Esteri
Sanzioni oligarchi, "sequestri yacht ininfluenti. I tesori sono già al sicuro"



L'avvocato Alexandro Maria Tirelli conosce queste vicende, ha difeso i miliardari russi anche in passato: "Arduo individuare le loro proprietà"
Sanzioni oligarchi, l'avvocato: "Molto difficile risalire ai veri proprietari"
In Italia da quando è scoppiata la guerra in Ucraina si parla tanto delle sanzioni agli oligarchi russi, facendo spesso riferimento ai loro super yacht ormeggiati nei nostri porti. Ma chi conosce bene queste vicende fa capire quale peso abbiano le sanzioni sui ricchi amici di Putin. "L'impatto di questi provvedimenti sugli oligarchi - spiega al Giornale l'avvocato Alessandro Maria Tirelli, che ne ha difesi alcuni in passato - è irrisorio. Si tratta di misure a grande effetto mediatico, ma non incidono sulle ricchezze. Parliamo di patrimoni da miliardi di euro. Ricordo perfettamente il volto di Andrey Smyshlyaev quando ricevette nel 2019 la telefonata con cui da Mosca gli comunicarono il sequestro del suo yacht alle Antille. Era da me, in ufficio a Milano. Lievemente seccato, un po' infastidito, niente di più".
"Gran parte degli investimenti russi in Italia, ma non solo, - prosegue l'avvocato Tirelli al Giornale - è sommersa, schermata da società e prestanome. Operano così già dopo il pacchetto di sanzioni del 2014. E del resto credo sarà difficile poter individuare queste proprietà. Non solo. Gli oligarchi hanno avuto tutto il tempo di trasferire i loro asset prima che scoppiasse il conflitto. Le ricchezze, quelle vere, sono al riparo. Inoltre queste decisioni invece che isolare Putin potrebbero rafforzare il legame tra gli oligarchi e lo Zar. Perchè le misure sono viste come un'ingiustizia".