Volkswagen, terremoto commodity. "Richiameremo 11 milioni di auto" - Affaritaliani.it

Economia

Volkswagen, terremoto commodity. "Richiameremo 11 milioni di auto"

Mentre la Banca d'Italia lamenta i rischi del rallentamento della ripresa economica mondiale per effetto della recessione di alcuni Paesi emergenti a cui potrebbero aggiungersi anche gli effetti dello macro-scandalo Volkswagen, oltre ad abbattersi sulle Borse la crisi della casa automobilistica di Wolfsburg (oggi il titolo ha perso un altro 4,1% sul listino di Francoforte) sta terremotando anche il mercato delle materie prime. Due le principali commodity finite nella turbina della voltatilità dopo le ammissioni dei vertici della Volkswagen sui motori diesel truccati.

Una il palladio, l'altra il platino. Entrambi i metalli, infatti, sono utilizzati nella produzione di automobili: il primo viene utilizzato principalmente per limitare le emissioni inquinanti delle auto elettriche a benzina, mentre il secondo viene impiegato in particolare nei catalizzatori delle auto diesel. E così, complice anche il ribasso del prezzo del petrolio che ha determinato una minor richiesta delle più costose auto diesel nel principale mercato mondiale (quello europeo) dove una macchina su due presenta motorizzazione a gasolio, il platino resta nel mirino dei venditori (era già sceso del 40% in 12 mesi prima dello scandalo dieselgate) che negli ultimi anni hanno fatto scendere la quotazione del 100% dai top di agosto 2011.

Dopo aver sovraperformato l’andamento dell’oro per un lungo periodo di tempo, ora il platino (a 940 dollari circa l'oncia) mostra un gap nei confronti del metallo giallo di circa 200 dollari l’oncia. Dai massimi di fine agosto 2011 di 1.915 dollari l’oncia, il valore del platino si è dimezzato. Secondo gli analisti finanziari che seguono il mercato delle commodity, la recente discesa, che ha fatto seguito all’incapacità dei prezzi di tornare con decisione sopra la soglia psicologica dei 1.000 dollari l’oncia, dipende proprio dai timori degli investitori che lo scandalo sulle emissioni legato alla vicenda di Volkswagen possa mandare in crisi il settore auto. Comparto che attinge molto da questa materia prima.

Così iniziano a uscire i report degli analisti secondo secondo cui il calo di fiducia dei consumatori nelle auto con i motori diesel avranno pesanti ripercussioni sulla domanda di platino; al contrario, è plausibile un aumento delle vendite delle auto a benzina, di cui beneficerà la richiesta mondiale di palladio. Metallo (ora viaggia intorno ai 670 dollari) che si avvantaggerà anche della politica ambientale cinese in manovra per ridurre l’inquinamento dei veicoli con emissioni nocive (che ne comporterà una domanda più elevatavisto che il mercato interno del gigante asiatico è dominato da autovetture a benzina, oltre che all’aumento di vendite di auto elettriche).

Sul platino, c'è dell'altro, però. Gli esperti del settore delle commodity spiegano poi il sell-off del metallo prezioso anche con l’eccesso di scorte sul mercato, in virtù di una sovraproduzione del principale produttore di platino al mondo, ovvero il Sudafrica. Le basse vendite nel settore auto e la minore domanda dalla gioielleria, principalmente da Cina e India, sono poi fattori di carattere fondamentale che muovono molto le quotazioni del metallo.

Intanto, Volkswagen si prepara a entrare nella storia dei richiami automobilistici: il nuovo amministratore delegato, Matthias Mueller, ha detto ai suoi top manager che "nei prossimi giorni" verranno fatte rientrare dai concessionari le automobili che montano il software dello scandalo, quello che trucca le emissioni in sede di test d'omologazione, per la sua rimozione. Si tratta di 11 milioni di veicoli: sarà una maxi-operazione che costerà svariati miliardi al colosso tedesco. La notizia, riportata da Reuters, è emersa da un incontro con un migliaio di alti dirigenti del gruppo, a porte chiuse, nella quale Mueller ha anche annunciato una riorganizzazione del marchio principale del gruppo Vw: gli verrà data una maggiore autonomia, come accade per i marchi del lusso Audi e Porsche, nel tentativo di tagliare i costi. "Possiamo solo procedere un passo alla volta, ci aspetta un lungo lavoro da fare", ha detto il ceo.