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Esteri
Bielorussia, Lukashenko: "Nuovo voto solo dopo nuova costituzione"

BIELORUSSIA, LUKASHENKO: PRIMA NUOVA COSTITUZIONE, POI ELEZIONI PRESIDENZIALI

Alexander Lukashenko apre a nuove elezioni presidenziali, come chiesto dagli oppositori scesi in piazza ogni giorno dopo le elezioni dello scorso nove agosto, ma solo dopo l'adozione di una nuova Costituzione, un passo di cui aveva parlato già nei mesi scorsi. Solo questa mattina, di fronte agli operai della fabbrica Mzkt, aveva detto: "Fino a che non mi fate fuori, non ci saranno altre elezioni". "Abbiamo bisogno di una nuova Costituzione. Bisogna adottarla con un referendum e con questa nuova Costituzione, se volete, si potranno tenere sia elezioni legislative che presidenziali, e anche elezioni locali", ha dichiarato Lukashenko, citato nel pomeriggio da Belarus-24.

Questa mattina Lukashenko aveva detto: 'fino a che non mi fare fuori, non ci saranno nuove elezioni'

"Grazie, ho detto tutto, potete continuare a gridare 'Vattene!'", ha detto il presidente bielorusso Alexander Lukashenko prima di fuggire dallo stabilimento di trattori su ruote di Minsk, secondo quanto riportano fonti locali. Il presidente rivendica di essere stato riconfermato con l'80% dei voti nelle elezioni del 9 luglio ed esclude di voler ripetere la votazione; da allora gli opppositori, guidati dalla avversaria Svetlana Tikhanovskaya, rifugiatasi in Lituania, si sono riversati a decine di migliaia nelle piazze della capitale Minsk e delle altre città.

Bielorussia, Lukashenko mollato anche dalla tv di Stato. Ora rischia davvero

Oggi i manifestanti hanno contestato il presidente, al potere da 26 anni, mentre interveniva durante una visita alla fabbrica di trattori, dove lo attendevano numerosi sostenitori convocati appositamente. Il tutto mentre in Bielorussia si assiste a uno sciopero senza precedenti che coinvolge addirittura la tv, con un telegiornale che ha mandato in onda uno studio vuoto.

Bielorussia: manifestazioni di fedeli contro Lukashenko

Anche i fedeli delle principali confessioni cristiane partecipano in questi giorni alle grandi mobilitazioni che si sono attivate in Bielorussia per protestare contro la riconferma del presidente uscente Alexander Lukashenko.    In questi giorni accanto alla cattedrale cattolica della Vergine Maria si sono radunate alcune decine di persone: gli ortodossi con le icone, i cattolici con i rosari, i protestanti con le Bibbie. A riferirlo il sito specializzato asia News. Recitando insieme il Padre Nostro, i manifestanti si sono mossi dalla piazza della Libertà verso la principale chiesa ortodossa della capitale, la cattedrale dello Spirito Santo, dove li attendeva un gruppo non meno numeroso di persone.   A capo della processione tre seminaristi e un diacono della cattedrale cattolica, Jurij Reshetko. All’agenzia BelaPan essi hanno dichiarato che il corteo di preghiera aveva lo scopo di fermare le violenze in atto nel Paese. Nella cattedrale ortodossa si è svolta una celebrazione per la pace; parte dei fedeli ha assistito dalla piazza antistante: in tutto hanno partecipato diverse centinaia di persone. Questo è avvenuto nonostante la presa di posizione dell’esarcato ortodosso di Bielorussia, che ha preso le distanze da ogni tipo di manifestazione, compresa quella dei propri fedeli.

Nel comunicato degli ortodossi si afferma che “la posizione della Chiesa ortodossa di Bielorussia è a favore della pace, della comprensione reciproca tra tutte le parti in conflitto, cercando di evitare gli eccessi. Abbiate cura di voi stessi e del vostro prossimo, non cedete alle provocazioni e agite nei limiti della legge dell’amore cristiano, e della legislazione della repubblica di Bielorussia”. Diversi sacerdoti ortodossi si sono comunque uniti alle manifestazioni di questi giorni, anche contro il parere del metropolita e dei vescovi.   Le proteste in Bielorussia del resto non accennano a fermarsi: ancora ieri, domenica 16 agosto, si sono radunate nel centro di Minsk decine di migliaia di persone (secondo varie stime, da 50 a 200 mila, in fila per tre chilometri – v. foto 1) per chiedere di ripetere le elezioni, senza violenze e senza imbrogli, allo slogan: “Lukašenko nell’avtozak!” (“avtozak” è il camion della polizia dove vengono percossi gli arrestati), oppure: “Le pecore fanno bèe, noi diciamo: Vattene!” (il presidente aveva paragonato i dimostranti a pecore pagate e ammaestrate dai lituani e dai tedeschi).   Il presidente Lukašenko ha radunato a sua volta i suoi sostenitori, fatti arrivare con speciali pullman dalle campagne (egli stesso, in epoca sovietica, era presidente di un kolchoz, un’azienda agricola socialista) fino a una massa di 70 mila persone, almeno secondo le dichiarazioni ufficiali. Dimostrazioni di protesta si tengono quasi quasi ovunque nelle altre città del paese: Grodno, Gomel’, Brest, Mogilev, Baranoviči, Vitebsk, Bobruysk e altre. A Gomel’ si sono anche tenuti i funerali di Aleksandr Vikhor, una delle vittime delle repressioni a Minsk dei giorni scorsi.

Tikhanovskaja: "Pronta a fare da leader"

Svetlana Tikhanovskaya è "pronta ad assumere la responsabilità di essere leader nazionale in questo periodo" per gestire la transizione e organizzare nuove elezioni presidenziali in Bielorussia. Lo ha affermato, una settimana dopo il contestato risultato elettorale, la stessa sfidante del presidente Alexander Lukashenko in un nuovo video diffuso dall'esilio in Lituania. "Non volevo essere una politica. Ma il destino ha deciso che mi trovassi in prima linea nella lotta contro regole arbitrarie e ingiustizia", ha detto la 37enne al termine di una settimana di proteste e violenze a Minsk e nelle altre città bielorusse.    

Ieri, in particolare, decine di migliaia di persone hanno manifestato nella capitale contro la presunta vittoria del presidente Lukashenko, al potere da 26 anni, che ha affermato di avere ottenuto l'80% dei consensi nell'elezione del 9 agosto. La comunità internazionale non ha riconosciuto il risultato, ma Lukashenko è sostenuto dal presidente russo Vladimir Putin. Nel video di oggi, Tikhanovskaya si dice pronta ad assumere la leadership del paese "per calmare il paese, liberare i prigionieri politici e preparare al più presto le condizioni legali per organizzare nuove elezioni politiche".

Bielorussia: Macron, Ue si mobiliti a fianco protesta pacifica

"L'Unione europea deve continuare a mobilitarsi al fianco delle centinaia di migliaia di bielorussi che manifestano pacificamente per il rispetto dei loro diritti, della loro liberta' e della loro sovranita'", lo ha scritto il presidente francese Emmanuel Macron. Il tweet e' stato pubblicato mentre decine di migliaia di persone si sono riunite a Minsk per chiedere la partenza del presidente Lukashenko, che si rifiuta di rinunciare al potere una settimana dopo la sua contestata sesta rielezione. In risposta all'aggravarsi della crisi, venerdi' l'UE ha concordato sanzioni contro i funzionari bielorussi legate alla repressione o ai sospetti brogli elettorali. 

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