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Esteri
"Mandato di arresto internazionale per Putin". E Macron sposa la linea-Letta

"Putin è un criminale di guerra"

Il massacro di Bucha rischia di rappresentare il punto di non ritorno in questa drammatica crisi internazionale. Da più parti questa pagina nera di storia viene accostata all’eccidio di Srebrenica, dove nel 1995 vennero trucidati 8.000 musulmani bosniaci. A giudicare i responsabili di quella fase drammatica fu il Tribunale penale internazionale del quale faceva parte l’allora procuratrice capo Carla Del Ponte. Ed è proprio lei, oggi, a chiedere alla Corte penale internazionale (Cpi) di emettere rapidamente un mandato d'arresto nei confronti di Putin per le sue operazioni in Ucraina: "Putin è un criminale di guerra", ha affermato Del Ponte sottolineando che il mandato è una premessa necessaria per accusare il presidente russo e gli altri membri del suo governo dei crimini commessi in Ucraina.

Nuove sanzioni in vista per la Russia, dopo il massacro dei civili

Lo sviluppo degli eventi fa nascere un asse tra Emmanuel Macron ed Enrico Letta. Il segretario del Pd era stato il primo a reagire alle inaccettabili immagini del massacro denunciato dall’Ucraina con una presa di posizione inequivocabile: “Quante altre Bucha serviranno per spingerci a un embargo totale sul gas e il petrolio alla Russia? Il tempo è scaduto”. Un tweet in inglese, per lanciare un messaggio anche al resto d’Europa e dell’Occidente. Un messaggio che sta raggiungendo il bersaglio, come dimostra la reazione del presidente francese.


Crimini di guerra: ora interviene l’ONU

A una settimana dal primo turno delle elezioni che lo vedranno correre per un ulteriore mandato all’Eliseo, Emmanuel Macron sposa di un inasprimento delle sanzioni, come reazione all’eccidio dei civili. Parlando alla radio France Inter, ha detto che a Bucha: "Ci sono indicazioni molto chiare di crimini di guerra" ed è "più o meno stabilito che sia stato l'esercito russo. Ci coordineremo con i nostri partner europei, in particolare con la Germania per singole sanzioni e misure su carbone e petrolio".

In realtà su Bucha ci sono ancora versioni contrastanti. Proprio oggi il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si riunisce per discutere di questi avvenimenti, su richiesta della Russia. Dal Cremlino si continua a sostenere che quelle immagini choc siano frutto della contraffazione operata dalla propaganda ucraina e si respingono le accuse di crimini di guerra. Addirittura, si arriva a definire quelle traumatiche immagini come “una provocazione” architettata dal Governo di Zelensky per far saltare i colloqui di pace.

Un'inchiesta indipendente su Bucha

Peraltro la Russia può vantare il potere di veto sulle scelte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e quindi è improbabile che ne sortiscano conseguenze negative per il Paese di Putin. Tuttavia, lo “zar” non può stare tranquillo, perché da più parti (compresa Ursula von der Leyen e il governo italiano) si invoca un’inchiesta al di sopra delle parti che faccia chiarezza sulle responsabilità del massacro di Bucha, che rischia di far saltare ogni ipotesi di soluzione diplomatica. E le parole di Carla Del Ponte fanno ben capire quali siano le possibili conseguenze di questa drammatica escalation.


 

 

 

 

 

 

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