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Economia
Ue sempre più green: caldaie a gas vietate entro il 2030? Le novità

Unione Europea sempre più green: verso il divieto delle caldaie a gas? Ecco le novità

Non ci sarebbero le auto a benzina nel mirino dell’Unione Europea, che intenderebbe mettere gradualmente all’indice anche le caldaie a gas, cominciando dal loro declassamento a partire dal 2025, fino allo stop a qualsiasi tipo di incentivo e al divieto di venderle dal 2029. A definire questi passaggi un testo che rientra nel RepowerEu della Commissione europea, il piano per rendere i paesi Ue indipendenti dai combustibili fossili provenienti dalla Russia entro il 2027 (o possibilmente) anche prima. Contestualmente all’abbandono delle caldaie a gas, il piano prevederebbe il raddoppio della diffusione di pompe di calore (10 milioni da installare nei prossimi cinque anni e 30 milioni entro il 2030) e un’accelerazione nella distribuzione del gas rinnovabile.

Nel 2019 l’Unione Europea, inoltre, ha presentato il Green Deal, il Patto Verde, un insieme di iniziative proposte dalla Commissione europea per gli stati membri con l’obiettivo di raggiungere la cosiddetta neutralità climatica entro il 2050.

LEGGI ANCHE: Fondo sovrano e finanziamenti verdi: l'Ue illustra i pilastri del Green Deal

L’iniziativa arriva dalla crescente sensibilità dell’Unione ai temi dei cambiamenti climatici ed il degrado ambientale, che costituiscono una minaccia enorme per il mondo intero. Le proposte della Commissione Europea in materia di clima, riguardano diversi aspetti dell’economia, dall’energia ai trasporti, fino alla fiscalità. Il primo traguardo da raggiungere è la riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli registrati nel 1990.

In questo senso la svolta è già iniziata in Germania dove il Governo ha emanato una legge epocale, che sta facendo molto discutere, ma che potrebbe essere presa ad esempio anche dagli altri membri dell’Unione Europea. Il Governo tedesco, infatti, ha deciso che, a partire dal 2024, tutti i nuovi impianti dovranno essere rinnovabili al 65%. Un provvedimento che esclude, di fatti, tutte le caldaia alimentate da combustibili fossili puri, come gas o gasolio, in favore di nuovi sistemi come quelli solari termici o ibridi, le pompe di calore, stufe a pellet o caldaie alimentate almeno al 50% da idrogeno e biometano.

Ad essere interessati dal provvedimento sono oltre 40 milioni di impianti e la transizione costerà alla Germania ben 9 miliardi di euro l’anno nel breve termine. Ma gli studi condotti dal Ministero dell’Economia tedesco stima un enorme risparmio nel lungo periodo per tutti i cittadini.

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