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Esteri
Afghanistan: talebani e migranti rilanciano sovranisti europei e trumpiani

L'Afghanistan potrebbe cambiare la parabola della politica europea e di quella italiana. Il cambio della guardia tra Donald Trump e Joe Biden negli Stati Uniti, il ritorno dei gollisti in Francia e l'avanzata dei Verdi in Germania, il parziale stop ai movimenti radicali un po' in tutta Europa. E in Italia il lancio di una linea di politica estera responsabile da parte di Fratelli d'Italia e la possibile svolta verso il centro della Lega, in trattativa con i moderati di Forza Italia per un partito unico o comunque per una federazione di centrodestra nella quale "centro" non sarebbe più solo un semplice suffisso davanti alla parola "destra". Con tanto di flirt del Carroccio con il Ppe al Parlamento europeo.

Afghanistan, l'arrivo dei talebani causa una nuova emergenza migranti

Il generale movimento verso posizioni centriste è stato spinto anche dalla pandemia di Covid-19, che almeno inizialmente ha aumentato la richiesta generale di responsabilità e cautela. Ora, però, il clima sta cambiando. E a contribuire a questo cambiamento c'è la crisi in Afghanistan. La caduta di Kabul e la presa di potere da parte dei talebani causerà, anzi sta già causando, una nuova ondata di profughi verso l'Europa. L'Onu parla di "notizie agghiaccianti di gravi restrizioni ai diritti umani in tutto" l’Afghanistan. “I talebani hanno iniziato a perquisire casa per casa“, puntano a “esecuzioni mirate, la gente a Kabul è terrorizzata”, ha dichiarato l’ambasciatore afgano all’Onu Ghulam M. Isaczai.

Le immagini degli afgani attaccati all'aereo delle forze militari statunitensi hanno fatto il giro del mondo. Qualcuno è caduto nel vuoto, come era accaduto l'11 settembre del 2001 (ironia, o meglio tragedia, della sorte l'evento che diede il via alla missione americana in Afghanistan e al dichiarato "export della democrazia"), un cadavere è stato ritrovato nel carrello di un velivolo. Si prevede che centinaia di migliaia di profughi afgani cerchino di arrivare in Europa nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Afghanistan, la caduta di Kabul rilancia i sovranisti europei e i trumpiani

Fenomeno che ridarà inevitabilmente voce ai sovranisti di tutto il continente. Non solo. L'opportunità irripetibile per tanti partiti di destra è anche quella di poter biasimare per l'emergenza non solo l'Unione europea, ma anche e soprattutto un presidente degli Stati Uniti democratico. Prevedibile che la nostalgia di Donald Trump, rimasta pragmaticamente sopita dopo l'ufficializzazione del risultato delle elezioni Usa del 3 novembre scorso e l'ingresso di Biden alla Casa Bianca, torni prepotentemente di attualità.

Segnali evidenti in tal senso sono arrivati anche dall'Italia. Matteo Salvini ha duramente criticato Biden, giudicando "pessimo" il suo discorso post caduta di Kabul. E ha subito chiesto al governo Draghi di non accogliere i profughi: “Abbiamo già registrato circa 35mila arrivi via mare, per non parlare di quelli via terra e ora la fuga dall'Afghanistan rischia di essere un disastro. L'Italia non può permettersi di accogliere decine di migliaia di persone visto che i centri di accoglienza stanno già esplodendo”, ha affermato a Radio 24. “Altri Paesi non stanno facendo nulla, la comunità internazionale si faccia carico perché l'Italia non può essere l'unico centro di accoglienza”.

Molto indicative anche le dichiarazioni di Ignazio La Russa, raccolte da Alberto Maggi per Affaritaliani.it: “L’errore principale lo ha commesso Joe Biden. L'errore principale è stato del presidente statunitense ma il governo italiano non ha provato a fare nulla per evitarlo, anzi ha deciso il ritiro dall'Afghanistan senza nemmeno passare dal Parlamento”. Per quanto riguarda i profughi, quindi, La Russa ritiene che “il governo deve accogliere chi ha collaborato con le nostre forze in Afghanistan, non ci sono dubbi.

Afghanistan ed emergenza migranti: l'Ue si prepara a perdere Angela Merkel

La possibilità che il sovranismo torni di moda è alta, soprattutto considerando le tante incognite che si addensano sul futuro prossimo dell'Unione europea e dei suoi equilibri politici. Tra poco più di un mese si vota in Germania e l'annunciato ritiro di Angela Merkel lascerà un vuoto molto difficile da colmare non solo a Berlino ma anche a Bruxelles. E' sempre stata lei la figura di riferimento, vera equilibatrice delle diverse anime dei paesi europei e dei loro partiti di riferimento. Anche sulla questione dell'immigrazione. Non è un caso che dopo la caduta di Kabul, il premier Mario Draghi abbia fatto sapere di essersi consultato proprio con Merkel per trovare una linea comune. 

Tra poco quell'interlocutore non esisterà più, e i sovranisti europei potrebbero trovare meno argini in grado di contenerli.

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