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Esteri
In Spagna ritornano i fantasmi del terrorismo

di Vincenzo Caccioppoli

Mentre Sanchez  si appresta a ottenere la risicatissima fiducia per formare un nuovo esecutivo, con la maggioranza più debole della storia della Spagna, nel paese riecheggiano i fantasmi del terrorismo, che sembravano ormai scomparsi dopo l’accordo raggiunto fra Rajoy e l'Eta.

In Spagna ritornano i fantasmi del passato

I socialisti di Sanchez, infatti, per governare hanno bisogno degli indipendentisti catalani e di quelli baschi, che sono rappresentati in parlamento anche dalla formazione di Eh Bildu, partito storicamente vicino ai terroristi dell’Eta.

Nella discussione sul primo voto per l'investitura che ha visto la sconfitta di Sanchez, ha destato polemiche l’intervento della portavoce di Eh Bildu, Mertxe Aizpurua, giornalista già condannata per apologia del terrorismo, che ha ricordato al premier che questa è l’ultima occasione per il paese di risolvere la questione dell’indipendenza in maniera democratica, lasciando intendere scenari inquietanti in caso di fallimento delle trattative.

Le destre ovviamente si sono sollevate accusando i socialisti di voler fare un governo con gli eredi del terrorismo basco, che ha lasciato una lunga striscia di sangue negli ultimi trenta anni di storia spagnola.

Sia il leader dei popolari Casado che il portavoce di Vox, Ivan Espinosa de los Monteros hanno piu volte interrotto il suo discorso, accusandola di essere una “assassina”.

La presidente del congresso, la socialista Merixtel Batet ha cercato di calmare gli animi, ricordando che la “libertà di espressione e il pluralismo sono fondamenti della costituzione” ma il suo intervento non è certo a servire a placare gli animi. Sanchez ha assistito all intervento senza lasciar trasparire  la minima emozione, malgrado proprio i socialisti abbiano pagato il maggior tributo di sangue nella lotta al terrorismo basco.

E evidente che con questo intervento la formazione basca abbia evidenziato come il suo voto di astensione preveda come contropartita la futura autooderteminazione dei paesi baschi, così come quello di ERC sottintenda maggiore autonomia per la Catalogna. Tutto ciò pone il nuovo governo di Sanchez in una chiara posizione di debolezza non solo nei numeri ( con appena un voto di scarto) ma anche e soprattutto nella sostanza. Il prezzo da pagare rischia di essere davvero troppo alto e può portare il paese verso una pericolosa deriva costituzionale. Le destre chiaramente hanno chiuso la porta a qualsiasi eventualità di collaborazione con la maggioranza, ma anche all’interno della stesa maggioranza molte sono le voci critiche che si profilano al orizzonte. Non è un caso se la direzione del partito ha da subito cercato di serrare la fila del partito per evitare qualsiasi possibile esiziale dissenso ( il voto dei 120 parlamentari socialisti e assolutamente imprescindibile).

Il noto editorialista di ABC, Pedro Garcia Cuartengo, ha affermato che “il silenzio di Sanchez di fronte alle parole della deputata basca è stato inaccettabile. Il governo che nascerà è sicuramente legittimo dal punto di vista legale ma non da quello morale. Il sangue non si può lavare girando la testa dall’ altra parte. “ Durissima è stata anche la reazione di Jiménez Becerril, deputata del PP e sorella di Alberto Jiménez Becerril, ucciso nel 1998 da un commando dell’ Eta  “ I terroristi dell’Eta non sono stati affatto sconfitti, dal momento che i loro eredi siedono sui banchi del parlamento.”

Iglesias dal canto suo alleato di Sanchez ha già fatto capire di avere una idea molto chiara su quello che deve essere il percorso dell esecutivo verso un maggiore dialogo e piu aperture verso le istanze autonomistiche. Chiaramente tutto ciò non può che contribuire ad avvelenare il clima e rendere inquieto il re di Spagna, più volte criticato da Iglesias oltre che dagli indipendentisti catalani e baschi. Ed anche su questo aspetto ci potrebbero essere motivi di attirato fra i due alleati, considerando che Sanchez ha espressamente richiesto ad Iglesias di evitare critiche esplicite alla monarchia. Ma tutto questo evidentemente non deve aver sortito grandi effetti. Il gelo fra il re e Sanchez in occasione della festa delle forze armate nei primi giorni dell anno è sembrato evidente a tutti.

Insomma il compito di Sanchez pare in salita ancora prima di iniziare considerando come detto che anche nelle stesse fila del suo partito le voci di dissenso crescono di giorno in giorno. A certificarlo ha contribuito anche un recente sondaggio del quotidiano” El mundo “, secondo cui lamaggioranza degli elettori del partito, infatti, preferirebbero un accordo con i popolari piuttosto che un appoggio dei catalani. Il 34,2% dei socialisti vedrebbero infatti la soiluzione della grande coalizione come quella preferibile rispetto al 29% che invece vede di buon occhio l'accordo fra Psoe e Podemos con astensione di Erc. Il 76% dei popolari invece vorrebbe che il PP facesse un accordo con Sanchez per la formazione del nuovo governo.

Ma attualmente prevedere un qualsiasi tipo di accordo fra socialisti e popolari appare quantomeno improbabile. D'altra parte anche fra gli stessi catalani sono molte le voci critiche verso un accordo che appare sempre più basato sulle convenienze che sulle reali convinzioni. Quim Torra, il presidente della genralitat, ha aggiunto sale alla polemica, invitando apertamente il leader di Erc Pepe Aragones a non appoggiare il governo Sanchez senza precise garanzie sulla scarcerazione dei “sediziosi”del referendum di due anni fa e senza avere certezza su un nuovo referendum da tenere entro l'anno. “ la sinistra con questo patto torna inditero di 90 anni- dice il noto editorialista spagnolo Jose Antonio Zarzalejos- e la cosa riempe il paese di inquitudine.”

Dicendo cosi lo scrittore spagnolo fa riferimento all accordo del 1932 quando fu firmato il primo statuto autonomo della Catalogna. D'altra parte i termini dell'accordo fra socialisti e catalani ancora non si conoscono, e il partito catalano dell'ex presidente Puidgmenont, Jxcat, ha gia fatto capire di non fidarsi di ERC né tantomeno dei socialisti,” Vogliamo conoscere i termini di questo accordo prima di decidere- ha fatto sapere Laura Borras, portavoce del partito- per sapere se si tratta di una soluzione “cosmetica”. Pensando che il governo deve vedere sncora la luce e davvero difficile immaginare che possa avere vita lunga.

E tornando alle cose di cosa nostra a confronto le liti fra PD e 5 stelle sembrano davvero scaramucce di poco conto.

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