Oltre la metà degli Stati americani sta vedendo una crescita decisa dei contagi con in testa Texas , Arizona e Florida.
Una preoccupazione scorre in tutta l’America da qualche giorno, quella di tornare alla situazione di marzo e aprile passati.
Le cause di questa inversione di rotta del virus sono sostanzialmente tre: la prima è sicuramente un aumento dei test che ha portato la crescita dei postivi (qualche virologo sostiene pure che i numeri sarebbero cinque volte superiori agli attuali), la seconda nasce dalle manifestazioni antirazziste in tutte le città per la morte dell’afroamericano George Floyd con troppi aggruppamenti sanitariamente sbagliati, la terza è stata una condotta irresponsabile da parte dei più giovani senza mascherine e raggruppati come se niente stesse accadendo.
Nessuno vuole sentire nemmeno pronunciare la parola lockdown ma intanto alcuni Governatori stanno obbligando ad usare le mascherine anche all’esterno e minacciano la licenza a chi nei propri locali non rispetta le linee guide e soprattutto non le fa rispettare ai clienti. In alcuni casi ai bar di vendita di alcolici è stato ridotto l’orario di apertura.
Tutti, ma proprio tutti cominciano a preoccuparsi, anche perché nessuno sentendo le parole del Presidente entusiaste del Presidente avrebbe immaginato un ritorno cosi rapido di casi. E’ sicuramente vero che questa volta i contagiati hanno un’età più bassa, una capacità di gestire la malattia più forte e quindi fortunatamente l’aumento dei positivi non va di pari passo con quello delle vittime, che invece rimangono molto basse,476 morti a fronte di 40000 infettati. E a questo proposito anche qui per quanto riguarda i conteggi di vittime da Covid sta succedendo quello che è accaduto in molti altri Paesi e cioè molto spesso succede che un infartuato che arriva in ospedale, riceve il tampone, risulta positivo e muore viene messo a registro come vittima del virus e non del cuore.
Ma la persona che si preoccupa più di tutti è probabilmente il Presidente Donald Trump che sta cominciando a rendersi conto che il Coronavirus potrebbe essere il suo avversario più pericoloso per la rielezione, un avversario che non corre per la presidenza degli Stati Uniti ma che potrebbe togliergli la poltrona e senza nemmeno spendere un soldo in campagna elettorale.
Certo perchè gli americani continuano a non essere soddisfatti di come Trump sta gestendo la pandemia, e sono preoccupati di una crisi economica senza precedenti che ha portato il Paese da 120 mesi ininterrotti di espansione ad un trend depressivo che ha lasciato sul campo 40 milioni di disoccupati. Gli americani chiedono stabilità, ripresa e unione Trump gli sta regalando incertezza, depressione economica e soprattutto divisione.
Il Presidente vede un Paese fiaccato e diviso ed è ora preoccupato anche di venire contagiato. Per questo sono raddoppiate le misure di difesa della sua persona allo stesso livello di allerta di un atto terroristico. Una speciale task force anticipa tutti i movimenti e gli incontri del Presidente, tutti i locali dove andrà sono ispezionati anche e soprattutto dal punto di vista sanitario, bagni compresi A tutte le persone che lo incontrano vengono fatti tamponi .
E’ chiaro che con la scommessa di non portare la mascherina Trump cerca di far passare l’immagine del super Presidente ‘intouchable’. Se dovesse risultare positivo ad un tampone il castello cadrebbe in un nanosecondo e il distacco tra lui e Biden, ora di quasi 15 punti a favore dell’avversario, diventerebbe incolmabile.
Ed è la prima volta in una corsa elettorale presidenziale che un virus sta dettando i tempi della campagna, infatti già Pence e Trump hanno spostato le prossime tappe elettorali e Biden ha scelto di fare campagna in modalità virtuale.
Ma è soprattutto la prima volta che un Presidente non ha paura del suo avversario, silente, ma di un nemico invisibile a cui non sa come rispondere.
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