi, rivelata a marzo 2022, è stata sin da subito oggetto di critiche, accusata di tradire l'essenza classica del brand disorientando la fedele clientela storica senza però riuscire a sedurre un nuovo pubblico. La strategia di rinascita di Trussardi, già traballante, ha poi subito un ulteriore colpo duro dalla pandemia di coronavirus che ha sferzato l'intera industria della moda, lasciando il marchio non indenne agli impatti. In questo scenario già difficile, le tensioni geopolitiche hanno aggiunto un ulteriore strato di complessità. L'aggravante? Le sanzioni UE contro la Russia, un mercato vitale per il marchio.

La famiglia Trussardi ha attraversato non solo una crisi economica, ma anche vari tumulti interni, radicati nelle stesse dinamiche familiari. Il tutto ebbe inizio con Nicola Trussardi, che trasformò una semplice fabbrica di pelletteria in un gigante della moda e dello stile di vita. Andando oltre, con l'espansione in settori come i profumi e le borse – inclusa l'ormai celebre borsa a secchiello – Nicola non si fermò alla sola produzione: rinnovò radicalmente anche il marketing e il modo di presentare il brand, introducendo uno spirito innovativo e fresco nel settore. Dopo la scomparsa di Nicola, la leadership passò a suo figlio Francesco, prematuramente scomparso nel 2003, e da lui alla sorella Beatrice, che dopo poco passò il testimone alla madre, Maria Luisa Gavazzeni. Nel frattempo, gli altri fratelli entrarono a far parte dell'azienda: Gaia come direttrice creativa fino al 2018 e Tomaso (ex marito di Michelle Hunziker), come amministratore delegato dal 2015. Tutti questi cambi di rotta hanno portato nel 2017 a un rosario di perdite pari a 30 milioni di euro, con una crisi finanziaria che è stata principalmente associata alle divergenze interne nella famiglia Trussardi. Quale sarà il destino della storica casa di lusso resta per ora un'incognita. D'altra parte le porte aperte non sembrano essere così tante: potrebbe sperare in un rilancio da parte di un nuovo imprenditore, o in un ridimensionamento, se così non sarà, la dichiarazione di fallimento sarà a quel punto inevitabile.

LEGGI ANCHE: Trussardi vicino alla cessione a Miroglio: affare possibile ma in tempi lunghi

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