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Esteri
Libano, 1 condannato e 3 assolti per l’omicidio dell’ex premier Rafiq Hariri

Dei quattro membri di Hezbollah imputati per l'assassinio dell'ex premier libanese, Rafiq Hariri, tre sono stati assolti e uno è stato condannato dal Tribunale speciale per il Libano, che ha escluso responsabilità dirette sia dei vertici del movimento sciita sia dell'esercito siriano.

Dopo un processo durato sei anni e che ha tenuto il Paese con il fiato sospeso è arrivato il verdetto tanto atteso. L'unico condannato è stato il principale sospettato, Salim Ayyash, 56 anni, giudicato in contumacia per il suo ruolo nell'attentato suicida a Beirut il giorno di San Valentino del 2005, in cui morirono 22 persone compreso il miliardario sunnita Rafiq Hariri, che era in corsa per un altro mandato come capo del governo libanese.

L'assassinio dell'ex primo ministro è stato "un atto politico perpetrato da persone le cui attività erano minacciate da quelle di Hariri", hanno detto i giudici del Tribunale speciale a Leidschendam, vicino a L'Aja, nei Paesi Bassi. Ma nessuna prova ha stabilito un "collegamento diretto" tra l'attacco e la Siria o il movimento sciita Hezbollah, hanno sostenuto.

"Il tribunale ha deciso. A nome della famiglia dell'ex primo ministro Rafiq Hariri e delle famiglie dei martiri e delle vittime, accettiamo la decisione della corte", ha commentato il figlio Saad Hariri al termine della lettura della sentenza, all'uscita del tribunale. Chiama però alla responsabilità Hezbollah che ha sempre protetto e mai consegnato alla giustizia gli imputati. "Oggi, il partito che deve fare sacrifici è Hezbollah. È chiaro che la rete responsabile proviene dai suoi ranghi", ha affermato. "Saremo in pace solo quando verrà applicata la punizione", ha insistito. "I libanesi, da oggi, non accetteranno che il loro Paese sia un'oasi di pace per gli assassini", ha aggiunto. “È finita l'era dei crimini politici impuniti".

Anche il presidente Michel Aoun ha accolto con favore la sentenza e ha invocato l'unità del Paese, recentemente devastato dalla tragedia dell'esplosione al porto di Beirut: "Ottenere giustizia nell'assassinio del premier martire e dei suoi compagni risponde al desiderio di tutti, ossia che le circostanze di questo crimine odioso che ha minacciato la pace e la stabilità del Libano siano conosciute", ha dichiarato Aoun.

La sentenza era stata rinviata a causa dell'esplosione avvenuta il 4 agosto scorso a Beirut ed è stata preceduta da un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.

Rafiq Hariri, premier fino alle sue dimissioni nell'ottobre 2004, fu ucciso con una devastante esplosione per mano di un attentatore suicida, che fece saltare in aria un furgone pieno di esplosivo mentre il suo convoglio blindato passava sul lungomare di Beirut. I feriti furono 226.

La morte di Hariri, di cui inizialmente furono accusati quattro generali libanesi filo-siriani, scatenò un'ondata di proteste che portò al ritiro delle truppe siriane dopo quasi 30 anni in Libano. Hezbollah, alleato del regime siriano e dell'Iran, ha respinto ogni responsabilità e ha dichiarato di non riconoscere il Tribunale speciale, istituito dopo una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

"La Camera di primo grado ritiene il signor Ayyash colpevole oltre ogni ragionevole dubbio come coautore dell'uccisione intenzionale di Rafiq Hariri", ha dichiarato il presidente David Re all'udienza. Ora Ayyash rischia l'ergastolo, se mai si presenterà davanti a un tribunale. "Ci auguriamo vivamente che il verdetto di oggi vi permetta di elaborare il lutto", ha aggiunto il giudice rivolgendosi alle famiglie delle vittime.

Dopo aver ascoltato quasi 300 testimoni ed esaminato più di tremila reperti, la corte ha stabilito che non vi erano prove sufficienti per condannare gli altri tre imputati, Hassan Merhi, Hussein Oneissi e Assad Sabra. Gli ultimi erano stati perseguiti per aver registrato una videocassetta di falsa rivendicazione del crimine in nome di un gruppo fittizio. Assolto per insufficienza di prove anche Hassan Merhi che era accusato, tra l'altro, di complicità nell'attentato.

Moustafa Badreddine, che era ritenuto la mente dell'attacco, non è stato processato perché morto in un attacco in Siria. La condanna di Salim Ayyash, capo della squadra che ha compiuto l'attacco, si basa interamente sull'uso dei telefoni cellulari serviti per portare a termine la strage. Ayyash aveva, secondo i giudici, utilizzato diversi telefoni per monitorare Hariri durante i mesi precedenti l'attacco, elemento chiave del fascicolo formato dall'accusa.

I magistrati si sono inoltre detti convinti che Ayyash - accusato anche di essere coinvolto in altri tre attacchi contro politici nel 2004 e nel 2005 - "avesse legami con Hezbollah". "La Siria e Hezbollah possono aver avuto motivi per eliminare Hariri e i suoi alleati politici, ma non ci sono prove che i leader di Hezbollah fossero coinvolti nell'omicidio di Hariri e non ci sono prove dirette del coinvolgimento siriano", ha detto il presidente della corte.

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