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Germania in sciopero, sei giorni di stop nelle ferrovie. Ue ko: danni per 1mld
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Germania "ferma" per sei giorni: lo sciopero dei macchinisti che blocca l'Europa intera

Il sistema ferroviario tedesco è immerso nel più lungo sciopero mai proclamato, coinvolgendo sia i treni merci, stoppati dalle 18 di ieri, 23 gennaio, che i convogli passeggeri, fermi dalle due della scorsa notte: circa l'80% dei treni a lunga percorrenza sono stati cancellati. Lo stop ha paralizzato il paese intero e sta già lasciando una scia di impatti economici e disagi su vasta scala. Questa è la quarta agitazione in due mesi dei macchinisti delle Ferrovie tedesche che mira a ottenere una riduzione dell'orario di lavoro (da 38 a 35 ore settimanali) e un aumento di stipendio (500 euro con un bonus che va a compensare l’inflazione fino a 2.850 euro). La protesta è programmata per durare sei giorni, fino a lunedì prossimo. generando non solo un blocco completo dei trasporti interni, ma anche significative ripercussioni sul traffico merci europeo.

La portavoce delle Ferrovie ha evidenziato come l'astensione dal lavoro stia influenzando il traffico merci a livello continentale: "Questo sciopero di sei giorni (...) è il più lungo nella storia della Deutsche Bahn, alcuni treni merci sono in sciopero e questo ha un impatto anche sul trasporto merci europeo che avviene attraverso le Alpi o va verso la Scandinavia o i porti marittimi in Olanda e Belgio".

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Indiscutibile quindi che le conseguenze non si limitano all'economia tedesca, ma mettono a dura prova l'intera Unione Europea. Turisti, pendolari e merci in transito attraverso la Germania si trovano ora ad affrontare ritardi e cancellazioni, con incertezza sulla durata dell'astensione dal lavoro e sui suoi effetti a lungo termine. L'impatto economico di questa azione è stato stimato in un miliardo di euro, secondo l'analisi dell'associazione industriale citata dalla Deutsche Welle.

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Nel frattempo, il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing, ha dichiarato che lo sciopero aumenterà la pressione sulle catene di approvvigionamento già sotto stress, con particolare riferimento agli attacchi sulle rotte marittime del Mar Rosso. In merito allo sciopero è intervenuto anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, rivolgendo un appello al buon senso, chiedendo ai macchinisti di utilizzare con moderazione il loro diritto di sciopero. Aggiungendo: "Questo non impedisce a nessuno di usare le proprie opportunità e i propri diritti con saggezza in ogni momento. E questo è il mio appello", ha concluso.

In aggiunta alle inevitabili cancellazioni, resta da chiedersi quale sarà l'entità dell'accumulo di ritardi nelle consegne. Nel frattempo, la disputa tra le parti coinvolte si mantiene aperta tra GDL (sindacato macchinisti delle locomotive) e Deutsche Bahn sui salari e gli orari di lavoro: la Deutsche Bahn ha avanzato una proposta che contempla la riduzione di soltanto un'ora settimanale, accompagnata da un aumento salariale del 2,7%, a patto che i macchinisti accettino di mantenere inalterate le 38 ore settimanali. Tuttavia, qualora questa condizione fosse rispettata, gli aumenti salariali proposti sarebbero del 13%, con l'aggiunta di un bonus unico legato all'inflazione. Nonostante ciò, l'offerta è stata respinta e rimandata al mittente.

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