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Elezioni Francia: oltre il 50% contro Macron.Le Pen punta ai voti di Mélenchon

Elezioni presidenziali Francia, così Le Pen può battere Macron

La candidatura di Zemmour ha offerto a Le Pen la possibilità di fare qualcosa che non era mai riuscita a fare nel suo ormai lungo passato politico: spostarsi verso il centrodestra e stemperare l'ala radicale che l'ha sempre punita in occasione del secondo turno dove i francesi tendono a votare per il candidato più moderato. Le Pen ha costruito la sua campagna elettorale su temi molto concreti. Un modo per allontanare le solite critiche di estremismo ma anche per farsi percepire come più vicina alla gente comune rispetto a un Macron che parla spesso di massimi sistemi ma quasi mai di cose quotidiane. Anche la contingenza, cioè la guerra in Ucraina e la presidenza di turno della Francia in Ue, ha spinto il presidente francese a concentrarsi sul grande disegno geopolitico. Tralasciando forse argomenti più a cuore dei francesi comuni.

Ed ecco che allora Le Pen si è concentrata sulla riduzione dell'Iva, con la proposta di portarla dal 20% al 5,5% su benzina, gas ed elettricità. Le Pen propone poi la nazionalizzazione delle autostrade e spinge per il rafforzamento del potere d'acquisto dei cittadini delle classi sociali meno elevati. Col solito contorno di "boost" alla sicurezza, tema mai scomparso dall'ondata di attentati cominciata nel 2013. Le Pen presenta Macron come simbolo del potere arrogante e se stessa come la candidata della porta accanto.

Ora, però, come sempre si apre una partita completamente diversa. Quella del ballottaggio, con una scelta che diventa più marcata tra bianco e nero e che tradizionalmente vede Le Pen sfavorita. Eppure il secondo turno si preannuncia serrato, secondo i sondaggi pubblicati domenica sera, che vedono tutti vincente  Macron ma praticamente con un minimo scarto (51%-49% secondo Ifop; 52-48% secondo Elabe; 54%- 46% secondo Ipsos e Opinionway; 54,5% - 45,5% su Odoxa). Tutti lontano anni luce dal risultato del 2017, quando Macron vinse con il 66,1% contro il 33,9%. 

Mélenchon sta con Macron per il ballottaggio, ma un terzo dei suoi elettori preferisce Le Pen

Una vittoria mai in discussione, come dimostra il modello dell'Economist che nel 2017 assegnava una possibiità su cento a Le Pen di vincere, mentre ora gliene assegna il 21%. Una percentuale infinitamente più alta. Ovviamente è già cominciata la fase degli appelli al voto dei leader sconfitti. Come prevedibile, Pécresse e Hidalgo si sono schierate con Macron. Non un grande favore, per la verità, vista la pochezza dei loro risultati e la facilità con la quale Le Pen bollerà questo appoggio come ulteriore segnale che Macron rappresenta l'establishment tradizionale della scena politica francese.

Ma anche l'estrema sinistra compatta si è spesa per Macron. In maniera anche un po' sorprendente, visto che la campagna di Mélenchon era stata per certi versi assimilabile a quella di Le Pen ed era stata caratterizzata da attacchi reiterati contro Macron. “Non dovete dare nemmeno un voto a Marine Le Pen”, ha dichiarato Mélenchon dopo il voto di ieri. Zemmour si è invece ovviamente schierato con Le Pen.

Ma attenzione, un conto sono gli annunci dei leader e un altro le reali intenzioni degli elettori. Pensare che tutti gli elettori di Mélenchon voteranno davvero per Macron appare una conclusione frettolosa. Mélenchon parla infatti a un elettorato per certi versi simile a quello di Le Pen. Persone arrabbiate per la presidenza Macron e con attenzione al tema del potere d'acquisto. Elettori che potrebbero intravedere continuità proprio con Le Pen, più che con Macron, in vista del secondo turno. Nei suoi comizi, Melenchon si è sovente rivolto in modo dialogante agli elettori di estrema destra, definiti "arrabbiati ma non fascisti". Circa un terzo di chi ha votato Melenchon, sarebbe pronto a votare Le Pen in caso di ballottaggio contro Macron.

Sommando i voti di Le Pen, Zemmour, Mélenchon e di altri candidati minori del campo radicale si arriva ben oltre il 50%. Questo significa che la partita è tutt'altro che chiusa. "Voglio raggiungere tutti coloro che vogliono lavorare per la Francia", ha detto Emmanuel Macron, chiedendo di fondare, al di là delle "differenze", "un grande movimento politico di unità e di azione". Marine Le Pen, che vuole essere la "presidente di tutto il popolo francese", ha invitato "tutti quelli che non hanno votato" per Emmanuel Macron ad "unirsi" a lei per la "grande alternanza di cui la Francia ha bisogno".   

La sfida è aperta, forse ancora più aperta di quanto sembri.

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