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Esteri
Il cardinale cinese Zen attacca ancora Papa Francesco e difende la tradizione

Il cardinale cinese Zen attacca ancora Papa Francesco. I valori tradizionali della Chiesa cattolica appaltati al Celeste Impero

Il Papa ha un vecchio nemico in una terra lontana. Si chiama Zen Ze Kiung ed è il vescovo emerito di Hong Kong. È un uomo di Chiesa conservatore, uno che sta da anni in prima linea a combattere contro i comunisti cinesi, mentre Papa Francesco –contemporaneamente- raggiungeva accordi con Pechino per la nomina dei vescovi, scavalcandolo ed esponendolo alle rappresaglie del Celeste Impero. Ma ora attacca Bergoglio sulla dottrina e specificatamente sul meccanismo del Sinodo.

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Infatti il cardinale cinese accusa Papa Francesco di aver voluto stravolgere il meccanismo sinodale “democratizzandolo”, cioè avvicinandosi ai modelli elettivi occidentali. E poiché si sta avvicinando la seconda parte del Sinodo sulla Sinodalità -prevista per il prossimo autunno- ha voluto richiamare il Papa alla tradizione perché si dovrà parlare di temi dirompenti e assai divisivi come le coppie gay e il ruolo delle donne, il tutto sullo sfondo della democratizzazione (apparente) della Chiesa, unita all’inevitabile procedimento di desacralizzazione (concreto) a cui Bergoglio si sta dedicando con impegno fin dall’inizio del suo contestato pontificato.

Infatti l’accusa che gli viene rivolta dai conservatori è quella di aver ceduto al Secolo e di aver perso la bussola dei riferimenti tradizionali, lo Spirito Santo, per perseguire solo un finto rinnovamento che scimmiotta la politica. La critica di Zen è diretta principalmente al documento “Fiducia Supplicans” che ha aperto alla benedizione delle coppie omosessuali in Chiesa che ha già provocato la rivolta dei vescovi africani in cui infatti non sarà applicata. Zen ha letto con attenzione il ponderoso primo volume del documento introduttivo della Segreteria Sinodale e dice di “non riuscire a scacciare via la percezione che siamo davanti a due visioni opposte di ecclesiologia. Da una parte la Chiesa viene presentata come fondata da Gesù sugli Apostoli ed i loro Successori, con una Gerarchia di ministri ordinati che guidano i fedeli nel viaggio verso la Gerusalemme celeste. Dall’altra parte si parla di una sinodalità non meglio definita, una “democrazia dei battezzati” (Quali battezzati? Vanno almeno regolarmente in chiesa? Attingono fede dalla Bibbia e forza dai Sacramenti?). Quest’altra visione, se legittimata, può far cambiare tutto, la dottrina della fede e la disciplina della vita morale”.

L’alto prelato cinese parla poi del tentativo di Bergoglio di sostituire la gerarchia ecclesiastica con una vaga ed indefinita “democrazia dei battezzati”, peraltro “indefinita” e per questo ancor più pericolosa. La critica di Zen è quella di voler introdurre nella Chiesa universale la “sociologia e la psicologia” al posto della “fede e della teologia”. E poi Zen arriva al punto e cioè la “Fiducia Supplicans”.

“Una sorpresa disgustosa. Dato che il problema era già venuto sul tappeto, era più che ragionevole aspettare che la prossima Sessione del Sinodo, dopo seria discussione, ne desse una soluzione. Prevenire tale discussione è un atto di incredibile prepotenza e di mancanza di rispetto per i Padri sinodali. Nonostante la ripetuta protesta sul fatto che in simili materie sia assolutamente da evitare ogni confusione, la Dichiarazione ha provocato solo grande caos e minaccia una seria divisione, mai vista nella Chiesa prima”. Ricordiamo che questo documento è stato ispirato dal cardinale argentino Victor Manuel Fernández, detto “Tucho”. Ricordiamo anche che Fernández, nuova guida di Propaganda Fide (Dottrina della Fede), è autore di due libri pornografici che parlano di “donne insaziabili” e “peni duri in guerra nelle vagine”. Considerando che Fernández è colui il quale dovrebbe vegliare anche sulla moralità cattolica forse qualche ragione il cardinal Zen potrebbe pure avercela.






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