Flotilla, altre 9 navi a 140 miglia nautiche da Gaza: "Non ci fermeremo mai". Nuovo scontro Greta-Israele - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 06:05

Flotilla, altre 9 navi a 140 miglia nautiche da Gaza: "Non ci fermeremo mai". Nuovo scontro Greta-Israele

A bordo circa 150 persone provenienti da 30 Paesi diversi

di Marco Santoni

Flotilla, nuovo scontro Greta Thunberg-Israele mentre altre 9 navi si avvicinano a Gaza

La Freedom Flotilla Coalition ha denunciato che, a circa 120 miglia nautiche da Gaza, le forze israeliane hanno preso di mira il convoglio marittimo intercettando alcune barche della nuova flotta. “Tre navi – Gaza Sunbirds, Alaa Al-Najjar e Anas Al-Sharif – sono state attaccate e illegalmente fermate dall’esercito israeliano alle 04:34 del mattino, a 220 chilometri (circa 140 miglia) al largo della costa di Gaza”, si legge su X, dove si spiega che un’altra nave, la Conscience, con a bordo oltre 90 persone, è “sotto attacco”.

"Non ci fermeremo mai: altre 9 navi a 140 miglia nautiche da Gaza". La Global Sumud Flotilla ha aggiornato la sua missione sull'account Instagram da oltre 3 milioni di follower raccontando come nuove imbarcazioni stiano puntando verso la Palestina, sfidando il blocco navale imposto da Israele. "Nonostante il rapimento illegale dell'equipaggio della Global Sumud Flotilla, una nuova potente flotta è ora giunta in un'area critica" non lontana dalle coste della Striscia di Gaza, scrivono gli attivisti. Le navi fanno parte di un collettivo composto da due realtà: Freedom Flotilla Coalition e Thousand Madleens to Gaza. A bordo ci sono circa 150 persone provenienti da 30 Paesi diversi.

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Il ministero degli Esteri israeliano ha criticato duramente Greta Thunberg per un post sui social in cui l’attivista svedese esprimeva solidarietà ai prigionieri palestinesi. Nel messaggio, Thunberg scriveva che “la sofferenza dei prigionieri palestinesi non è un’opinione, ma un fatto di crudeltà sistematica e disumanizzazione. L’umanità non può essere selettiva. La giustizia non può avere confini”. Il post includeva tre immagini, tra cui la foto di Evyatar David, un israeliano tenuto in ostaggio a Gaza. Su X, il ministero israeliano ha replicato all'attivista: “L’ignoranza accecata dall’odio è di tendenza. David, secondo fonti israeliane, sarebbe stato denutrito, maltrattato e costretto da Hamas a scavarsi la propria fossa durante la prigionia". La scelta dell’immagine, scrive Haaretz, ha suscitato forti critiche da parte di Israele, che ha accusato l’attivista di ignorare la condizione delle vittime israeliane.

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