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Esteri
Coronavirus, Regno Unito: oltre 500mila casi, in Francia nuove restrizioni
Emmanuel Macron, presidente della Francia
Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito 

Il Regno Unito supera i 500mila casi 

Il Regno Unito, il Paese in Europa più colpito dalla pandemia da Covid-19, ha superato la soglia dei 500mila casi positivi al nuovo coronavirus. L'improvviso picco è stato attribuito dalle autorità a un problema tecnico, che ha fatto lievitare i contagi negli ultimi giorni: nell'ultimo bilancio diffuso ieri sera, i casi risultati positivi al virus nelle ultime 24 ore erano 22.961, oltre 10 mila in più rispetto ai dati del giorno prima, che ammontavano a 12.872. 

E già la cifra di lunedì era lievitata rispetto ai dati del resto della settimana, che si aggiravano in media tra i 6mila e i 7mila al giorno. Il problema tecnico, ora risolto, ha ritardato la diffusione dei casi tra il 24 settembre e il 1 ° ottobre: i contagi non conteggiati verranno aggiunti gradualmente nei prossimi giorni, il che dunque potrebbe rendere "fuorviante", hanno avvertito le autorità, il conteggio nei giorni avvenire. 

Al momento il Regno Unito ha 502.978 casi di positività dall'inizio dell'epidemia. Il premier Boris Johnson ha avvertito domenica che il Paese ha "un duro inverno dinanzi" e che il periodo "accidentato" potrebbe durare "fino a Natale e oltre". Nella speranza di evitare un ricontenimento nazionale, il governo sta intensificando le azioni locali per cercare di controllare la diffusione del virus, che ha già ucciso 42.350 persone (di cui 33 nelle ultime 24 ore), il bilancio più pesante in Europa.

Parigi si risveglia in un incubo 

È stata una domenica parigina, pigra, di passeggiate in bici e 'trottinette'. I francesi hanno imparato solo da poche settimane a utilizzare sempre le mascherine, all'interno e all'esterno. Penzolanti dalle orecchie, il naso fuori, la sigaretta in mano, la usano 'obtorto collo', per dovere, senza molta paura. È stata una domenica rilassata ma attraversata da un fremito ansiogeno per un inesorabile annunciato nuovo semi-lockdown in arrivo. 

In serata la notizia paventata arriva sugli schermi tv: Parigi e la sua petite couronne (i comuni di Neully, Saint-Cloud, Rueil-Malmaison e Levallois-Perret), diventano zona di allerta scarlatta per 15 giorni, dopodiché il governo rivaluterà la situazione. Qualcosa che era stato preannunciato nei giorni scorsi, ma che ancora non era entrato nella coscienza comune. 

A partire da martedì solo i ristoranti che avranno un protocollo sanitario adeguato potranno rimanere aperti, i bar, già da più di una settimana costretti a fermare gli ordini alle 22, dovranno abbassare le saracinesche fino a nuovo avviso. Domani i dettagli verranno forniti da Matignon e dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, che terrà una conferenza stampa alla Prefettura. Un incubo annunciato ma non vissuto, fino all'ultimo: solo ieri la Ville Lumiere viveva spavalda nei cafeè stracolmi, nelle strade affollate, nei grandi magazzini già in saldi invernali, nel tentativo di recuperare il tempo e il denaro perduto nel 'confinement'.

Uno spirito lieve che farà i conti con i numeri: oltre 12 mila contagi oggi, 17 mila solo ieri. L'Istituto Pasteur dà poi per metà novembre un'occupazione dei letti di terapia intensiva al 60% nelle regioni in massima allerta, percentuale considerata soglia di urgenza sanitaria. La linea della beata incoscienza parigina era stata pochi giorni fa sublimata dalle parole della stessa sindaca Hidalgo che, confidandosi con Le Parisien in una lunga intervista, aveva fatto sapere di non essere d'accordo con la chiusura dei ristoranti: "Applicheremo le misure che entreranno in vigore - aveva detto - ma dobbiamo fare di tutto per mantenere la nostra vita economica e sociale". "Creeremo nuove 'coronapiste ciclabili' e ne abbiamo realizzate già 45 chilometri". 

Vivere con il virus: è dall'inizio dell'epidemia stato il motto della Francia, ma con l'impennata dei casi l'esecutivo si ritrova a navigare con i venti contrari. Il referendum sulla Nuova Caledonia ha impegnato le pagine dei quotidiani più del balzo dei casi Covid in questi giorni, ma domani è un altro giorno, la Francia e Parigi voltano pagina. Ma non solo: le Università, fiore all'occhiello di un Paese che non si è mai fermato di fronte al virus, si potranno riempire solo al 50% delle capacità alla luce di una situazione nelle facoltà dichiarata "catastrofica" dal governo all'interno degli anfiteatri accademici.

E poi i posti di lavoro: lo smart working diventa "l'opzione numero uno" per le aziende e domani la ministra del Lavoro Elisabeth Borne riceverà i sindacati a cui ricorderà "la necessità di privilegiare più che mai il telelavoro". Un imbarazzate dietrofront, su tutta la linea, di cui Macron dovrà ora rispondere.

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