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Jeff Bezos, un imprenditore sognatore. Sarà il prossimo presidente Usa?
jeff bezos Lapresse

Jeff Bezos è un innovatore transumanista, un imprenditore che un giorno potrebbe essere il futuro presidente Usa?

La sfida, diciamolo subito, ricorda quella mitica tra Bill Gates il fondatore di Microsoft e Steve Jobs il fondatore di Apple. In questo caso si tratta di quella tra Jeff Bezos, Mr. Amazon e Elon Musk Mr. Tesla e SpaceX.

Stiamo parlando di fatturati stratosferici e di una economia che sviluppa una considerevole fetta di PIL mondiale. Si tratta della sfida dell'innovazione perenne che proietta archetipi potenti e numinosi come quello dell'ipersviluppo tecnologico salvifico che fa parte della filosofia Transumanista, non a caso nata proprio in California e di fatto adottata dai big del Web come Google. Sia Bezos che Musk sono vicini al movimento transumanista, sebbene non ne facciamo ufficialmente parte.


L’ultimo scontro l'hanno avuto quando Musk ha stroncato la serie Tv di Prime, "Gli anelli del potere", che - secondo lui- sono un plagio del "Signore degli anelli". Fatto sta che il pubblico ha dato ragione al fondatore di Amazon con ben 25 milioni di visualizzazioni al primo giorno di trasmissione on–line. 

Jeff Bezos ha iniziato dalla gavetta


Nato in uno stato piuttosto marginale, ad Albuquerque nel Nuovo Messico, località famosa perché nelle vicinanze, nel deserto di Alamagordo fu provata la prima bomba atomica al plutonio il 16 luglio 1945, nel test Trinity del progetto Manhattan. Forse la passione per la tecnologia gli deriva da questo evento storico. Frequenta la scuola a Houston nel Texas e poi la High School a Miami in Florida. Si laurea nel 1986 in Ingegneria elettronica a Princeton, la cittadina del New Jersey dove insegnò Albert Einstein. Si incomincia ad occupare di commercio su Rete per la Fitel e nel 1994 fonda Amazon il sito di vendita mondiale che lo renderà l’uomo più ricco del mondo.

Bezos non è solo un imprenditore, ma al pari di Jobs è un sognatore


Ma a differenza di tanti altri le sue utopie si realizzano e producono un salto evolutivo per l’umanità. Bezos è colui che di fatto ha sfamato il mondo durante la prima fase della pandemia e questo grazie ad una incredibile rete superorganizzata di vendita di qualsiasi cosa. Di ieri la notizia che Bezos ha acquisito Cloostermans, "società belga attiva nel settore della meccatronica, la tecnologia (meccanica, elettronica e informatica per automatizzare i sistemi di produzione) utilizzata nei magazzini. In seguito all’accordo, i cui termini non sono stati divulgati, Cloostermans entrerà a far parte di Amazon Robotics, la divisione dell'azienda focalizzata sull’automazione delle operazioni di magazzino. L'unità è stata costituita dopo che dieci anni fa Amazon ha acquisito Kiva Systems, società che produceva robot da magazzino, per 775 milioni di dollari. Proprio la tecnologia di Kiva è stata fondamentale per lo sviluppo di Proteus, macchina per il trasporto dei pacchi, che la compagnia ha presentato a giugno".


In effetti la gestione dei magazzini è il punto cruciale di Amazon. In questi silos immensi sono contenuti i "gioielli della terra" che questo moderno Alì Baba vende al mondo. Se funzionano bene i magazzini funziona bene Amazon e se funziona bene Amazon miliardi di persone sono contente. Da qui l’interesse di Bezos anche per l’Intelligenza Artificiale che svolge un ruolo sempre più cruciale nell’Alta Tecnologia anche applicata.


Proteus, il robot che trasporta i pacchi, sembra uscito direttamente da un film di fantascienza ed è il fiore all'occhiello dell'automatizzazione di Amazon. Un vero gioiello transumanista che promette miracoli. Certo c’è il problema dei posti di lavoro e della irritazione crescente dei sindacati, ma un certo grado di luddismo è inevitabile e rientra nelle patologie acclarate. Ma Bezos non vende solo. Compra. Ha comprato qualche anno fa anche PillPack, una farmacia on-line specializzata nella preparazione di medicine e invio a domicilio.

È proprietario del Washington Post, il giornale liberal famoso per lo scoop del Watergate che costò la presidenza a Richard Nixon. Svolge, come del resto i suoi colleghi, regolare attività filantropica. Negli Usa si vocifera che si potrebbe candidarsi alla carica di Presidente, soprattutto dopo gli ultimi scontri con Joe Biden sull’inflazione e sul prezzo della benzina.

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